Home Notizie Repeat after me, le candid camera americane con i vip (che diventano i veri protagonisti dello scherzo)

Repeat after me, le candid camera americane con i vip (che diventano i veri protagonisti dello scherzo)

Sulla Abc va in onda Repeat after me, programma di candid camera in cui dei vip, guidati dalla conduttrice Wendi McLendon-Covey, devono mettere in imbarazzo le vittime con i loro comportamenti strani, che però fanno dimenticare il senso della candid camera

pubblicato 4 Marzo 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 17:49

La candid camera è un genere televisivo noto a tutti, che nel corso degli anni ha subìto numerose variazioni. L’ultima arriva dalla Abc, o meglio da Ellen DeGeneres, che ha deciso di prendere un segmento del suo show e di renderlo una trasmissione a sè stante.

Repeat after me è infatti un programma in onda da qualche settimana sulla Abc, prodotto dalla DeGeneres e condotto da Wendi McLendon-Covey (Beverly in The Goldbergs), che si ritrova a dover fare ciò che la popolare conduttrice fa nella sua trasmissione.

Al centro del programma, come detto, ci sono le candid camera, ma a prendere in giro le vittime non sono interpreti sconosciuti al pubblico, ma personaggi famosi. Nelle tre puntate andate finora in onda, a mettere in difficoltà le ignari vittime sono celebrità note al pubblico americano e non solo, come Scott Foley (Jake in Scandal), Usher e Beth Behrs (Caroline in 2 Broke Girls).

Attraverso un auricolare che li tiene in contatto con la conduttrice, i vip devono improvvisare situazioni paradossali, mettendo in imbarazzo l’interlocutore fino a svelare loro di essere vittime di una candid camera. Alla fine della puntata, si svela qual è stata la candid migliore dell’episodio.

Il format è, come richiedono le candid camera, molto semplice: gli scherzi riescono quando i vip sono disposti a rendersi ridicoli, anche se per gioco, e danno alle battute suggerite loro dalla conduttrice la giusta verve ed umorismo.

Spesso, però, sono proprio le star a rubare la scena alle persone comuni, che restano sullo sfondo delle loro esibizioni: così, se il vip di turno si comporta in modo strano o fa richieste assurde, non conta più la reazione della vittima dello scherzo, ma come la celebrità riesce a far ridere il pubblico.

Repeat after me diventa così un modo per i vip di scherzare e giocare (come avviene in Hollywood Game Night, altro show che “sfrutta” le celebrità al di là delle interviste), usando le candid camera che non sono più l’elemento base del format: in Italia, i vip alle prese con gli scherzi non sono una novità, basti pensare a Me lo dicono tutti di Raiuno, dove però i personaggi famosi erano travestiti per non farsi riconoscere, e riuscivano a prendersi gioco di chi si trovavano davanti.

Forse, usare un’idea più audace avrebbe potuto aiutare Repeat after me (i cui ascolti sono in calo: dopo il primo episodio, visto da 4,3 milioni di telespettatori -1.4 rating nella fascia 18-49 anni, la seconda ha ottenuto 3,8 milioni di persone -1.3 rat.-), che così resta semplicemente un programma di candid camera vip.