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BUON ANNO…PURCHE’ NON CI SIANO ALTRI NOIR ESCREME…IZI

Nelle orecchie e negli occhi ho ancora le notizie e le voci delle intercettazioni che sono venute prima di Natale ad annunciare la morte del bambinello tv (quello che aspettiamo come se fosse un messia, anche se non si è mai visto e non si vedrà). La tv pulita, quella che ci piace, deve ancora[…]

pubblicato 22 Dicembre 2007 aggiornato 11 Febbraio 2021 07:28

Nelle orecchie e negli occhi ho ancora le notizie e le voci delle intercettazioni che sono venute prima di Natale ad annunciare la morte del bambinello tv (quello che aspettiamo come se fosse un messia, anche se non si è mai visto e non si vedrà). La tv pulita, quella che ci piace, deve ancora nascere, o così ci sembra con questi chiari di telefonino.

Per consolarmi, volo di canale in canale. Il tappeto volante delle illusioni o,se preferite, delle speranze. Mi capitano , dopo vari colpi di remote le immagini del vecchio film di Frank Capra, siciliano, nostro connazionale naturalizzato american boy e poi american director: “Arriva John Doe”, anno 1941, protagonista Gary Cooper.
Lo ricordate? Rubo immagini e notizie. Il film racconta di Long John, un ingenuo ex giocatore di baseball (Cooper) che viene utilizzato da un editore filofascista che aspira al governo (pardon, alla Casa Bianca), come il simbolo vivente di una nuova forza politica: lo soprannomina John Doe e lo manda in giro per l’America a fare propaganda. Quando Long John/Doe si accorgerà delle reali intenzioni delle reali intenzioni dell’editore, forse sarà troppo tardi. Era il 1941. C’era la paura, non solo in America, del fascismo? Adesso, a distanza di sessantasette anni, di chi dobbiamo avere paura? Fate nomi, per favore…

Il film esprime le idee politiche di Capra e del suo sceneggiatore Riskin: l’innata democrazia del popolo, il terribile potere dei media (ma và?, cosa è cambiato da allora a oggi?), la diffidenza per la cultura dei capitalisti (ma va,e quelli italiani cosa sono? capitalisti o furbetti del quartierino e , perchè no, contemporeneamente dei quartieri alti e di quelli bassi).

Ho una visione. In controluce, mi pare di scorgere storie della contemporaneità. Coperti di merda dal “New York Times” e dal “Times” di Londra mettiamo il massimo dell’impegno per ricordare al mondo, e a noi stessi, che siamo depressi, scontenti e, perchè no, corrotti o almeno amanti o proni o pronti alla corruption. La televisione non fa eccezione. Magari la mette in scena con moralismo supremo amato dai critici tartufi da cassonetto; e poi, dietro le quinte, nel back stage, la situazione si rivela persino peggiore. Life is corruption, tv is corruption: le nuove battute finali degli spot con Tatti, Gattuso e la callipigia Ilary Blasi dal gran bocca.

Le televisione sono piene di personaggi come l’ingenuo John Doe che si fanno intortare da editori multimediali . Tutti o quasi tutti i politici sono ormai multimediali. Bello sarebbe conoscere le intercettazioni di questo o quel politico- qualunquismo verticismo altamente praticato- che chiama il dirigente compiacente, in ginocchio davanti al seducente telefonatore ,per chiedere l’elemosina di una comparsata in una trasmissione che lo mette bene in vista. I collegi elettorali guardano, spesso, più il video che i loro interessi. E votano a video cieco.

Insomma, la stagione degli escrementi non finisce. I ventilatori funzionano a pieno regime anche se fa fredduccio. La materia si sparge, schizza, arriva dovunque, affiora orgogliando da ogni parte, i water esplodono dentro il piccolo schermo.
Finirà? Lo auguro a tutti noi. Lo auguro alla Rai e a Mediaset, alla 7 e ai tutti gli altri canali terrestri e satellitari. Ai loro operai, ai loro tecnici, ai loro precari, agli autori, agli assistenti ai programmi, eccetera, a tanti che non hanno nome neanche nei lunghi titoli di testa o di coda. A tutti. Ma non a chi rovina le televisioni, a chi le usa e ne abusa, a chi la rende mediocre, a chi censura lo str…nella bocca degli altri e non si accorge degli str…che ha in testa. Ma non a chi pensa le televisioni come lupanari o uffici di collocazione, a chi ci manda i portaborse e a chi li riceve, a chi acquista meriti parlando di str…ate nei programmi senza pensare alle str…ate che scrive.
Mica siamo ingenui come John Doe. Sappiamo cosa c’è nelle televisioni e nelle strategie politiche che passano dentro e con esse.

Auguri, blog, blogghisti.
In un anno estrementizio, sempre meno noir, meno misterioso, anzi scoperto, abbiamo imparato molte cose. Le memorie del sottosuolo o nelle fogne che stanno nell’etere eruttano come l’Etna-
Facciamo che non ci sia un domani finto, quel “domani che è un altro giorno” sottrattato al “Via col vento” e ridotto a giorni sempre uguali, via telefonino. Life is now?
ITALO MOSCATI