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Che Tempo che Fa, 26 gennaio 2014, tra il duello Fazio-Terence Hill e il Giorno della memoria (video)

Una puntata bella e ‘bastarda’ quella messa su da Fazio alla vigilia del Giorno della Memoria: dalle facezie su Trinità all’orrore delle persecuzioni raccontate da Vera Vigevani Jarach.

pubblicato 26 Gennaio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 09:03

Bastarda. Ecco come definirei la puntata di stasera, domenica 26 gennaio, di Che Tempo che Fa. ‘Bastarda’ nel suo senso migliore, nel senso di riuscita nell’intento di colpire duro il telespettatore seguendo uno schema ‘furbo’ e perfetto, col quale non si può sbagliare.
Partiti con lato ‘bello’ della violenza e della guerra, quella espresso dall’arte e raccontato da Flavio Cairoli, si è passati alle ‘guerre in corso’ contro la violenza della criminalità (più o meno organizzata), con un assaggio di quel continuo conflitto tra il promettere e il fare della nostra politica, rappresentata in studio da Pietro Grasso.

Un inizio come tanti altri, poi la svolta, leggera, inattesa, divertente, piacevole, con un Terence Hill che mette da parte l’abito di Don Matteo (che tra l’altro scopriamo essere sempre lo stesso da 9 stagioni) per riprendere i gilet di pelle e l’anima di Trinità. Amen! Finalmente. Fazio, portavoce di qualche generazione cresciuta a pane e cazzottoni di Bud Spencer e Terence Hill, gioca a fare il cowboys con il più ‘cowboys’ più popolare del western all’italiana in un duello simpatico, che coinvolge lo studio. E vale la pena mostrarvelo subito.

Sorrisi, sorprese, divertimento che aprono all’intervento della Littizzetto. E così, al telespettatore che ormai ha mostrato il fianco, che si è rilassato ridacchiante sul divano, arriva l’affondo, perfetto e chirurgico, che lo trafigge.

Ultimo blocco dedicato all’orrore dell’Olocausto e dei genocidi. Gramellini apre e chiude dal Memoriale del Binario 21 della Stazione di Milano, da cui partivano i convogli blindati per i lager, e nel mezzo la testimonianza dura, ma presentata con la levità che solo una madre può regalare, di Vera Vigevani Jarech, nipote di un deportato morto nei lager nazisti e madre di una diciottenne desaparecida nell’Argentina dei Colonnelli, uccisa dopo un mese di prigionia con un volo della morte, ma della quale non ha avuto notizie se non 20 anni dopo la sua scomparsa.

La sua storia è la testimonianza dell’orrore e del dolore che solo gli uomini sanno infliggere. La pagina dedicata, quindi, al Giorno della Memoria è stata senza dubbio ben costruita. Difficile cambiare canale senza la voglia di saperne di più, difficile non essere coinvolti. Il mio unico rammarico è dato dal sospetto che a vederlo siano rimasti coloro che già son ‘sensibili’ alla vergogna umana. Chissà se c’era anche chi ha scritto sui muri di Roma le offese ad “Hanna Frank” citate da Gramellini. 

Ne dubito.

Di seguito i video delle interviste di Che Tempo Che Fa di domenica 26 gennaio 2014.

Che Tempo che Fa, 26 gennaio 2014: Shoah, la Buonanotte di Gramellini

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22.43 “Partirono in più di 600 tornarono in 23. Buonanotte”. Già. Buonanotte…

22.39 Massimo Gramellini sempre dal binario 21 dà la sua buonanotte raccontando la storia di Liliana Segre, classe 1930, arrestata nel 1943 col padre, portata a San Vittore e poi deportata il 30 gennaio, da quel binario è partita verso i lager.

Che Tempo che Fa: Vera Vigevani Jarach, Shoah e Desaparecidos

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22.35 E Fazio chiude con l’unica cosa che avrebbe potuto fare. Abbracciarla.

