Home Povera Patria, Annalisa Bruchi a Blogo: “Semplifichiamo la politica per disinnescare la propaganda”

Povera Patria, Annalisa Bruchi a Blogo: “Semplifichiamo la politica per disinnescare la propaganda”

Povera Patria raccontato da Annalisa Bruchi.

pubblicato 21 Settembre 2019 aggiornato 2 Novembre 2020 10:07

La politica tradotta nel suo quotidiano, con grande attenzione agli effetti concreti – economici e sociali – di quel che accade fuori e dentro i palazzi del potere.

“Semplificare la politica e raccontare cose diverse, da punti di vista insoliti. Vorrei che alla fine della puntata chi ci segue dicesse ‘Ah, a questo non avevo pensato'”.

Si può sintetizzare così, con le parole di Annalisa Bruchi, la filosofia di Povera Patria, che torna lunedì 23 settembre su Rai 2 in seconda serata, con la sua terza stagione. L’approfondimento della seconda rete ritrova al ‘comando’ una ormai rodata squadra composta da Annalisa Bruchi, Aldo Cazzullo e Alessandro Giuli, con Alessandro Poggi che firma l’Agenda politica della settimana. A pochi giorni dall’esordio, abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata con la Bruchi su quel che sarà il programma e anche su un’estate politica a dir poco effervescente.

“Non sai quanto mi sia dispiaciuto non essere in onda per seguire la grande soap opera dell’estate. Parlo di soap non per smuinire una situazione complicata, che avrà ripercussioni sulla vita di tutti noi, ma perché ci sono state tanti personaggi, tale  linee narrative diverse, tanti colpi di scena e poi è stata davvero molto seguita…”

ci confessa la Bruchi. E da questo spunto partiamo per la nostra piacevole chiacchierata sul racconto dell’attualità politica e sul taglio narrativo scelto per questa nuova edizione. La situazione politica è peraltro in continua evoluzione.

Qual è la filosofia di questa edizione di Povera Patria?

Parola d’ordine ‘semplicità’. L’obiettivo è quello di semplificare il racconto della politica rivolgendoci al grande pubblico, non tanto agli addetti ai lavori, che magari tendono a parlarsi addosso e a dar rilevanza a dettagli e retroscena che possono intrigare ma non aggiungono nulla all’evoluzione della situazione. Semplificare per far chiarezza.

Messa così penso alla Maratona Mentana, che si nutre di dettagli, retroscena, colpi di scena, analisi di scenario, mosse e contromosse, che poi ne costituiscono la bellezza…

Ne sono appassionata, l’ho seguita e mi sono molto ‘divertita’ quest’estate. E in quel caso è la no-stop stessa a richiederti un certo tipo di racconto. Poi però magari la gente in spiaggia mi chiedeva ‘Ma cosa che sta succedendo?’, nonostante fosse ormai ‘chiaro’ che ormai sarebbe nato un nuovo governo. E allora il punto è proprio quello: andare al succo della questione.

Potremmo definire Povera Patria un programma di divulgazione politica?

Direi di sì. Non a caso diamo sempre molto spazio all’economia, al perché cambiano i numeri, cosa vogliano dire certi parametri. Faccio un esempio: al netto di scissioni e di riposizionamenti politici, il nuovo Governo deve varare la Legge di Bilancio: cercheremo quindi di capire e spiegare cosa vuol dire e cosa comporta ogni diversa scelta. In più come sempre verificheremo quello che dicono i politici con il nostro fact-checking. Ci saranno, insomma, diversi livelli di racconto, col commento di esperti e la partecipazione dei politici, ma l’obiettivo è quello di parlare al cittadino e non agli addetti ai lavori. Usare un linguaggio semplice è la cosa più difficile: spiegare con i paroloni non serve.

Un manuale d’uso dell’attualità politica, quindi. 

Esatto. Penso sia una caratteristica di tutti i programmi che ho fatto e in più ho la fortuna di lavorare con un grandissimo giornalista come Aldo Cazzullo, che ha un modo diretto e unico di raccontare i fatti, e con Alessandro Giuli, con il suo punto di vista peculiare. In questo modo riusciamo ad avere una visione globale di quel che succede, da diverse prospettive, spesso opposte. A questo aggiungo la forza dei nostri servizi e delle nostre inchieste: vengo dalla scuola di Giovanni Minoli e il video ha una grande importanza nel racconto non solo della politica, ma della vita reale, che è poi quella che interessa i cittadini.

Avere politici in studio non si traduce in fondo in una continua lotta per disinnescare la propaganda?

