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Luttazzi, meglio non reagire

Luttazzi il giorno dopo. L’analisi del programma l’ha già fatta il nostro Notuno. Alla stessa mi sentirei di precisare che sì, le risate finte sono una scelta infelice, perché privano Luttazzi del contatto diretto con il pubbico e perché sembra tutto più artefatto. Ma al tempo stesso preservano Decameron da fughe di notizie prima della

4 Novembre 2007 16:13

Daniele Luttazzi Luttazzi il giorno dopo. L’analisi del programma l’ha già fatta il nostro Notuno.
Alla stessa mi sentirei di precisare che sì, le risate finte sono una scelta infelice, perché privano Luttazzi del contatto diretto con il pubbico e perché sembra tutto più artefatto.
Ma al tempo stesso preservano Decameron da fughe di notizie prima della messa in onda e sembrano scelta estetica che in qualche modo stigmatizza quella tv’dove è tutto curato e patinato. Certo, però, che il risultato è a tratti troppo scialbo.

Ma non è di questo che mi preoccuperei. Mi preoccuperei piuttosto della totale mancanza di reazioni, da destra a sinistra, alle esternazioni del comico. Che, diciamocelo, ha detto tutto quel che doveva dire, un fiume in piena, a tratti anche difficile da seguire se non con perfetta padronanza dei fatti narrati – fatti che, diciamoci anche questo, gli spettatori di ieri sera conoscevano fin troppo bene -.

Non c’è stato alcun commento. Non commenta il pernacchiato Berlusconi, non commenta Prodi, massacrato nelle pessime scelte del suo Governo – che, ricorda Luttazzi, non ha risolto il conflitto di interessi, ci lascia in una situazione di guerra, non ha risolto il problema del precariato e via dicendo – non commentano Mastella e Di Pietro.

Luttazzi ne ha avuto per tutti – persino per Benigni, recentemente immortalato in braccio al Ministro della Giustizia -, non ultima per la televisione. Eppure la strategia comune, come in un tacito accordo, è quella del silenzio.

Non dare importanza alle parole del comico, non replicare per evitare che le stesse abbiano ulteriore cassa di risonanza, per evitare l’effetto-Grillo nelle mani di qualcuno che, comunque, continua a fare l’artista, il comico, l’attore e non il trascinatore di folle. E, per questo stesso motivo, è molto più pericoloso per lo status quo.

Non reagire, dunque, per non far pubblicità a Decameron.
Ma non si preoccupino, lorsignori. Ci penseremo noi, ci penserà la rete a far pubblicità, se la tv non bastasse.