22.30 “Per onorare queste persone? Quel che faccio, ricordare. Ma di genocidi ce ne sono anche adesso. E la Shoah non è l’azione di un pazzo. Come si forma lo stereotipo della vittima e quello del carnefice? Quello è un lungo procedimento. La vittima è quello che ci porta via il lavoro, che ruba… Il carnefice è quello che difende la purezza della razza, il paese… Tutto inizia da qui, dal disumanizzare la vittima, renderla una cosa, così è più facile sterminarla. Ma chi si disumanizza sono i carnefici”. Nient’altro da aggiungere.

22.28 Vera Vigevani Jarach chiede a Papa Bergoglio, da argentino, una parola per non dimenticare.

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22.25 La Jarach è andata nella scuola che frequentava a Milano quando fu cacciata per le Leggi Razziali del 1938.

22.21 L’applicazione scientifica, sistematica, chirurgica, spietata del dolore, nell’Olocausto come nell’Argentina della dittatura. Fazio e i suoi ospiti cercano di far passare il messaggio che ogni atto razzista, anche quello che ai più può sembrare ‘insignificante’ è un atto di profonda violenza, di profonda ignoranza ed è profondamente pericoloso.

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22.16 Per 20 anni Vera e la famiglia hanno sperato di salvarla, di avere notizie di lei. Una volta al mese avevano il permesso di chiedere informazioni agli uffici governativi: “Una volta mi hanno detto che probabilmente l’avevano mandata in un altro paese a prostituirsi; un’altra volta mi hanno detto “Ma non stia tanto a preoccuparsi. Faccia finta che sua figlia è in vacanza”…).

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22.11 “Sono una militante della memoria”: si presenta così Vera Vigevani Jarach che indossa sempre il fazzoletto bianco che distingue le madri e le nonne dei desaparecidos. Il nonno è morto nei campi di concentramento, ma la figlia Franca a 18 anni è stata arrestata mentre frequentava il liceo. La sua colpa è quella d essersi impegnata per la democrazia agli inizi della Dittatura. Per meno di un mese fu tenuta prigioniera e torturata all’ESMA. E poi fu uccisa con un volo della morte.

22.10 30.000 compagni desaparecidos presenti ora e sempre: è questa la frase che le Madri di Plaza de Mayo dicono sempre quando omaggiano i propri scomparsi.

22.06 Ma sta per entrare Vera Vigevani Jarach: de Bortoli ricorda la sua storia, che vi abbiamo presentato in anteprima di puntata. Per introdurre la sua storia si trasmette un minuto del film “Il rumore della memoria” che racconta la sua storia.

22.05 “Quelli che hanno imbrattato i muri di Roma scrivendo ‘Hanna Frank’ … Ecco questa è l’ignoranza dei razzisti”: chiosa così Gramellini.

22.00 Il Binario 21 è a un livello inferiore a quello del traffico regolare. Venivano usati per la posta. “In un vagone in cui entravano 8 cavalli, ci stipavano un centinaio di persone. E per arrivare a destinazione ci mettevano una settimana”. Il racconto dell’orrore è appena iniziato.

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21.59 Collegamento con la stazione, dove c’è Massimo Gramellini, che racconta, a modo suo, la storia del Binario. “Non è il binario 9 ¾ di Harry Potter… questo porta all’inferno”. Si incrociano le storie di Vera Vigevani (da qui parte il nonno) e di Liliana Segre, che su quei treni ci è salita.

21.57 E si entra nelle commemorazioni per il Giorno della Memoria con Ferruccio de Bortoli, che ricorda l’importanza del Binario 21 della stazione di Milano, l’unico luogo della deportazione ancora integro in Europa.

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21.52 Omaggio a Claudio Abbado: “Non stava già bene, ma la domenica aveva un appuntamento fisso, seguiva sempre Luciana. E approfittiamo di questo momento per salutarlo.”

Che Tempo che Fa, 26 gennaio 2014: Luciana Littizzetto

21.51 Vabbè intervento davvero inutile stasera. “In forma strepitosa” dice Fazio. Ah beh.

21.48 La notizia farlocca: due vergini a New York consumano la loro prima volta. Ma Greg pesa 200 kg e la ragazza 40 kg. Ah, storia vecchia.

