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Europa7 ha ragione – L’UE boccia il sistema di assegnazione delle frequenze televisive

Il regime italiano di assegnazione delle frequenze per l’attività di trasmissione radiotelevisiva è contrario al diritto comunitario. Lo affermano i magistrati della Corte di Giustizia UE del Lussemburgo, i quali si sono appena pronunciati in merito all’annosa querelle Europa7 vs. Rete4. La sentenza si riferisce alla causa che Europa 7 intentò dopo aver ricevuto, nel

31 Gennaio 2008 09:49

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Europa7 Il regime italiano di assegnazione delle frequenze per l’attività di trasmissione radiotelevisiva

è contrario al diritto comunitario.

Lo affermano i magistrati della Corte di Giustizia UE del Lussemburgo, i quali si sono appena pronunciati in merito all’annosa querelle Europa7 vs. Rete4. La sentenza si riferisce alla causa che Europa 7 intentò dopo aver ricevuto, nel 1999, l’autorizzazione a trasmettere a livello nazionale in tecnica analogica, senza che all’emittente venisse assegnata alcuna frequenza.

Si è rilevato come in Italia non sia mai stato attuato, per ragioni normative, il piano nazionale di assegnazione delle frequenza. Ciò ha permesso di continuare le trasmissioni solamente a chi ha di fatto occupato le frequenze E ha avuto l’effetto di impedire l’accesso al mercato degli operatori privi di radiofrequenze. Cosa che, a sua volta,
ha avuto l’effetto di cristallizzare le strutture del mercato nazionale e di proteggere la posizione degli operatori nazionali già attivi su detto mercato.

Questo significa, banalmente, che il sistema radiotelevisivo italiano è contrario ai principi cardine del Trattato sulla libera prestazione dei servizi. Ovvero, non è liberale. Ovvero, non garantisce pluralità di accesso al sistema, è oligarchico e anticoncorrenziale. Bisogna aggiungere altro?