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Panicucci, pupa da Milano da bere per una Domenica Cinque imbalsamata

Domenica Cinque – il debutto di Panicucci e Brachino Il vero momento che ha segnato la svolta di Domenica Cinque è tutto racchiuso nell’ospitata di Max Biaggi. In uno studio che sinora aveva accolto solo donne molestate, omosessuali ghettizzati e meteorologi ridicolizzati è arrivata una moto, simbolo del testosterone maschile, per un’intervista incentrata sul campione

pubblicato 16 Gennaio 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 09:29


Domenica Cinque – il debutto di Panicucci e Brachino
Domenica Cinque - il debutto di Panicucci e Brachino Domenica Cinque - il debutto di Panicucci e Brachino
Domenica Cinque - il debutto di Panicucci e Brachino
Domenica Cinque - il debutto di Panicucci e Brachino

Il vero momento che ha segnato la svolta di Domenica Cinque è tutto racchiuso nell’ospitata di Max Biaggi. In uno studio che sinora aveva accolto solo donne molestate, omosessuali ghettizzati e meteorologi ridicolizzati è arrivata una moto, simbolo del testosterone maschile, per un’intervista incentrata sul campione e i suoi successi sportivi, non gli amorazzi o curiosità personali.

A girarci intorno, come la regina delle api, una conduttrice che non ha mai smesso di essere pupa (ma di classe, va specificato). Federica Panicucci sembra appena uscita dal Motorshow e subito pronta per l’happy hour serale a Brera. Basti guardare i divanetti bassi coi cuscini rossi per l’ordinario dibattito sul Gf, che rispetto ai più ruspanti talk della d’Urso sembra un happening.

Perfino del suo lato materno mattutino – che spiccava soprattutto l’anno scorso – neanche l’ombra: la neo-padrona di casa – più tronfia della promozione che emozionata come dice – sembra compiacersi della sua femminilità sofisticata. Col suo fare stucchevolmente perbenino si sente una paladina della tv di qualità, in parole povere una strafiga. Risultato? Domenica Cinque è finita imbalsamata da una flemma insostenibilmente soporifera, complice un Claudio Brachino ridotto a “giornalista di appoggio” per una conduttrice poco versatile.

Il paradosso è che una testata giornalistica come Videonews dovrebbe mantenere una certa coerenza di contenuti e stili. Invece sono i capricci delle primedonne a prevalere: altra conduzione, altra aria in cucina (che ora è quella ‘novelle cuisine’ con la puzza sotto al naso).

Domenica Cinque - il debutto di Panicucci e Brachino
Domenica Cinque - il debutto di Panicucci e Brachino
Domenica Cinque - il debutto di Panicucci e Brachino
Domenica Cinque - il debutto di Panicucci e Brachino

Perché si vede lontano un miglio che la Panicucci schifa le massaie e non vuole avere niente a che farci. Lei si sente più a suo agio come bambola ridens, umilmente grata ai vari conduttori che l’hanno avuta come valletta, dal pigmalione Marco Predolin (non a caso redivivo ospite) all’amico Gerry Scotti (a Paolo Bonolis ha pure fatto da baby-sitter ai figli).

La Panicucci ha ancora il complesso del presentatore maschile onnipotente e questo la rende rispettabile agli occhi delle colleghe altrettanto modeste (non a caso la sua rivale è la d’Urso, l’unica a essere stimata solo dalla De Filippi a cui è accomunata dagli attributi). Questo vecchio retaggio televisivo la rende la perfetta rivale domenicale della Cuccarini: sono due che hanno fatto le co-conduttrici talmente a lungo che, a vederle sole, sembra gli manchi sempre qualcosa.

Perciò l’altra Domenica – come recita la provocatoria sigla dance del maritino Fargetta – vira sul pubblico maschile, per quanto drogato dal calcio, con dei contenuti anti-familiari e metropolitani.

Una delle poche novità che salta all’occhio è figlia di quella Italia 1 da cui la Panicucci, come i vari Enrico Papi, non si è mai emancipata: la tavolata sulla tv degli anni ’80. Tra gli ospiti campeggia Max Novaresi, uno che negli ultimi anni ha fatto vintage di qualità come autore di Quelli che il calcio.

La Panicucci vuole lanciare la risposta Mediaset a Tutti pazzi per la tele, rivolgendosi a un target di 30-40enni nostalgici (pubblico da Matricole e Meteore, più che da rete ammiraglia). E i toni sono talmente stantii, che ti vien voglia di trovare respiro a Domenica In: in questo Lucio Presta, agente di entrambe, è stato straordinario.

Peccato che l’amarcord siano bravi tutti a farla, ma se non ci aggiungi un pizzico di peso specifico (come farebbe un Chiambretti dinanzi a cotanto repertorio) resta naftalina fine a se stessa. Ecco un altro limite della conduttrice: limitarsi a fare il compitino senza mai aggiungere nulla di suo. Rispetta a menadito la scaletta, si accerta di non aver fatto nulla di trash e torna a casa convinta di aver fatto un buon lavoro (oltre che di essere migliore di certe colleghe).

A volte ci si dimentica quanto ‘sporcarsi’ faccia bene: perciò questa Domenica Cinque finisce per essere talmente pulita da farti venir voglia di imbrattarla di proteste. Perché certo finto buonismo è più ruffiano del mai celato paraculismo.

E a proposito di faccette, con che faccia Videonews (dopo aver sfrattato il suo primo e unico volto dal suo studio) torna al d’Urso style da domani pomeriggio?

Federica Panicucci