21.46 “E’ tornato Berlusconi. E’ come Lassie. Vent’anni fa oggi, venti anni. Lui è come le cimici, che le butti fuori dalla finestra non fai tempo a chiudere e te le ritrovi di nuovo in casa”. E si parla della sua vacanza in beauty farm…

21.43 La questione del tappo di champagne nella tela del ‘700 alla Regione Lombardia e poi le dimissioni di Cuperlo, dopo Fassina e prima della De Girolamo. “Quelli del PD basta che arrivino con un calzino sbagliato e si dimettono. Non ho capito se sono più permalosi o pirla”.

21.41 E dalla carta igienica alla lettera a Letta, l’unico che può convincere i colleghi europei a usare i bidet. “Li facciamo noi, siamo stati i primi a usarli, alla Reggia di Caserta. Chiudiamo la Fiat e le facciamo fare i bidet, tanto tra la Panda e un bidet… Mastrota fa l’ambasciatore, la Marcuzzi fa vedere come si usano…”.

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21.38 Ah, pare che la strage interessi soprattutto i paesi che non hanno i bidet. Il link alla Francia e a Hollande è immediato.

21.35 Primo argomento: la strage dei boschi per fare carta igienica, perché le aziende non vogliono usare la carta riciclata. Non piace ai clienti… E ovviamente parte la filippica sull’utilità e la funzionalità della carta igienica.

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21.33 Un signore alla Littizzetto: “Posso farle un complimento? La facevo più brutta!”.

21.31 Il dramma barba a Sanremo: farla o toglierla. Lui la vuole tenere, per scaramanzia. Vabbè.

21.29 “Si avvicina Sanremo, il carnevale della televisione, bisogna prepararci”: così Fazio commenta con Luciana Littizzetto il duello con Terence Hill. Che invidia.

Che Tempo che Fa, 26 gennaio 2014: Terence Hill

21.23 “Sarebbe stato un bel modo per festeggiare i 60 anni della tv, fare fuori Don Matteo e Fazio!”: la Littizzetto ci voleva.

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21.20 Scatta il duello! Terence: “Non si è mai visto un cowboy con gli occhiali”. Lezione di duello. Terence Hill vero maestro! Per favore, molla Don Matteo e torna a fare Trinità!!! (PS. Chapeau a Forzano)

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21.15 Volevano doppiarlo anche in Don Matteo, ma lui ha studiato e ha tenuto la sua. Consola sapere che preferisce i cavalli, i fagioli e i cowboys.

21.14 Perché corri in bicicletta? “Perché per fare la scena di Don Matteo che attraversa la piazza mi danno appena tre secondi. Per non farla tagliare corre…”

21.12 Ragazzi, da nove stagioni Terence Hill usa la stessa tonaca! Dice che non è per scaramanzia, ma per dare l’effetto di vissuto, di prete comune. Anche qui ‘neorealismo’. L’abito come lo spolverino del western, la bicicletta come il cavallo…

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21.09 Si torna a raccontare la storia del primo incontro tra Terence Hill e Bud Spencer, ma soprattutto clip imperdibile sui giochi di pistola e schiaffi che tanto fanno ridere della premiata coppia. Ragazzi, tutto girato in piano sequenza: per allenarsi prendeva a schiaffi una colonna. La moglie si preoccupò: “Ma chi ho sposato?”.

21.06 Perché i cowboys sono tutti sporchi? La risposta è interessante: “Prima degli spaghetti western, i cowboys erano sempre con una camicia azzurrina, stiratissimi. Leone invece tolse tutto. Penso che ci abbia influenzato il Neorealismo”.

21.05 Fazio cerca di smarcare Terence Hill da Don Matteo ma non ce la si fa: che tristezza sapere che sul gilettone di cuoio ha fatto incidere Don Matteo…

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21.04 Come fare contento Fazio? Regalandogli un gilet alla Trinità. Invidia…

21.03 Vi tralascio lo scherzo ‘peggiore’ che Terence ha fatto da piccolo: ha spiaccicato una fetta di pane con la melassa sulla guancia della nonna. Un monellaccio da riformatorio!

