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CSI- APPUNTAMENTO PER L’AUTOPSIA RAI?

Dopo la partita vinta dall’Italia sulla Scozia sono andato su Fox Crime. Dopo il trionfo azzurro cercavo qualcosa di più realistico. Ho trovato una puntata di CSI. Come tutti sanno CSI significa “Crime scene investigators”. La storia che veniva raccontata era quella di due gemelle che ignoravano reciprocamente di esistere, e che vengono uccise nello

18 Novembre 2007 11:06

Dopo la partita vinta dall’Italia sulla Scozia sono andato su Fox Crime. Dopo il trionfo azzurro cercavo qualcosa di più realistico. Ho trovato una puntata di CSI. Come tutti sanno CSI significa “Crime scene investigators”. La storia che veniva raccontata era quella di due gemelle che ignoravano reciprocamente di esistere, e che vengono uccise nello stesso momento.
Non so perchè, o forse lo so (e nel caso mi spiego dopo) la storia delle due gemelle assassinate mi è sembrata di una estrema attualità, al di là del fatto che da diversi anni in qua, da Cogne a Perugia, siamo perseguitati dal sangue che viene versato a barili dalle televisioni per dare notizie, farci paura, gratificarci nella nostra instancabile sete di emozioni quotidiane (incentivata dall’elettrodomestico, il totem audiovisivo che dispone di noi ormai in modo completo).
La mia mente, malata di sangue (vernice o pomodoro) e di televisione (non per niente ho creato i “viziati” come categoria in attesa di riscatto), ha fatto uno strago giro. La “crime scene” mi è apparsa chiara, nuova, inedita, inaudita, di fronte agli occhi. Non sono un “investigator” (anche se le mie due puntate di “Tv posto di polizia” verranno proiettate al Noir Film di Courmayeur il 6 e 7 dicembre) ma ho sentito che non potevo tirarmi indietro. Qui si sta perpetrando un delitto madornale sotto lo sguardo silenzioso di milioni e milioni di persone, nella indifferenza di potenti e di paria (come siamo noi che ci lavoriamo o facciamo i vouyeur).

Il delitto è lento come una tortura cinese. Non una coltellata, una pietrata, una scarpata, una mannaiata, una pistolettata, e via. No, la morte viene data goccia a gcccia. Chi è la vittima? Non ho dubbi: siamo noi. Ma chi viene colpito, anzi colpita è la Rai, detta ancora servizio pubblico, in chiari di luna davvero foschi.
Avrete letto quel che sta accadendo per il cda della Rai, un dentro e fuori, un gioco ostico fra tribunali, avvocati, magistrati, consiglieri, politici, vigilanti e vigilantes. Avrete letto delle grida di dolore che vengono emesse un giorno sì e un giorno no dal dg della Rai, Claudio Cappon, che cerca di tenere il timone di un’azienda in difficoltà spesso con gli ascolti, con le disponibilità finanziarie, con i lacci e lacciuoli della politica e dei partiti, delle esibizioni dei narcisi di casa, dell’invecchiamento delle strutture e delle persone. eccetera. Un lungo processo di tortura, una morte annunciata a piccole dose. Voglio fare il pessimista ad ogni costo: si arriverà all’autopsia del cadavere e si scoprirà alla fine quel che tutti sappiamo, e cioè che i guai letali li conosciamo tutti e che nessuno, dico nessuno, sembra prendere sul serio una situazione ormai avvilente. Mi fanno orrore, ci fanno orrore, quelli che continuamo a parlare di servizio pubblico senza sapere che cosa stanno dicendo, che cos’era quando c’era, e che cosa sta diventando, è diventato.
Ed ecco che mi balza davanti la gemella Mediaset, nel senso che per molti aspetti i due grandi network-non è una novità-sono da tempo la stessa cosa, si confondono tra loro. Ma Mediaset è un’azienda che non rende conto alla politica, bada ai conti, riesce a ringiovanirsi, fa più movimento, è più difficile da uccidere. Tuttavia, voglio sostenere un paradosso: la fine della Rai segnerebbe anche la fine di Mediaset. Perchè le due emittenti vivono l’una come l’altra. Sono sponda una dell’altra. Si scambiano personaggi e format. Se crolla l’una, l’altra potrebbe perdersi nel sangue del supercrime audiovisivo. Non si ignorano come nel telefilm che ho visto, si conoscono, si odiano, competono, vivono come siamesi.
Chiudo con una domanda: che ne pensate di questa “crime scene”? E che effetto vi fa sentire la lama delle molte bocche e mani assassine penetrare nelle carni molli del “servizio pubblico” (cos’è?) ?
ITALO MOSCATI