Home Serie Tv Madre, aiutami – Vanessa Gravina a Tvblog: “Lucia Cimeca è a un passo dalla verità e rischierà molto. Sono felice di questo ritorno in tv”

Madre, aiutami – Vanessa Gravina a Tvblog: “Lucia Cimeca è a un passo dalla verità e rischierà molto. Sono felice di questo ritorno in tv”

L’attrice si racconta a Tvblog.

pubblicato 14 Febbraio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 08:22

Questa sera andrà in onda l’ultima puntata della miniserie Madre, aiutami che racconta il tragico assalto di un gruppo di mercenari al soldo di grandi imprese ai danni di una missione in Congo, con l’uccisione di tre giovani suore italiane. Ad indagare sull’efferato crimine troviamo Lucia Cimeca, magistrato che non si lascia intimidire dai poteri forti che gravitano attorno al caso e che collabora con il giornalista d’assalto Oscar Freddi. Ad interpretare Lucia ritroviamo la bella e brava Vanessa Gravina, da qualche anno assente dai teleschermi dopo fiction di successo che le hanno regalato la popolarità e l’affetto del pubblico. Negli ultimi tempi Vanessa si è dedicata al teatro anche se, come ci spiega con grande sincerità e intelligenza, la sua è stata una scelta obbligata, dettata da questioni legate alla crisi del settore e una concorrenza agguerrita e non sempre leale. Di questo e di tanto altro abbiamo parlato con l’attrice, felice di essere tornata in tv, per giunta con un progetto di qualità e con un ruolo che le ha regalato molto.

Per iniziare, e ovviamente per quello che puoi raccontarci, cosa accadrà a Lucia nell’ultima puntata?

Sia per il mio personaggio che per quello di Alessio Di Clemente (Oscar Freddi) si avvicina una svolta nella indagine e entrambi saranno presi di mira, si troveranno in una situazione molto rischiosa. Se ne vedranno quindi delle belle. La cosa molto interessante è che, essendo un finale, ci saranno dei risvolti pazzeschi che coinvolgono anche le istituzioni e buona parte del Vaticano. Sarà una lotta contro il sistema, e con l’aiuto di madre Germana non molleremo. Sarà non solo una ricerca dei colpevoli, ma una vera e propria lotta al male. Questa fiction ci insegna che non ci sono categorie, che il bene e il male possono trovarsi ovunque.

Il tuo personaggio è quello di una donna complessa: moglie e madre che cerca di combattere la passione per Oscar, magistrato inflessibile e dedito al lavoro. Quanto è stato difficile entrare nel personaggio?

Lucia è un magistrato inflessibile, ma è anche una donna profondamente sola che ha bisogno di amare e di essere amata. È una donna dagli ideali alti, che però ha bisogno di trovare sempre un significato alla propria vita, e questo accade sia nel lavoro che nella vita privata.

La difficoltà di entrare nel personaggio è più legata ai tempi ristretti che solitamente una fiction per la tv impone. La sfida è quella di far parlare il personaggio anche quando non c’è: se ci avete fatto caso le scene in cui io sono presente non sono tantissime, ma sono scene molto forti. La difficoltà sta proprio nel fargli avere una presenza continua e anche nell’asciugarlo, nell’evitare il rischio di cadere troppo nel sentimentalismo. Tenere il sentimento, ma non il sentimentalismo, che è un rischio che si corre quando si interpreta un personaggio a tinte forti.

Madre, aiutami ha avuto il merito di portare in tv una storia forte e poco trattata: quella delle missioni in luoghi di guerra e dello sfruttamento dei Paesi poveri. Una scelta coraggiosa?

Assolutamente sì, lo è stata. Quando ho letto la sceneggiatura ho pensato: “Ma non partirà mai!”. Era difficile pensare che potessero produrre una fiction con un argomento così delicato, che coinvolgesse un po’ tutti. Ovviamente è una storia inventata, ma gli argomenti di cui si tratta hanno delle fondamenta, sono fatti di cronaca. Basti pensare a cosa è successo negli ultimi anni in tante missioni in luoghi di guerra, o cose non chiare nei sistemi burocratici o istituzionali. Credo quindi che ci sia stato molto coraggio in questa produzione. Parlare delle miniere di coltan è un argomento fortissimo, che a livello internazionale viene continuamente insabbiato. Le miniere di coltan – abbiamo fatto delle ricerche tutti noi – esistono veramente: sono dei giacimenti che si trovano al confine tra Congo Belga e Ruanda, nella regione del sud del Kivu. Il coltan è considerato il diamante nero: è un minerale dall’importanza economica e strategica immensa, senza il quale non si costruiscono cellulari, pc e altro. Basti pensare alle multinazionali che ci guadagnano, ai ribelli, ai bambini che vengono messi a lavorare nelle miniere, traffico d’armi: c’è un giro che non si può immaginare. Ci sarebbe tantissimo da dire. Credo quindi che sia stata una scelta coraggiosa e anche educativa quella di portare questa storia in tv.