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21.00 E tocca a Terence Hill. In borghese. Ma Forzano cambia lo studio, ma non per accogliere don Matteo, bensì per far entrare Trinità! Il gilet è fantastico.

Che Tempo che Fa, 26 gennaio 2014: Pietro Grasso

20.54 Ultimi minuti per presentare “Lezioni di mafia”, un dvd nato da un progetto con la Rai: l’obiettivo è che la crminalità non è un fatto di ‘polizia’, ma di cultura… “Ma io sono un ottimista e confido nei ragazzi per cambiare”. Pubblicità.

20.50 Trasformazione del Senato: “Non sono d’accordo con le motivazioni del costo. Sono d’accordo sull’abolizione del bicameralismo perfetto, ma sarei su una specificità delle funzioni, come i rapporti con le Regioni e con l’Europa, una competenza ispettiva e di controllo e una camera della riflessione e della conoscenza. Riflessione sui temi che riguardano i diritti della persona, dalle staminali all’eutanasia, e della conoscenza per mettere a punto ricerche su questi argomenti”.

20.47 Legge Elettorale, le preferenze: che ne pensa? “Rivendico il diritto di esprimere le mie opinioni senza che queste interferiscano sul mio ruolo di presidente. Ci sono aspetti positivi e negativi sulle preferenze, ma io penso che si sia fatto un grande passo avanti. Almeno adesso c’è un testo di cui discutere e poi c’è una disponibilità a discuterne. Penso che liste con pochi candidati, con delle primarie precedenti, possono dare la rappresentatività del territorio, ma vanno messi dei paletti: il candidato deve emergere dal territorio e che non ci si può candidare in più collegi. Penso anche che si possa aumentare la quota del premio di maggioranza e arrivare al 40%. E poi la parità di genere.

20.46 Legge sul voto di scambio, a che punto siamo? “Martedì dovrebbe esserci l’approvazione al Senato sul disegno di legge e spero che si sia unanimità”.

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20.43 Lotta a una criminalità sempre più evanescente ed economica, come? “L’intangibilità di questa criminalità la rende ancor più pericolosa perché distrugge il tessuto sociale ed economico di un Paese”. Gli viene difficile non chiamare ‘colleghi’ i giudici di cui parla. “La Mafia investe sempre di più nelle imprese e nelle aziende del nostro Paese e questo rischia di inquinare tutto il Paese. Come strumenti abbiamo confische e i sequestri, ma è anche vero che le mafie fanno sistema tra loro”.

20.40 Fazio dà a Grasso la notizia delle dimissioni del ministro Nunzia De Girolamo. Nessun commento.

20.36 Le minacce di Riina verso il giudice Di Matteo: per Grasso Riina è un capo perdente all’ergastolo, che non si ‘adatta’ in questa situazione e lancia delle ”fatwa’ a chi vuole raccoglierle all’esterno. Al momento, dice Grasso, non c’è un capo (Messina Denaro sarebbe troppo impegnato nella sua latitanza) e qualcuno che intende prendere la reggenza potrebbe raccogliere ‘l’invito’ e uccidere. Ma Grasso assicura che il PM è ben protetto.

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20.33 Si parte dalle dichiarazioni di Gioacchino La Barbera che ha raccontato al processo che c’era un attentato pronto per lui, a Monreale, dove andava dai suoceri: proprio Grasso fu il primo a capire che si trattava di un attentato ai suoi danni. La coincidenza volle che il pentito inizialmente non si ricordava il nome del giudice da uccidere e quando glielo presentarono se lo ricordò: sa anche che si è salvato per via di una frequenza di un impianto di sicurezza di una banca che interferiva con i comandi. “E così la posso raccontare”.

20.32 “Dopo aver chiesto tante leggi ho pensato di mettermi in gioco in prima persona e di entrare in politica”.

20.30 Ecco, il presidente del Senato Grasso: “E’ sempre un piacere stare qui con voi”. Non è la prima volta che siede al cospetto di Fazio.

