Home Ballarò Saviano a Ballarò: “Voglio tornare in Italia quando sarà un paese libero”

Saviano a Ballarò: “Voglio tornare in Italia quando sarà un paese libero”

Roberto Saviano a Ballarò | Tutte le dichiarazioni.

pubblicato 12 Novembre 2014 aggiornato 2 Settembre 2020 22:09

Roberto Saviano è stato intervistato da Massimo Giannini durante la puntata di stasera di Ballarò, il programma d’approfondimento in onda su Rai 3 ogni martedì sera.

L’autore di Gomorra e ZeroZeroZero è ritornato sul piccolo schermo dopo un’assenza di due anni. Lo scrittore ha commentato la sentenza riguardante il processo delle minacce dei boss casalesi rivolte nei suoi confronti e anche ai riguardi di Rosaria Capacchione.

Ricordiamo che i boss Francesco Bidognetti e Antonio Iovine sono stati assolti mentre il loro avvocato Michele Santonastaso è stato condannato ad un anno di reclusione. A caldo, Saviano definì la sentenza “una vittoria a metà”.

Il pensiero è stato ribadito anche stasera con le seguenti dichiarazioni ma l’amarezza per una sentenza “all’italiana” è evidente:

Questa sentenza ha detto che l’avvocato ha minacciato per conto del clan. Il clan, però, è stato assolto. La sensazione è stata strana. Da un lato, un tribunale finalmente ha riconosciuto la vita blindata di tante persone, dall’altro lato, troviamo boss violenti che sono stati assolti. Stiamo parlando di persone condannate al processo Spartacus. Non riesco a darmi pace: com’è possibile che un avvocato è slegato dai propri clienti? Se l’avvocato è slegato dal clan, allora la camorra non esiste. Ho avuto la sensazione di aver vissuto un clima all’italiana. Stiamo parlando di due boss che hanno avvelenato la terra, che hanno messo le mani ovunque, che hanno fermato l’imprenditoria sana. Mi sembra una cosa incredibile che il paese non si renda conto che facendo così, loro hanno vinto. Io temo i dilettanti dell’antimafia. Nonostante questa vittoria a metà, io mi chiedo come riescono sempre a farcela. Neanche il carcere li ferma. I casalesi sono “guappi di cartone” perché si sono nascosti dietro il loro avvocato e hanno ottenuto quello che volevano. Qualche politico mi ha chiamato dopo la sentenza ma in privato. In pubblico, non è successo nulla.

Commentando anche altre due sentenze che hanno destato scalpore (processo Cucchi e il processo alla Commissione Grandi Rischi a L’Aquila), Roberto Saviano ha parlato delle condizioni delle carceri:

La corte si trova costrette a delle scelte. Il lavoro dell’accusa e l’inchiesta, a volte, non sono sufficienti. Dietro la vicenda Cucchi, c’è un mondo che grida vendetta. Dietro L’Aquila, c’è un problema che non si è risolto. C’è un’assenza di coraggio in certe sentenze. Un carcere non dignitoso è un carcere in mano ai clan. Un carcere che ha diritti salva la democrazia e il paese. Dietro il dolore di queste sentenze, c’è una ferita che si riapre.

Oltre a commentare la criminalità organizzata a Roma, Saviano ha espresso un giudizio anche riguardo l’operato del governo Renzi. Secondo Saviano, la colpa maggiore è quella di non aver fatto nulla contro il riciclaggio:

La politica ha delegato tutto alla magistratura. A Roma, sono arrivati magistrati con un know how antimafia forte. Ci vogliono due morti eccellenti l’anno per fare una vera battaglia alle mafie. Governo Renzi? Si è mosso poco. Si è fatto tanto rispetto al passato ma si è mosso poco. Viene trattato come un problema tra i tanti ma non è un problema tra i tanti. L’Italia non ha una norma anti-riciclaggio. Dovevamo portare in Europa, durante il semestre europeo, una norma contro il riciclaggio ma non l’abbiamo fatto.

Lo scrittore ha condannato anche la frase di Beppe Grillo sui codici d’onore e sulla “moralità” delle mafie:

La frase di Grillo sui codici d’onore mi è dispiaciuta. E’ un errore di poca conoscenza. Non c’è mai stato un codice d’onore nelle mafie. Grillo ha sbagliato.

Saviano, attualmente, vive in America ma sogna di ritornare stabilmente in Italia:

Da un lato sento un privilegio enorme di condivisione, mi sembra di vivere il sogno di uno scrittore, dall’altro lato c’è una continua pressione, una continua delegittimazione come nel caso della ‘ndrangheta nel nord e la raccolta firme contro di me. Pentito di aver scritto Gomorra? Sono in battaglia, non indietreggio. Torno in America. Tu resteresti in Italia dopo l’assoluzione del clan? Voglio tornare in Italia quando sarà un paese libero. Il mio sogno è tornare.

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