Home Notizie Maratona Quirinale 2015, il ‘brutto’ della diretta: dal Brunetta ‘fake’ al Tg La7 alle nebbie del Tg3

Maratona Quirinale 2015, il ‘brutto’ della diretta: dal Brunetta ‘fake’ al Tg La7 alle nebbie del Tg3

Terminata la #MaratonaQuirinale delle principali reti tv per seguire l’elezione del dodicesimo Capo dello Stato, si tira il fiato nelle redazioni. Ma è anche il tempo delle polemiche per alcuni ‘incidenti’ che non sarebbero dovuti accadere.

pubblicato 2 Febbraio 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 19:07

In attesa del giuramento di Sergio Mattarella come dodicesimo Presidente della Repubblica – che avverrà domani, martedì 3 febbraio, e che vedrà nuovamente schierati Tg e Speciali ‘a reti unificate’ – torniamo sulla lunga Maratona tv andata in onda da giovedì pomeriggio a sabato mattina. In tante ore di diretta sono stati un paio gli episodi che hanno scatenato l’ironia del web o la rabbia degli addetti ai lavori.

Veniamo al primo caso e ci riferiamo alla ‘sfortunata’ inquadratura che ha ‘azzerato’ Renato Brunetta, lasciandone solo lo scalpo a vista. Un’immagine firmata TgLa7 che ha rimbalzato sui social, ma che a ben guardare sembra rivelarsi un fake, un montaggio ad hoc creato con Photoshop. A non tornarci, infatti, sono state le dimensioni del sottopancia e del logo in alto, insomma la grafica e il suo rapporto con l’inquadratura. In più, se si guarda con attenzione lo sfondo sotto il blu, non si intravede il volto di Brunetta, ma la camicia chiara coperta dalla sciarpa.

Per scrupolo, riguardate le dirette in oggetto (serali, quindi riferibili alla serata del 29 e del 30 gennaio), non mi sembra di aver individuato l’inquadratura incriminata. Nel video di apertura la diretta integrale di venerdì 31 gennaio: a 7h35′ circa inizia l’intervento di Brunetta e mi sembra del tutto regolare.

Insomma, salvo emergere altre prove a carico, cameraman scagionato, al netto anche delle attenuanti, come le ore di diretta sulle spalle e soprattutto la staffetta continua di ospiti a vista che rende complicato ottimizzare le riprese. Ho trovato, personalmente, più fastidioso – alla lunga – il ritardo nell’audio che rendeva gli scambi tra studio e Montecitorio molto simili a quelli tra Milano e Honduras per l’Isola dei Famosi.

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Mattarella Presidente e la nebbia del Tg3


Di diversa natura, e con diverse conseguenze, il caso che ha investito il TG3 nell’edizione delle 14.00 di sabato 31 gennaio (che potete rivedere sul sito del Tg3). E’ il momento della comunicazione ufficiale al neo-Presidente da parte del Presidente della Camera e dal vicario del Senato: tutti gli operatori, i fotografi e i giornalisti vengono fatti entrare nella sala della Consulta dove Sergio Mattarella attende ‘l’investitura’ ufficiale. Qui, l’imponderabile: la camera dell’inviato del Tg3 si appanna. Ne vien fuori una diretta ‘padana’, che tende a peggiorare secondo dopo secondo.

Il caso ha scatenato la reazione dello SNAP, Sindacato Nazionale Autonomo Produzione Tv, che ha emesso una nota stampa firmata dal suo segretario nazionale, Nando Clemenzi, nella quale ci si scaglia contro le politiche aziendali e le scelte fatte e sottoscritte dal alcuni sindacati (Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni) nell’accordo per l’Innovazione e la Competitività siglato con i vertici Rai il 23/12/2014.

“In tale accordo si inneggia all’evoluzione delle professionalità e della tecnologie: i risultati sono vergognosi e imbarazzanti. Puntare su percorsi sperimentali e a base volontaria su eventi di portata internazionale è inqualificabile e grazie a queste menti aziendali illuminate dobbiamo vergognarci a lavorare in Rai”.

Insomma, la colpa sarebbe nel taglio dei costi e nel voler insistere sulla ridefinizione delle figure professionali, sull’inviato uno e trino che deve fare tutto da sé o sull’esternalizzazione di servizi di ripresa e montaggio che avrebbero dovuto portare risparmi ma che per i sindacati ‘oppositori’ non hanno avuto i rientri sperati né qualitativamente, né economicamente.

L’accordo, infatti, prevede per le ‘riprese esterne leggere’ il cosiddetto ‘zainetto’, che indica una serie di apparati utilizzati per effettuare riprese, montaggio e trasmissione delle notizie da utilizzare per le news che richiedono una certa rapidità di ‘consumo’. Stando all’accordo, possono ricoprire il ruolo dello ‘zainetto’

“altre figure professionali, su base volontaria in via sperimentale per un anno. Nei Centri di Produzione lo zainetto sara utilizzato dagli operatori, tecnici e montatori; nelle sedi Regionali e Provinciali lo zainetto sara utilizzato dai tecnici e specializzati di ripresa”

come si legge in una sintesi del documento pubblicato sul sito di UGL Comunicazioni.

E sarebbero proprio questi ‘zainetti’, non necessariamente specializzati di ripresa, a non garantire buoni risultati, soprattutto in casi logisticamente ‘difficili’ come quello di sabato pomeriggio. Al netto della nebbia, le immagini in diretta del Tg3 soffrivano di una certa tendenza al ‘mare mosso’.

Il caso, quindi, ha rinnovato le perplessità e le polemiche interne alla Rai sulla gestione delle professionalità e sui tagli, sulle politiche economiche e le scelte aziendali. Qui l’inquadratura ‘sbagliata’ non è solo un incidente, ma rischia di diventare un casus belli.