Home Ballarò Maurizio Crozza a Ballarò del 29 gennaio 2013 (video)

Maurizio Crozza a Ballarò del 29 gennaio 2013 (video)

19esimo appuntamento stagionale col talk show di Rai 3 condotto da Giovanni Floris. Ecco la copertina satirica.

29 Gennaio 2013 22:04

Anche stasera la puntata di Ballarò, (seguita in diretta da PolisBlog) si è aperta con la satira di Maurizio Crozza, il quale ha divertito soprattutto nei panni di Antonio Ingroia (ospite nell’ultima parte del programma). Ma andiamo per ordine. Dopo aver suggerito a Giovanni Floris di contattare anche Mina, visto il ritorno in tv di Grillo, Crozza ha lanciato un appello, disperato:

Non possiamo votare domenica? non la reggo più la campagna elettorale. Il loro scopo non è convincerci, ma sfinirci.

Crozza ha quindi deriso Casini, ospite in studio, anche lui provato dalla competizione elettorale. Da George Clooney a Beppe Severgnini. Poi sempre rivolto al leader dell’Udc:

Lei è una legge della fisica: nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si ricandida.

Per far capire da quanto tempo Casini siede in Parlamento Crozza ha citato il possibile commento di Andreotti che da casa avrebbe detto: “basta Casini”.

Infine, al centrista il comico ha rivolto i complimenti per aver candidato Memo Remigi a Milano e ha rilanciato:

Lino Toffolo a Venezia, non ci ha pensato?

Crozza è quindi passato ad Anna Finocchiaro, alla quale ha ricordato che “manca ancora un mese per perdere le elezioni“:

Dopo il Mps avete qualche altra puttanata da giocarvi come jolly?

Poi sul paragone-gaffe tra parlamentari e bidelle il comico ha detto:

Come si fa a paragonarle? Le bidelle lavorano!

Infine, prima di passare all’imitazione del “nato sfinito” Antonio Ingroia, Crozza non ha evitato di commentare l’exploit di Berlusconi su Benito Mussolini:

Ha detto che Mussolini ha fatto cose buone. Poi si è addormentato. Non poteva addormentarsi prima?

L’ultima freddura ha riguardato la sentenza sulla strage di Ustica:

Lo Stato dovrà risarcire le vittime. Dopo 33 anni, finalmente una prima verità: abbiamo uno Stato.

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