20.24 La domanda è sempre la stessa: perché prevedere che sia Filippa Lagerback a fare l’ordine del giorno quando a fa puntualmente Fazio alla fine dell’anteprima? Questa continua dimenticanza (che stasera ha fatto addirittura partire il jingle (quindi anche Forzano se l’è dimenticata?) sta diventando irritante: Filippa, ribellati. Pubblicità. E dopo Grasso.

Che Tempo che Fa, 26 gennaio 2014: Flavio Caroli, l’arte e la guerra

20.25 Come sempre una splendida lezione.
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20.24 Si passa per la guerra vissuta di Beuys per arrivare a A.Z. Musi, che immortala l’orrore dei lager.

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20.18 Il viaggio continua da Bruegel a Goya per arrivare a Dalì e a Picasso, con Guernica, “una specie di meraviglioso film muto”.

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20.10 Si parte con Flavio Caroli che racconta un po’ la storia del rapporto tra l’arte e la guerra. Si inizia da Leonardo e da La Battaglia di Anghiari, di cui ci sono rimaste solo delle copie. ED è qui che entra il senso del tragico nella cultura occidentale.

20.01 Pochi minuti all’inizio della nuova puntata di Che Tempo che Fa.

Che tempo che fa

Sanremo 2014 si avvicina, ma Fazio e Littizzetto non trascurano l’appuntamento domenicale nel prime time di Rai 3.

Che Tempo che Fa, 26 gennaio 2014, le anticipazioni

Ancora una domenica in compagnia di Fabio Fazio e dei suoi ospiti per la versione ‘estesa’ di Che Tempo Che Fa, che seguiremo dalle 20.10 live su TvBlog.

La puntata si presenta alquanto eterogenea per personaggi e argomenti, che spaziano dalla stretta attualità politica all’intrattenimento fictional, passando per un ricordo dell’Olocausto alla vigilia della Giornata della Memoria.

Ad aprire la serata l’intervento di Flavio Caroli, pronto a guidarci alla scoperta del rapporto tra arte e guerra ed è forse un’intro perfetta per l’intervista a Pietro Grasso, Presidente del Senato ed ex Procuratore Nazionale Antimafia, col quale Fazio potrà discutere di legge elettorale, Italicum e di lotta alle Mafie.

Ad alleggerire il clima dovrebbe pensarci Terence Hill, ospite di Fazio in veste di attore, produttore, regista e anche sceneggiatore e non solo di ‘Don Matteo’, di cui pur si celebra la nona stagione e il suo (ancora) clamoroso successo.

Dopo l’intervento di Luciana Littizzetto c’è un momento dedicato alla Shoah: nessun ospite musicale questa sera per lasciar spazio ai ricordi di Vera Vigevani Jarach, scrittrice milanese, classe 1928 che scampò agli orrori nazisti rifiugiandosi in Argentina, ma che perse ad Auschwitz il nonno che non volle abbandonare l’Italia. Ma l’orrore la seguì e durante la Dittatura dei Colonnelli perse la figlia Franca, che appena 18enne entrò nella lista dei Desaparecidos e che secondo alcune testimonianze fu uccisa in un ‘volo della morte’ (ovvero gettata viva da un aereo a mare o nel Rio de la plata).

Vera è tra le fondatrici del movimento delle Madri di Plaza de Mayo. Il suo ‘viaggio’ tra la Shoah e la Dittatura argentina è diventata un documentario trasmesso sotto forma di web serie in sei parti dal Corriere.it, “Il rumore della memoria” diretto da Franco Bechis, anch’egli nipote di ebrei e sequestrato nell’Argentina negli anni ’70 (che ha raccontato con i suoi film).

Ad accompagnare la Vigevani Ferruccio De Bortoli, in veste di Presidente della Fondazione del Memoriale della Shoah. E la buonanotte di Massimo Gramellini questa sera viene dal Binario 21 della Stazione Centrale di Milano, da cui partivano i convogli verso i campi di concentramento tra il 1943 e il 1945 e che è ormai tradizionalmente il luogo delle commemorazioni milanesi.

E in attesa della puntata di stasera vi proponiamo l’intervento di Gramellini nella puntata di ieri.

Foto | Pagina FB ufficiale di Che Tempo che Fa

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