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Intervista (di repertorio) a Umberto Brindani, ex-direttore di Sorrisi

Sulla scia dell’enorme interesse per l’improvviso cambio di direzione del Sorrisi e Canzoni Tv, rendiamo pubblica su queste pagine un’intervista che non era più online, rilasciatami nel gennaio 2006 da Umberto Brindani. Sin da allora, il giornalista predicava che il suo mestiere non è fatto solo di ambizione ma anche di etica. Non a caso,

22 Giugno 2008 09:00

umberto brindani Sulla scia dell’enorme interesse per l’improvviso cambio di direzione del Sorrisi e Canzoni Tv, rendiamo pubblica su queste pagine un’intervista che non era più online, rilasciatami nel gennaio 2006 da Umberto Brindani. Sin da allora, il giornalista predicava che il suo mestiere non è fatto solo di ambizione ma anche di etica. Non a caso, i tantissimi commenti arrivatici sono per larga parte di sostegno e supporto alla sua riconosciuta professionalità.

In un suo editoriale ha lanciato una provocazione contro lo snobismo intellettuale chiedendosi “perchè negare diritto di cittadinanza proprio agli aspetti che riguardano tutti noi più da vicino”. Crede che la contaminazione tra cultura alta e cultura di massa, oggi, sia possibile o rimanga un tabù?

Io vengo da un’esperienza lontana da quella di Chi, ho lavorato quasi vent’anni a ‘Panorama’, quindi so di cosa parlo. C’è una forma di snobismo, una forma di rifiuto da gran parte della cultura italiana nei confronti di quelle che sono considerate vicende di secondo piano e che vedono come protagonisti personaggi di serie c. Io penso, invece, che si debba tener conto delle richieste del pubblico. I giornali che si occupano di celebrità, di tv, di storie personali e private delle persone non si esauriranno mai in tutta Europa, in tutto il mondo, e sono quelli che funzionano meglio. E dunque perchè vendono di più? Vuol dire che c’è una grande domanda di questo tipo di informazione. Da qui bisogna partire per affermare che questo tipo di giornalismo ha, o dovrebbe avere, un perfetto diritto di cittadinanza, esattamente come il giornalismo politico, economico o quant’altro.

A tal proposito, sente di identificarsi nella linea nazionalpopolare di ‘Di Più’ o in quella patinata di ‘Novella 2000’?

Beh, in nessuna delle due naturalmente. ‘Di Più’ di Sandro Mayer è un giornale di grande successo, forse il primo vero grande giornale nazionalpopolare italiano. ‘Novella 2000’, diretto da Luciano Regolo, è un giornale esclusivamente di gossip e per gossip intendo notizie non necessariamente verificate. Io faccio un altro giornale che si occupa del privato di personaggi famosi, cercando sempre la massima attendibilità nella notizia riportata.

‘Star Tv’ prima e dopo Roberto Alessi, un direttore che irrompe come opinionista fisso in un reality. Qualcosa è cambiato?

Il caso in questione è molto particolare. Io sono il direttore editoriale di ‘Star tv’ e quindi condivido con Alessi la linea editoriale del giornale. Star Tv è un giornale che è nato come televisivo e si è poi spostato di recente sulle celebrities perchè è finito sotto il cappello di Chi. E’ un giornale che deve occuparsi di personaggi televisivi e lo fa in modo allegro, sbarazzino perchè il suo target è molto giovane. E’ una rivista da cui non ci si aspetta notizie particolari ma occasione di svago e divertimento. In questo cocktail ci può stare benissimo la presenza del direttore in alcune trasmissioni televisive, fra l’altro la figura del direttore, se diventa visibile televisivamente, produce anche effetti positivi per il giornale. Questo vale anche per me. Io cerco di selezionare le mie apparizioni televisive ma so che non ne posso fare a meno, perchè si deve creare una forma di riconoscibilità del direttore, nonchè di interazione con gli spettatori che sono anche dei potenziali lettori.

Qual è lo scoop di cui va più orgoglioso?

Chi ha realizzato tanti scoop, ci siamo occupati bene di vicende di cui posso dire che vado orgoglioso. Come quella che ha riguardato la Hunziker, o ancora quelle che hanno interessato Simona Ventura e Sabrina Ferilli. Sicuramente, su questi eventi, ci siamo documentati in lungo e in largo.