Sì ed è anche questo il bello: nel nostro piccolo cerchiamo proprio di fare quello. Il punto è riuscire a fare le domande che vorrebbero fare i cittadini a casa: io vorrei riuscire a fare questo, farci portavoce dei cittadini a casa. E senza essere aggressivi, ma facendo domande con gentilezza e ponendoci in un certo modo riusciamo anche a superare le barriere da propaganda, raccogliendo spesso dichiarazioni esclusive.: fu proprio a noi che il Premier Conte disse che il 2019 sarebbe stato “un anno stupendo…”.

Usi spesso la parola “cittadini” e quindi mi viene d’istinto da chiederti se ci sono parole ‘vietate’ nella costruzione del programma. Penso all’abuso di “popolo” vs “elettori”, per dirne una…

No, non abbiamo parole ‘bandite’. Di certo non ci piacciono, e non usiamo, parole troppo forti così come non ci appartengono toni accesi e violenti. La rissa è bandita, quella sì. Poi io Aldo e Alessandro siamo molto diversi e ci compensiamo a vicenda: ognuno sceglie le proprie parole, con la massima libertà. Quella libertà che Rai 2 ci ha sempre garantito: fin dall’inizio Freccero ci ha detto “Fate quello che volete, basta che lo fate bene”.

Come nasce una puntata di Povera Patria?

Con anticipo e grande cura, ma poi magari buttiamo via tutto un minuto prima della diretta perché è successo qualcosa di imprevedibile. Anche questo è il bello di un settimanale. Io nasco autore televisivo… fu Minoli a spingermi alla conduzioneo e andò bene…  ma la scrittura è la parte più divertente. Decidi cosa vuoi raccontare e poi cerchi di costruire uno storytelling: si propongono idee per i filmati, nomi di esperti da invitare, si immaginano schede, si cercano immagini di repertorio e poi si cerca di riunirli nel modo migliore nella scaletta: si monta, si smonta, si alternano i pezzi. E questo è il lavoro più bello. Il settimanale poi ti permette di fare un racconto più ragionato e costruito, altrimenti sarebbe un quotidiano una volta la settimana. La conduzione arriva dopo…

Cosa vorresti che i telespettatori commentassero o dicessero al termine della prima puntata?

“Ah, non ci avevo pensato!”. “Punto di vista interessante…”. In pratica riuscire a raccontare non la solita cosa o comunque non dal solito punto di vista. C’è un’offerta di talk politici in tv davvero ricca e diciamo pure che il genere è rinato dopo un periodo in cui sembrava essere finito. Ecco perché vorrei che i telespettatori trovassero in noi qualcosa di più o di diverso da quello che possono trovare altrove.

Cosa ti auguri per la ‘nostra’ Povera Patria e per la ‘tua’.

Mi auguro che chiunque ci sia governi per il Paese, con fini comuni, progetti a lungo termine, e non pensi solo alla propria campagna elettorale. Siamo un paese meraviglioso, il secondo paese manufatturiero europeo, tutti si riempiono la bocca dei ‘giovani’ per i quali però non si fa mai davvero nulla: visto che tutti dicono di non essere attaccati alla poltrona lo dimostrassero con decisioni magari meno popolari ma più strategiche.

A proposito di campagne elettorali permanenti, si pensava che con Berlusconi si fosse arrivati all’apice della personalizzazione e del consenso a ogni costo…

… e invece ormai siamo in una fase ancora diversa. Ed è cambiato in questi anni anche il racconto politico, per colpa o grazie ai cellulari. La vera rivoluzione è questa. I politici ormai passano prima per i social, tra tweet e dirette senza contraddittorio. E’ molto più semplice cantarsela e suonarsela da soli. Il racconto televisivo per forza di cose gli va dietro. La difficoltà è seguirli senza assecondarli? Forse sì. Di certo sono cambiati i tempi della comunicazione: ora praticamente non c’è sosta. Per noi che raccontiamo la politica cercare di filtrare, interpretare, studiare queste nuove modalità è la vera rivoluzione.

E tornando al programma, cosa si augura Annalisa per la ‘sua’ Povera Patria? 

L’augurio è quello di fare un buon lavoro. Siamo la Rai, siamo servizio pubblico e quel che vorrei, banalmente, è fare un buon lavoro.

La risposta migliore, non c’è che dire. L’appuntamento quindi è per lunedì 23 settembre in seconda serata su Rai 2 con la prima puntata di Povera Patria.

Annalisa BruchiRai 2