Non c’è stata, almeno all’inizio, la paura di affrontare un tema così delicato, dove tra l’altro non viene risparmiato neanche il Vaticano?

Paura no, forse senso di responsabilità. Questa fiction ti fa vedere un’istituzione dove c’è il corrotto, ma dove ci sono anche le brave persone, non partendo da fatti o persone reali, ma basandosi su cose che accadono davvero. Questo credo sia importante.

Quale è stata la scena della fiction che hai sentito più tua o che ti ha più coinvolta?

Nell’ultima puntata ci sarà al torchio uno dei grandi cattivi della fiction, Luca Redi: una vera lotta tra titani, tra il bene e il male, senza mezze misure. È quella la scena, su cui ovviamente non posso dirvi nulla per non rovinarvi la sorpresa (ride, ndr).

VanessaGravina_MadreAiutami

Con Madre, aiutami torni in tv dopo alcuni anni di assenza in cui ti sei dedicata al teatro: una scelta precisa o dovuta alla mancanza di progetti televisivi interessanti?

Ho una grande passione per il teatro da tantissimi anni, ma se devo essere sincera non è stata una scelta precisa la mia. Avrei avuto piacere in questi anni di portare avanti dei miei progetti in televisione, ma evidentemente c’erano all’epoca in cui io non ho lavorato in tv delle situazioni che probabilmente impedivano il mio accesso. Adesso per fortuna le cose sono cambiate, c’è un’ottima direzione artistica nel settore fiction, e quindi probabilmente il mio rientro è dovuto a questo. Voglio quindi essere assolutamente sincera e onesta: non è stata una mia scelta non essere in video. Ho sempre scelto quello che volevo fare, questo sì, quello in cui credevo e in cui credo. Per una donna fare questo mestiere è molto difficile, spesso ci sono situazioni che non dipendono da fattori meritocratici e io sono una battitrice libera, che non fa parte di clan (ride, ndr). Il nostro è un settore particolarmente sensibile a un certo genere di pressioni, di spinte, inevitabilmente. Poi quando il lavoro diminuisce, quando la fetta di torta si restringe, ovviamente la concorrenza si fa più agguerrita, specialmente se qualcuno è sostenuto e gli altri no.

Tu hai alle spalle una grande esperienza – televisiva, cinematografica e di teatro – quindi mi viene da chiederti quanto è difficile oggi per un attore, e con la crisi che il nostro Paese sta attraversando, trovare una collocazione che magari si unisca anche alla qualità di un prodotto?

È molto diffcile, specialmente per chi – dopo aver lavorato tanto – vorrebbe determinati ruoli che si ritengano anche adatti al proprio vissuto. Infatti, per quanto riguarda Madre aiutami, sono felice di aver avuto questo ritorno in tv in grande stile, con un prodotto di qualità, con un bravo regista come Gianni Lepre e con una grande attrice come la Lisi. Ovviamente mi auguro che questo sia un inizio, un ritorno a tante belle cose anche a livello televisivo, perché mi accorgo di avere ancora un grande riscontro tra il pubblico che incontro per strada, che mi ferma, che si complimenta. E questa è una cosa che mi commuove.

In questo periodo sei impegnata nuovamente a teatro, con lo spettacolo A piedi nudi nel parco. Il palcoscenico resta sempre la tua grande passione? E la crisi si sente anche lì?

Sì, io amo il teatro. Quanto alla crisi, ovviamente si sente ovunque e anche lì, dove i tagli alla cultura hanno inciso moltissimo. Però devo dire che più ci sono questi tagli e più i teatri sono stracolmi, perché la gente vuole attaccarsi all’arte, alla bellezza, come mezzo di evasione.

Ho letto che ti sposi, è vero?

(Ride, ndr). Sì, ci stiamo pensando, ce lo sta chiedendo il mondo! Quando si è convive e si è felici non è certo una firma che fa la differenza, però credo sia anche giusto farlo. Per me è il secondo matrimonio, mi sono sposata già a vent’anni, ma spero non valga il detto “non c’è due senza tre” (ride, ndr).

In relazione a questo, quanto è difficile per un’artista conciliare un lavoro non semplice come il tuo – che ti porta spesso lontano – con la vita privata?

È complicato, ci vuole molta comprensione da parte dell’altro. Io devo dire che sono stata fortunata perché ho trovato in Domenico (Pimpinella, ndr) un uomo straordinariamente accudente. È importante avere accanto qualcuno che sia al di fuori del tuo mondo. Fino a poco tempo fa ho avuto una lunga storia con un collega (Edoardo Siravo, ndr), col quale sono rimasta in ottimi rapporti e che ancora sento spesso. Però era un attore, quindi troppo dentro ai meccanismi. Nella vita ci vuole anche normalità e credo di averla trovata con Domenico, credo che questa sia la giusta misura. Voglio dargli fiducia.

Foto | Ufficio stampa