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Hard Time for Primetime: cambiamenti in vista per il sistema televisivo americano

Tempi duri per i canali generalisti americani. La minaccia dello sciopero degli attori all’orizzonte, la crisi economica e un progressivo calo di ascolti stanno scuotendo alle fondamenta i modelli su cui si sono basati per anni i network televisivi statunitensi e presto potrebbero essere messi in pratica drastici cambiamenti che mai si sarebbero potuti ipotizzare

di corbetz
27 Novembre 2008 15:20


tv esplosione exploding Tempi duri per i canali generalisti americani.
La minaccia dello sciopero degli attori all’orizzonte, la crisi economica e un progressivo calo di ascolti stanno scuotendo alle fondamenta i modelli su cui si sono basati per anni i network televisivi statunitensi e presto potrebbero essere messi in pratica drastici cambiamenti che mai si sarebbero potuti ipotizzare fino a qualche anno fa.

Dopo aver riportato la crisi delle reti Mediaset la scorsa settimana, Variety Weekly punta ora i riflettori in terra americana prendendo atto che i Big Five Network (ABC, CBS, NBC, Fox e The CW) hanno perso – dato aggregato – il 13% degli ascolti nella fascia 18-49 rispetto alla stessa stagione dello scorso anno. Il che fa avvicinare sempre piu’ l’ascolto aggregato delle reti via cavo a quello delle reti generaliste. Questo unito al fatto che i tre principali costruttori d’auto (i primi inserzionisti del mercato televisivo americano) sono in grande difficolta’ economica, cosi’ come molti altri investitori pubblicitari. Accompagna l’articolo un’immagine che riporta il confronto dei dati in milioni di household (famiglie) di tre tra i piu’ grandi successi televisivi di tutti i tempi: I Love Lucy (1954, 49,3 milioni), The Cosby Show (NBC, 1985, 33,7 milioni) e CSI (CBS, 2008, 12,7 milioni).

Ben Silverman (co-chair di NBC-Universal Media Studios) sostiene pero’ che non sono tanto importanti gli ascolti quanto i profitti. E riporta il caso dello show My Own Worst Enemy, che e’ stato da poco cancellato per gli ascolti molto deludenti. Si e’ aspettato tanto per decidere per via di un importante contratto di sponsorizzazione che legava General Motors a questo prodotto. Ma a un certo punto i dati si sono rivelati controproducenti anche per l’inserzionista.

Tra i possibili scenari che potrebbero verificarsi nei prossimi mesi:

– Uno dei network “tradizionali” – ABC, NBC o CBS – potrebbe imitare Fox e ridurre di un’ora la propria programmazione in prima serata (limitandosi allo slot 20-22 o 21-23), restituendo questi 60 minuti alle affiliate. La popolazione americana tende sempre di piu’ a svegliarsi presto al mattino e ad andare a letto altrettanto presto la sera: i network ne hanno preso atto e sembrano intenzionati ad adeguarsi a questo cambiamento sociale adattando la fascia di prima serata, per intercettare il maggior pubblico possibile.

Taglio di ben 7 ore nella programmazione di daytime per ridurre in modo considerevole i costi. Tra le ipotesi al vaglio c’e’ quella di avvicinarsi sempre di piu’ al modello di un canale via cavo: meno produzioni originali e piu’ repliche. Al momento le stagioni gia’ trasmesse dai broadcast network vengono infatti vendute ai canali via cavo per le repliche e per recuperare parte dei costi, ma perche’ non sfruttarle proprio sulla rete originale di messa in onda ?

– Modello che prevede la realizzazione completa in outsourcing di alcune fasce di ascolto al momento deboli come ad esempio il venerdi’ e il sabato notte. Un esperimento (fallimentare) si e’ da poco concluso su The CW nello slot della domenica notte. I manager televisivi continuano a credere nella bonta’ di questo modello e sostengono che The CW abbia sbagliato solo la realizzazione, ma non il principio. E’ vero ad esempio che tale sistema ha funzionato in passato: ne e’ un esempio la programmazione per bambini made by Disney e Nickelodeon in onda sabato e domenica mattina sulle reti generaliste. Anche se ormai questi prodotti comunque non funziano piu’ bene come qualche anno fa.

– Per la prima volta in assoluto gli infomercials verranno sdoganati in daytime su un broadcast network. La nostra formula di televendita/telepromozione ora e’ infatti qui relegata solo sui canali di home shopping o in tarda notte, ma sempre e solo via cavo. Fox invece sta preparando Weekend Marketplace, un programma-contenitore in onda da gennaio 2009 il sabato mattina, in cui gli inserzionisti potranno parlare diffusamente dei propri prodotti in un contesto di contenuto omogeneo e di intrattenimento.

– Alcuni network generalisti stanno pensando di abbandonare la trasmissione via etere e distribuire esclusivamente il proprio segnale via cavo/satellite. Questo consentirebbe loro di snellire in modo cospicuo la propria struttura produttiva, in un momento – tra l’altro – in cui anche le affiliate sono in difficolta’. L’ipotesi – drastica – non e’ poi cosi’ remota dato che una decina di anni fa NBC e ABC non ci hanno pensato due volte ad abbandonare il non piu’ redditizio settore radiofonico. NBC inoltre sostiene di considerare seriamente questa idea da piu’ di 10 anni.

grafico ascolti money ricavi

– Il presidente di Fox Networks Tony Vinciguerra si chiede quando arrivera’ il momento in cui i numeri degli ascolti diventeranno talmente bassi da convincere gli inserzionisti a non comprare piu’ spazi pubblicitari. “Per ora non siamo a quel punto” ribadisce. Fa invece notare come gli inserzionisti paghino molto di piu’ anno dopo anno nonostante gli ascolti diminuiscano. E’ un paradosso, ma i network per ora sono economicamente compensati dalla perdita degli ascolti perche’ gli inserzionisti, per mantenere la stessa copertura comunicativa, devono comprare molti piu’ spazi di prima. “Sono cambiate le abitudini di ascolto” prosegue Vinciguerra, “ma confido che il mercato sara’ in grado di trovare un nuovo equilibrio e riorganizzarsi”.

– Molti manager si chiedono quindi se sia finalmente giunto il momento di mettere in atto tutti quei cambiamenti di cui si parla da anni. Se lo sciopero degli sceneggiatori poteva essere la perfect storm pet attuare i cambiamenti, la crisi economica viene definita la ultimate perfect storm. Nei prossimi anni si prospetta una sempre maggiore integrazione con internet e un progressivo abbandono del piccolo schermo da parte delle audience piu’ giovani. Con una metafora, l’articolo conclude dicendo che “se prima si procedeva a velocita’ rallentata con gomme vecchie, ora e’ davvero giunto il momento di cambiare le gomme, definitivamente”.

Buon Thanksgiving a tutti e riflettiamo su se e come questi cambiamenti potrebbero costituire fonte di ispirazione anche per la nostra televisione italiana.