E quale, invece, lo scoop che non darebbe mai?

Lo scoop che non vorrei fare mai è quello che provoca danni alle persone. E’ importante riuscire a parlare del privato di personaggi ma fermandosi quando c’è il rischio di intaccare le famiglie, soprattutto i bambini.

Deformazione professionale a parte, quale tipo di offerta televisiva desta maggiormente il suo interesse?

Io amo molto il calcio, sono un tifoso interista, quindi non mi perdo una partita della mia squadra del cuore. Mi piacciono, ma questo fa parte del lavoro, i telegiornali. E quando la tv è fatta bene e con intelligenza, apprezzo molto i programmi come Real Tv, perchè fanno vedere fatti veramente accaduti.

Dal 9 gennaio ‘Chi’ avvia una sinergia con la redazione di Verissimo grazie alla collaborazione di Alfonso Signorini. Come vive questa nuova avventura?

La sinergia tra noi e Verissimo è una scommessa che dipende molto dalla personalità di Alfonso Signorini, vicedirettore di ‘Chi’ che è anche personaggio televisivo e, come tale, grande esperto di gossip e cronaca rosa. Chi è il grande giornale degli scoop, Verissimo è un importante rotocalco televisivo, io penso “che la cosa ci possa stare”. Tra l’altro i tentativi di collaborazione tra carta stampata e tv non sono facili, quindi non sappiamo come finirà. Potrebbe essere un’opportunità per tutte e due le testate oppure no.

Paola Perego fa il nome di Bettarini come nuova recluta di Verissimo e si scatena un polverone mediatico. Lei che opinione si è fatto sul caso?

Quella della Perego è un’affermazione che ha fatto proprio in un’intervista a Chi, dicendo “mi piacerebbe proporre la figura di Bettarini come inviato in alcune situazioni”. Credo che per Verissimo sia niente di più di un’idea che lei ha, una proposta che probabilmente lei pensava di fare. Tutto lo scandalo montato da chi è contrario a questa ipotesi mi sembra francamente un po’ esagerato.

Alessia Marcuzzi e poi ancora Simona Ventura, Al Bano. Solo alcune delle grandi esclusive che oggi danno lustro a Chi. Quale impronta ha conferito alla linea editoriale del settimanale rispetto alla direzione di Silvana Giacobini?

Noi abbiamo continuato sul solco tracciato puntando, in più, su due aspetti: una grande attenzione per la qualità, qualità dell’immagine fotografica e qualità dei testi. Quando parliamo di esclusive, di scoop, mi riferisco al fatto che le nostre interviste, tendenzialmente, cerchiamo di non farle mai banali. Badiamo sempre che contengano una notizia reale e un’immagine fotografica di grande cura. In primis grandi fotografi, noi abbiamo preso in esclusiva Roberto Rocco e abbiamo siglato un accordo con GianMarco Chieregato. Quanto ai contenuti, invece, grandissima attenzione all’attualità e ai fatti. Io cerco di far sì che i personaggi di cui parliamo e le storie che raccontiamo siano sempre legati a un fatto di attualità o creino un fatto di attualità. Qualità e attualità, queste sono le due chiavi del successo di Chi anche dopo la direzione Giacobini.

Spostiamoci sulla tv in un’ottica giornalistica. Canale 5 punta su tre reality in contemporanea: Gf, La Fattoria, Amici. C’è più il rischio dell’inflazione di un genere o dell’appiattimento tematico di una rete?

Canale 5 ha bisogno di recuperare ascolti perchè è reduce da un autunno 2005 al di sotto delle aspettative e ha firmato con gli altri prodotti prima che partisse il Grande Fratello. Naturalmente ritengo che sia logico se li giochino in questo momento. Io, fra l’altro, non sono tra quelli pregiudizialmente contrari alla formula del reality show, che bisogna saper gestire per evitare che sia una volgarità. Dal punto di vista di Mediaset è un’operazione commerciale del tutto rispettabile.

[Intervista più recente rilasciata al portale Lavorare nello spettacolo]