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Fare (volutamente) confusione

Nell’ultima puntata di Report, andata in onda domenica scorsa su Raitre e ora disponibile anche su Raiclick in streaming gratuito, si è parlato di libertà d’informazione, o meglio, di servizio pubblico televisivo confrontando quello americano a quello italiano. Il confronto era quindi fra la Pbs[…]

26 Ottobre 2005 02:06

Nell’ultima puntata di Report, andata in onda domenica scorsa su Raitre e ora disponibile anche su Raiclick in streaming gratuito, si è parlato di libertà d’informazione, o meglio, di servizio pubblico televisivo confrontando quello americano a quello italiano.
Il confronto era quindi fra la Pbs (Public Broadcasting Service) e la Rai.

In Usa un network di tv locali, private a dispetto del nome stesso, ma no-profit e sostenuto dalle sovvenzioni di varie aziende, fondazioni e dal contributo volontario e libero dei cittadini si occupa di “di trasmettere quel tipo di programmi che la tv commerciale non fornisce…per esempio programmi di informazione culturale che non hanno un vasto pubblico e quindi non sono commercialmente interessanti, come documentari, commedie, opere, programmi per la minoranza, e per bambini “.

In due parole: di fare servizio pubblico.
I programmi d’informazione della Pbs sono di grande qualità, per fare un esempio illustre la puntata del programma d’informazione “Wide Angle” del 21 agosto 2003 dal titolo “Citizen Berlusconi” è stata esportata e trasmessa nelle tv di diversi paesi in giro per il mondo. In Italia il “punto di vista degli americani su Berlusconi e sui suoi processi” non è mai andato in onda. L’altra sera i fortunati telespettatori di Report ne hanno visto qualche brevissimo spezzone. Nel nostro paese l’unico modo per vederlo integralmente è comprarne il dvd, uscito in edicola con Internazionale, o affidarsi al p2p.

La Rai invece, tv controllata dallo stato e finanziata dai cittadini grazie ad un prelievo fiscale obbligatorio, sembra aver perso totalmente di vista la sua missione di servizio pubblico, sempre più fraintesa e tramutatasi in una sorta entertainment service al costante inseguimento, ovunque stia andando, della tv commerciale.

Proprio due sere fa, fuggendo da Porta a Porta che, per l’appunto, approfondiva tutti i temi scottanti della nuova edizione dell’Isola dei Famosi sono capitato su Matrix di Mentana.

Tema la libertà di stampa e di satira, il conflitto d’interessi, il programma di Celentano e l’ultimo intervento del presidente del consiglio contro la tv rea, secondo lui, di attaccarlo continuamente.
“Contrapposti” (virgolette d’obbligo) in studio Petruccioli e Confalonieri accompagnati da un paio di comici, Vergassola e Bertolino, fra i nuovi “cattivi” del presidente del consiglio, Antonio Scurati in collegamento esterno e Buttafuoco, editorialista de Il Foglio.

Di fronte a tutto questo enorme guazzabuglio sono risuonate nella mia testa le parole del Prof. Sartori pronunciate proprio a Report domenica scorsa (riporto un brano tratto dalla trascrizione della puntata):

AutricePerò, questa cosa di contrapporre uno di destra, uno di sinistra, o comunque liberal, c’è anche ogni tanto in Italia.

SartoriNo. In Italia facciamo delle confusioni. Questi sono dei “programmoni” nei quali non si capisce niente, di baccano, di rumore.

AutriceUn Talk Show, dice?

SartoriCerto. Sono Talk Show. Non si fanno così!

Ipse Dixit.