Trilussa, l’amore, la poesia, e la storia (confusa) di un poeta. Placido limitato dal romanesco

Sarebbe scontato pensare che per una fiction su uno dei poeti più famosi di Roma il protagonista debba essere romano doc. Non è detto che però le cose scontate diventino poi realtà: ad interpretare il protagonista in “Trilussa. Storia d’amore e di poesia”, in onda su Raiuno, è Michele Placido, che si impegna al massimo per portare in tv il celebre artista e tutta la sua sfacciataggine di fronte alle imposizioni del regime che governava negli anni in cui la sua carriera era all’apice.

L’impegno di Placido, innegabile e capace di essere sfrontato il giusto, non rende però abbastanza: il suo romanesco, forzato e non spontaneo, si fa pesare durante tutta la fiction, tanto da far domandare come mai la produzione non abbia preferito puntare su un nome altrettanto capace ma più realistico dal punto di vista dialettale. Il primo pensiero cade su Gigi Proietti, che pare sia stato inizialmente coinvolto nel progetto, per poi abbandonarlo per altri impegni.

Placido, come detto, ce la mette tutta, e concentra il suo lavoro sul lato più irriverente di Trilussa, uno dei pochi artisti capace di tenere testa al Duce senza finire nei guai. Il rispetto che il poeta si è guadagnato negli anni si evince tutto dal mondo che viene rappresentato nella miniserie, composta da personaggi vari, a tratti stereotipizzati, ma sempre riverenti nei confronti di Trilussa.

Trilussa. Storia d’amore e di poesia


Un lavoro, quello di Placido -accompagnato da una dolce Monica Guerritore nei panni della governante Rosa- che perde valore di fronte ad una sceneggiatura incapace di catturare il pubblico. “Trilussa” racconta molto, ma lo fa in maniera confusionaria e senza approfondire nulla: il contesto storico emerge, ma offusca il tentativo del protagonista di far nascere una diva per sfida passa in secondo piano, quando invece, se opportunatamente sfruttato, sarebbe potuto diventare la colonna portante del racconto della poetica dell’artista. E la storia si perde tra i tentativi di intraprendere più direzioni.

L’ironia dissacrante tipica del poeta romano, stranamente a quanto si possa pensare, non riesce a prendere il sopravvento, diventando protagonista solo di alcune scene, in cui Placido riesce proprio a dare il meglio. Come a dire: l’origine dell’attore poco conta se il personaggio che interpreta è sorretto da una buona logica narrativa che renda merito alla sua storia.

Difficoltà dialettali e narrazione a parte, bisogna evidenziare l’impegno di Raiuno di raccontare un personaggio nota a pochi oltre i confini laziali: Trilussa, da poeta scomodo ma amato dal popolo, ha legato la sua vita a Roma. Ben venga, quindi, un filone di fiction che riesca a raccontare al resto degli italiani le vite di personaggi come questo. Ma a condizione di una maggior chiarezza ed accuratezza nelle scelte narrative e non solo.

Trilussa. Storia d amore e di poesia, il film-tv su Raiuno