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Oggi è un altro giorno, l’orologio di Floris segna le 11 e 20. Il programma ha blocchi registrati?

A Oggi è un altro giorno l’orologio di Floris segna le 11.20. Nell’intervista si evita ogni riferimento ai temi affrontati poco prima. Blocco registrato?

pubblicato 24 Ottobre 2020 aggiornato 3 Novembre 2020 15:30

Oggi è un altro giorno, ma pure un’altra ora. Nel talk condotto da Serena Bortone va in scena il mistero dell’orologio di Giovanni Floris che, durante l’intervista andata in onda in coda al programma, segnava le 11 e 20. Peccato che si fosse nel pieno del primo pomeriggio, a pochi minuti dall’avvio de Il paradiso delle signore.

Nella settimana dei complottismi sulla conferenza di Giuseppe Conte, con l’orologio del premier che poi si è rivelato semplicemente non funzionante, spunta un altro aspetto anomalo, stavolta tutto legato alle dinamiche televisive. Niente di grave, ci mancherebbe, anche perché se blocco registrato è stato, questo ha riguardato solo l’ultima parte della trasmissione, separata da una mini-clip sugli 80 anni di Pelé e successiva ad un ampio aggiornamento sull’emergenza covid e sui provvedimenti che, in tempo reale, il governatore Vincenzo De Luca stava predisponendo per la Campania.

Senza escludere a priori un guasto all’orologio di Floris (non si sa mai), va rilevato come lo stesso giornalista nel corso del confronto con la Bortone abbia anche fatto riferimento ad un precedente collegamento della conduttrice con Antonio Di Bella, ritenuto uno dei suoi padri professionali. Nella puntata di venerdì però il corrispondente dagli Usa non ha mai fatto capolino.

Sebbene Floris fosse lì principalmente per promuovere il suo ultimo libro (“L’alleanza”), di coronavirus si è parlato, ma in maniera assolutamente generica. Nessun accenno alle ultimissime notizie, con il caso Campania non citato nemmeno di striscio.

Di trasmissioni pomeridiane registrate ne sono pieni i palinsesti. Tuttavia, un talk che si concentra sulla stretta attualità dovrebbe avere la continua possibilità di pescare dalla cosiddetta ‘ultim’ora’, evitando il serio rischio di apparire, seppur involontariamente, anacronistico.