Caruso, la fiction lo riduce a macchietta da cartolina Rai
Caruso, la voce dell’amore riduce il celebre tenore a macchietta da fiction
Doveva essere un omaggio al tenore Enrico Caruso, uno dei personaggi italiani più conosciuti al mondo. Invece, “Caruso”, la fiction di Raiuno, si è preoccupata solo di raccontare una storia d’amore neanche così tormentata come volevano farci sembrare sullo fondo dell’ascesa del celebre cantante.
Per un personaggio di questo calibro, ci si sarebbe aspettato un lavoro da evento, una fiction capace di catturare l’attenzione fin dalla sua promozione. Cosa che non è accaduta: questo Caruso non piace perchè riduce a macchietta il protagonista, che diventa un semplice giovane in cerca di fortuna ed il cui talento sarà alla fine riconosciuto da tutti.
E dire che la base per raccontare una grande storia c’erano: la semplificazione della vita del tenore è stata tale, però, da ridurre “Caruso” ad una cartolina-soap dell’Italia di fine Ottocento, che col sottotitolo “la voce dell’amore” più che incuriosire i più romantici, sembra ricordare “Gli occhi del cuore” di “Boris”.
Caruso, la voce dell’amore
La voce di Gianluca Terranova, debuttante nella fiction, c’è tutta e si fa sentire, ma non basta a descrivere il talento di un personaggio che si è fatto strada nel mondo. Troppa la fretta di raccontare la sua scalata alla fama, troppi gli errori nei dialoghi, semplici e mai capaci di approfondire i personaggi. La voice-over, come se non bastasse, spiega quel poco che non è ancora stato spiegato dai primi piani del cast.
Ridotto a figurina da inserire nell’album delle fiction Rai, “Caruso” si abbassa al livello di un pubblico che meriterebbe un maggiore rispetto, che sarebbe capace di seguire una vicenda più complessa e che accetterebbe qualche sguardo innamorato in meno per avere un po’ di sostanza nella trama.
E così, proprio come Terranova e Vanessa Incontrada (che recita in un toscano così forzato che neanche in un film di Pieraccioni) restano a bocca aperta cercando le note più alte sul palco, anche il pubblico si ritrova ad aprire la bocca davanti allo schermo. Ma per sbadigliare.