Home Notizie La Vigilanza Rai blocca la “politica” in tv per un mese: saltano Ballarò, Annozero e Porta a Porta

La Vigilanza Rai blocca la “politica” in tv per un mese: saltano Ballarò, Annozero e Porta a Porta

Niente trasmissioni di approfondimento per la Rai nel periodo pre-elettorale. Dovrebbero saltare così tutti gli appuntamenti di Ballarò, Annozero e Porta a Porta dal 28 di febbraio in poi. Intervento a gamba tesa della Commissione di Vigilanza Rai incaricata di stilare il regolamento sulla Par Condicio in vista delle Elezioni Amministrative del 28 e 29

pubblicato 10 Febbraio 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 18:40


Niente trasmissioni di approfondimento per la Rai nel periodo pre-elettorale. Dovrebbero saltare così tutti gli appuntamenti di Ballarò, Annozero e Porta a Porta dal 28 di febbraio in poi. Intervento a gamba tesa della Commissione di Vigilanza Rai incaricata di stilare il regolamento sulla Par Condicio in vista delle Elezioni Amministrative del 28 e 29 marzo. Su proposta del Radicale Marco Beltrandi, e con i voti di tutti i componenti di centrodestra, è stato esteso ai programmi di approfondimento il rigidissimo regolamento previsto per le Tribune Elettorali.

La modifica normativa, che appare decisamente grottesca, determina di fatto l’impossibilità di andare in onda con un format differente da quello obbligato del paludato residuato della comunicazione politica rappresentato dalle Tribune Elettorali: spazi contingentati per tutti i rappresentati dei partiti politici che si presentano alle elezioni.

La decisione, giunta a tarda sera, è stata commentata con sarcasmo ed efficacia in diretta da Giovanni Floris, impegnato nella conduzione di Ballarò: “Cosa farò in quel mese di vacanza? Guarderò Canale 5“. Chiaro il riferimento al fatto che molto difficilmente Mediaset sospenderà le sue trasmissioni di approfondimento, da Matrix in giù.

Beltrandi, accusato dai membri del Pd della Commissione di Vigilanza di essere “complice” del centrodestra, ha spiegato meglio la reale portata del provvedimento di cui è relatore:

Le nuove disposizioni stabiliscono che i programmi di approfondimento possano scegliere: o devono ospitare nei loro spazi le tribune politiche, oppure possono andare in onda in orari e fasce diverse. Dipenderà da Vespa, da Floris, da Santoro, cioè dai responsabili delle trasmissioni. E in ogni caso, se decideranno di andare in onda in altre fasce orarie e si occuperanno di politica, dovranno obbedire alle regole della comunicazione politica e cioè delle tribune

Quindi, qui l’ulteriore novità secondo questa interpretazione, si tratterebbe di un vero e proprio “esproprio” delle fasce orarie riservate all’approfondimento in favore delle Tribune Elettorali. Se fosse realmente così sarebbe ancora più inquietante.

Michele Santoro, tanto per fare un esempio, non potrebbe scegliere di andare in onda nella sua collocazione del giovedì sera senza politici come aveva già fatto prima della tornata elettorale del giugno 2009, ma dovrebbe comunque cedere il passo e per un mese intero.

Furiosa la reazione del Partito Democratico, che ha abbandonato i lavori della Commissione in segno di protesta. Fabrizio Morri parla di “rischio” anche per altre trasmissioni della Rai:

Quello che è accaduto è molto grave: il centrodestra, complice Beltrandi, ha votato la soppressione delle trasmissioni di approfondimento giornalistico nell’ultimo mese di campagna elettorale: dunque ‘Porta a Porta’, ‘Ballaro, ‘Annozero’ salteranno, cosa mai accaduta prima e che la legge non chiede, e per estensione due terzi del palinsesto di Raitre rischiano la cancellazione. La norma approvata, infatti, prevede che al posto di queste trasmissioni si facciano tribune elettorali, sottoposte alle regole rigide della ripartizione paritaria fra tutti i soggetti politici

Carlo Verna dell’Usigrai annuncia uno sciopero rispondere a quello che viene definito un “bavaglio”:

Domani stesso apriremo le procedure per lo sciopero dopo la decisione della vigilanza dimettere il bavaglio all’informazione Rai durante la campagna elettorale. Si stanno minando le ragioni stesse del servizio pubblico. Una assurdità.