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RadioBlog – Rtl 102,5: il patron Lorenzo Suraci indagato

L’inchiesta è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro

pubblicato 13 Agosto 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 11:52

Lorenzo Suraci, patron di Rtl 102,5, è indagato in un’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che, già nell’aprile 2014, aveva perquisito le sedi e le redazioni dell’emittente radiofonica. Il sostituto procuratore della dda Pierpaolo Bruni ha notificato un’avviso di comparizione a Suraci che, assistito dai suoi legali Vittorio Virga e Sergio Rotundo, ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere.

La notizia è stata lanciata dal Quotidiano del Sud. Per il momento c’è il massimo riserbo sul dettaglio delle contestazioni mosse al patron di Rtl 102.5, che in una lettera inviata al Fatto Quotidiano ha confermato di essere stato convocato in Procura nei giorni scorsi e ha respinto ogni addebito:

Sono stato in Procura, a Catanzaro, perché convocato dal Signor Procuratore, dopo che mi è stato notificato un avviso di garanzia. Non nascondo un forte disagio, nel vedere accostare il mio nome e la mia attività, a un mondo che mi è del tutto estraneo. Sono certo che tutto si chiarirà, nel migliore e più soddisfacente dei modi. Spero anche in tempi ragionevoli, essendo questo il diritto riconosciuto ai cittadini onesti.
Ai fatti citati nell’avviso di garanzia abbiamo già fornito ampia spiegazione documentale, consentendo agli inquirenti di ricostruire tutti i passaggi, fattuali ed economici, delle vicende di cui si occupano.
Non ho nulla né da temere né da nascondere. Sicché non c’è stato nulla da aggiungere. Non mi resta che attendere, fiducioso, che mi sia resa giustizia.

L’inchiesta trae origine dall’operazione Lybra conto la cosca Mancuso; un filone di quell’indagine è stata sviluppata dai carabinieri che adesso vogliono fare luce sui rapporti tra Rtl e la ‘ndrangheta. Gli accertamenti degli investigatori si stanno concentrando sulla figura di Nicola Tripodi, presunto boss della cosca di Vibo Valentia. Tripodi risulta dipendente della società Gest.i.Tel. Srl, che fabbrica apparecchiature per le telecomunicazioni, sistemi antifurto e segnalazioni antincendio. Una società gravitante a pieno titolo nel gruppo Rtl.

Il Pm Bruni sta indagando sull’assunzione di Tripodi per capire il motivo che ha spinto l’emittente radiofonica ad avere tra i suoi dipendenti personaggi ritenuti vicini alla pericolosa cosca di Vibo Valentia.

La dda di Catanzaro ha accertato l’esistenza di “rapporti finanziari e societari” tra Rtl, la ditta individuale “Music & Co. Di Campennì Cosimo” e la “Campennì Ferraro Management Srl”, società che “dalle risultanze investigative – si legge nel decreto di perquisizione disposto dalla Dda – “sembrerebbero essere una sorta di concessionaria con esclusiva per ciò che attiene gli spettacoli organizzati in Calabria da Rtl”.

Inoltre gli investigatori si stanno concentrando su alcune sospette operazioni bancarie che, secondo la procura, sono riconducibili ai rapporti tra la società Open Space Pubblicità Srl (concessionaria di Rtl, ndr) e Cosimo Campennì, parente dei Mancuso e titolare della sua ditta individuale e della “Campennì e Ferraro Management srl” che è fallita.

Nel decreto si legge:

Campennì Cosimo risulta avere rapporti di affinità con Mancuso Giuseppe in quanto figlio di Campennì Eugenio e Rizzo Domenica, sorella di Rizzo Caterina, moglie di Mancuso.