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Domenica In, o l’anti Tale e Quale Show

Domenica In e il ‘talent’ Ancora Volare non rendono un buon servigio ai concorrenti Big e Giovani, tra abbinamenti discutibili e performance imbarazzanti.

pubblicato 24 Novembre 2014 aggiornato 2 Settembre 2020 21:39

Domenica In e Ancora Volare: un’accoppiata che si sta rivelando ‘deleteria’ per il pomeriggio di Rai 1, che non solo non riesce a recuperare il gap ascolti con la signora della Domenica Live Barbara d’Urso, ma non riesce neanche a convincere con le prestazioni canore dei talenti ‘riciclati’ e impegnati in una pseudo-gara per me meno avvincente di un torneo tra vecchie glorie del pétanque.

Per chi non l’avesse mai visto, il meccanismo è semplice: si prende un gruppo di cantanti amati dai più agée, si abbinano a dei giovani virgulti già passati per i talent canori nazionali (da X Factor a The Voice, di tutto di più) e si cerca così di abbracciare il maggior ventaglio possibile di target.

Li si fa cantare in coppia e da soli, puntando soprattutto sull’effetto straneamento, ovvero assegnando ai ‘Big’ hit contemporeanee: un tentativo di ‘svecchiamento’ che però finisce per allontanare i giovani – già di propria sponte sempre meno attirati dal piccolo schermo, soprattutto la domenica pomeriggio – e per disturbare gli ‘anziani’, che di strillatori moderni non ne vogliono sentir parlare. Se proprio bisogna strillare, sempre meglio un sano Dallara che urla “Tu sei romanticaaaa”.

Risultato? Senti Mal – l’amatissimo Mal di Furia Cavallo del West, un uomo un mito, una delle colonne del costume italiano e dell’immaginario collettivo anni ’70 – cantare Angel di Robbie Williams e ti rendi conto che sotto i tuoi occhi (e davanti alle tue orecchie) si sta consumando un reato di Lesa Maestà. E non è l’unico reato commesso (anche la medusa come effetto grafico su Angels non l’ho capito, ma è un mio limite).

Unici guizzi quelli di Ivan Cattaneo, che da vero cavallo pazzo – anche se non più di primo pelo – riesce ancora a far sudare freddo i conduttori e si inventa un testo nuovo per “Parole, Parole” cantata in duetto con Aba alla quale dedica la strofa finale:

“Aba, ma cosa mi hai fatto che se a un solo tuo tocco io divento un toro matto”.

Personalmente temo di più le mezze frasi della Zanicchi.

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Eroica, quasi da ultimo giapponese, la posizione critica di Marinella Venegoni, che cerca di mediare tra il carrozzone che la circonda e la sua professionalità con giudizi che cercano di dare qualche spunto tecnico – per quanto possibile – anche se infarinandolo con qualche citazione più ‘popolare’. Di fronte all’esibizione di Mal non ha potuto che ricordare “I tuoi occhi sono fari abbaglianti e io ci sono davanti” definendo la performance ‘old fashion’. Certo, se per qualcuno la sua è una posizione da ‘ultimo giapponese’ – incarnazione di un contratto da onorare e di un ‘ballo da ballare’ fino in fondo -, altri possono non nutrire identico ‘rispetto’ per la critica de La Stampa, individuando nelle sue partecipazioni altre motivazioni.

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Il punto però è che Ancora Volare – e in generale Domenica In, che della gara ha fatto la sua colonna portante – mi sembra il ‘negativo’ di Tale e Quale Show: se il programma di Conti riesce a valorizzare Big e Giovani, cantanti e attori, showgirl e avventizi, con una gara canora capace di risollevare carriere in difficoltà, Ancora Volare riesce ad affossare glorie della musica italiana e aspiranti tali con pochissime mosse.

Domenica In, dunque, come un ‘anti’ Tale e Quale Show: e direi che anche gli ascolti tendono a confermarlo.

Ps. Mi perdonerete se per l’apertura ho scelto un brano di Domenica In condotto da Corrado.

Domenica In