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Quella parola con la L

Volge al termine su La 7 (tra due domeniche l’ultima puntata) la seconda stagione di The L Word, altro esempio di telefilm (in)spiegabilmente passato in sordina. Il basso profilo della sua presenza in tv, infatti, non è certo dovuto a un’assenza di carattere: The L Word è uno dei prodotti più innovativi, curati, coinvolgenti degli

7 Novembre 2006 07:17

The L World Volge al termine su La 7 (tra due domeniche l’ultima puntata) la seconda stagione di The L Word, altro esempio di telefilm (in)spiegabilmente passato in sordina. Il basso profilo della sua presenza in tv, infatti, non è certo dovuto a un’assenza di carattere: The L Word è uno dei prodotti più innovativi, curati, coinvolgenti degli ultimi anni.
Dimenticavo qualcosa? Sì, dimenticavo l’aggettivo utili. Utile è stato scoprire un volto inedito della comunità lesbica (quella losanghelina e patinata, certo), lontano dagli stereotipi del lesbo-chic che imperversano al cinema e nella moda. Ma proprio la novità del soggetto – è in assoluto il primo serial lesbico della storia – ne ha decretato la ghettizzazione.

Un vero peccato, visto che gli sforzi della produzione sono stati quelli di rendere il soggetto estremamente appetibile: personaggi attraenti, splendide location, colonna sonora curatissima, abiti mozzafiato che nulla hanno da invidiare a quelli di Sex and the city (non per niente il tag line era “same sex, different city”) intrighi e storie avvincenti ambientate nella società creativa di West Hollywood. Ottimo anche il cast – dove si conta in realtà una sola lesbica dichiarata – che conta una Jennifer Beals post-Flashdance, nel ruolo della protagonista Bette, e la Dalia Nera Mia Kirshner, decisamente una delle attrici più dotate in circolazione. Lanciata dieci anni fa da Exotica, il sensuale film del suo conterraneo (entrambi vengono dal Canada) Atom Egoyan, Mia interpreta Jenny, il personaggio più sfaccettato della serie: parte come l’ingenua scrittrice eterosessuale, oggetto del desiderio di più di un’amica, per scoprire dolorosamente di amare anche, e forse solo, le donne. Talvolta irritante, nel suo ferire il fidanzato “senza volere”, nella prima stagione, in questa seconda Jenny acquista spessore e rivela poco a poco ombre di un passato doloroso che compare solo come pagina scritta o come allucinazione.

Sul finale di serie vedremo cosa ha così sconvolto Jenny, come supererà l’abbandono di Carmen, la bella dj innamorata della rubacuori Shane, se Bette e Tina riusciranno a ritrovarsi dopo il tradimento della prima e a crescere insieme il figlio che Tina ha in grembo, se la divertente passione della tennista Dana e della giornalista Alice reggerà ai colpi delle ex…
Se saranno in pochi, a rimanere con il fiato sospeso e ad attendere con ansia la terza stagione (già trasmessa sul satellitare Jimmy, mentre la quarta è in post-produzione), la colpa è solo di un ostracismo della Tv “per tutti”, che mescola allegramente imputate di omicidio e soubrette di facili costumi, ma teme di offendere il buon gusto degli spettatori proponendo loro un tipo di amore “diverso”.