Home MTV Italia Girls, la serie tv che ha diviso la critica (ma consacrato Lena Dunham) da stasera su Mtv

Girls, la serie tv che ha diviso la critica (ma consacrato Lena Dunham) da stasera su Mtv

Su Mtv Girls, la serie tv scritta, diretta, interpretata e prodotta da Lena Dunham, uno spaccato di vita di quattro ragazze a New York che ha diviso la critica

pubblicato 10 Ottobre 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 01:12

Lena Dunham è stata, nella scorsa stagione, uno dei personaggi rivelazione della tv americana. Nel giro di dieci episodi del suo “Girls”, in onda da questa sera alle 23:10 su Mtv, questa giovane (ha 26 anni) ma versatile ed intraprendente attrice e produttrice è riuscita ad attirare su di sè tutta l’attenzione della critica americana e non solo.

Inizialmente presentato come un “Sex and the city” per ventenni, “Girls” riesce nei primi minuti di messa in onda a scrollarsi di dosso questo pesante ed inappropriato paragone: non ci sono le Jimmy Choo di Carrie, così come la skyline della Grande Mela scompare per lasciare posto ai quartieri periferici dove si svolgono le vicende delle quattro protagoniste.

Come dice il titolo, questa serie ruota intorno alla vita di quattro ragazze che, nel pieno dei loro vent’anni, devono affrontare le difficoltà che qualsiasi loro coetanea deve affrontare, si trovi a New York o in altre città del mondo. In questo, “Girls” si propone come universale, capace di dipanare nel corso degli episodi, temi che qualsiasi ragazza potrebbe aver incontrato lungo la sua vita da adulta.

Girls, la serie tv
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Le protagoniste, capitanate da Hannah (la Dunham), aspirante scrittrice che lavora come stagista ed i cui genitori decidono, all’improvviso, di tagliarle i fondi per spingerla a cercarsi un vero lavoro, si muovono tra delusioni amorose, paure di cambiare, incontri sessuali rapidi ed una crisi economica ormai al centro di tanti show.

Se la protagonista rappresenta quindi quella fascia di pubblico precario ed in cerca di un’occupazione che possa soddisfare le proprie aspettative, Marnie (Allison Williams), migliore amica di Hannah con cui condivide un appartamento, è invece una responsabile assistente in una galleria d’arte che deve fare i conti con un fidanzato, Charlie (Christopher Abbott), diventato noioso e prevedibile.

A loro si contrappongono le avventure di Jessa (Jemima Kirke), bohèmien che ha girato per il mondo e restìa a mettere radici che diventa l’idolo di Shoshanna (Zosia Mamet), sua cugina, molto ingenua e che vede in New York ancora quella città da telefilm che nè lei nè le altre ragazze, però, riescono a riprodurre.

In questo mondo a femminile, gli uomini assumono un ruolo secondario, che serve a spingere le protagoniste verso le loro decisioni: oltre a Charlie, ci sono Adam (Adam Driver), ragazzo con cui Hannah ha diversi incontri sessuali e che non vuole impegnarsi con lei, e Ray (Alex Karpovsky), amico di Charlie, che darà un lavoro ad Hannah.

Sono poche le serie che hanno diviso la critica, negli scorsi mesi, come “Girls”: c’è chi ne ha criticato l’assurdità di alcune scene, sottolineando come il realismo tanto vantato dalla serie in realtà sia basato su delle fondamenta ben lontane dal quotidiano delle ragazze di oggi; mentre per altri l’ambientazione newyorchese perde di significato nel momento in cui nel cast non compare neanche un attore afroamericano (questione che, è stato promesso, sarà affrontata nella seconda stagione).

Chi invece ha apprezzato lo show, ha motivato il suo gradimento spiegando come “Girls” non prenda le distanze dal pubblico ma riesca a raccontare storie dalla semplicità tanto imbarazzante quanto originale, entrando in questioni spinose, come i disordini alimentari, le malattie veneree ed il sesso occasionale, senza salire su un piedistallo ma sedendosi sulla stessa poltrona da cui gli spettatori si confrontano con i dubbi e le paure delle protagoniste.

Su una certezza, comunque, la critica non si è divisa: questa è la serie che lancia nello star business Lena Dunham. Pressochè sconosciuta al pubblico mainstream fino al debutto di “Girls”, la Dunham, figlia d’arte (papà è un pittore, la madre fotografa), aveva già affilato le armi delle proprie capacità con “Tiny Furniture”, film indipendente che colpì Judd Apatow. E’ nata così la collaborazione tra i due, che ha portato alla realizzazione di questa serie per la Hbo, di cui la Dunham è attrice, regista, autrice (ha scritto tutti gli episodi) e produttrice.

“Girls”, per quanto corale possa essere, resta lo show della Dunham, dei suoi dubbi esistenziali, delle pazzie ordinarie (la ragazza non ha problemi a mostrarsi nuda -come ha fatto agli Emmy awards-, nè tanto meno a rivelare i suoi disordini alimentari o le difficoltà che ha avuto in passato ad accettare il proprio corpo) e dei suoi colpi di genio, sia esso compreso o incompreso. Un successo, il suo, che ci riserverà ancora qualche sorpresa: vi basti pensare che in America le case editrici si stanno dando battaglia per pubblicare il suo primo libro, dal titolo “Not That Kind of Girl: Advice by Lena Dunham”. Per aggiudicarsi i diritti sarebbero disposte a sborsare fino a 3,7 milioni di dollari.



Girls, la serie tv

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