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Rai Way, il governo dice sì alla privatizzazione

Il Consiglio dei ministri ha accolto la proposta del ministero dell’Economia di non esercitare il potere di veto sull’autorizzazione alla vendita di una quota di minoranza delle azioni di RAI Way S.p.A. finalizzata alla quotazione di RAI Way.

pubblicato 24 Ottobre 2014 aggiornato 2 Settembre 2020 22:53

“Il Consiglio dei ministri ieri ha accolto la proposta del ministero dell’Economia di non esercitare il potere di veto in relazione all’autorizzazione alla vendita di quota di minoranza delle azioni di RAI Way S.p.A. finalizzata alla quotazione di RAI Way”.

A renderlo noto è la presidenza del Consiglio. Si tratta del nuovo step del percorso che porterà all’approdo sul mercato (anche se il 51% rimarrà in mani pubbliche) della società proprietaria degli impianti di trasmissione del segnale.

Qualche settimana fa la Banca Imi, responsabile dell’offerta pubblica, ha stimato il suo valore tra 940 milioni e 1,2 miliardi.

Il Cda della Rai aveva già votato all’unanimità l’autorizzazione alla vendita di una quota di Rai Way. Nella migliore delle ipotesi la controllata Rai potrebbe arrivare a Piazza Affari a fine novembre, anche se è molto probabile uno slittamento all’inizio del 2015.

Viale Mazzini, se riuscisse a collocare il 30% del capitale, potrebbe incassare circa 300 milioni di euro. Tra gli acquirenti più accreditati resta Ei Towers, società detenuta a maggioranza da Mediaset. Il via libera del governo ha rinfocolato le polemiche politiche, con il Movimento 5 Stelle che ha ribadito la sua contrarietà ed è tornato a parlare di “svendita del patrimonio pubblico”:

L’attività di vendita sta avvenendo senza alcun confronto parlamentare e al momento sono sconosciute le cause. Sarebbe stato opportuno aprire almeno un discussione trasparente per approfondire i motivi che hanno portato il Governo a scegliere la strada della vendita senza vagliare altre possibilità. Come M5S avevamo già evidenziato in diverse interrogazioni quali fossero i rischi dell’operazione sottolineando la necessità e l’importanza di non perdere pezzi di infrastruttura pubblica come la rete elettrica di Terna e la rete di diffusione del segnale radiotelevisivo della Rai e quella digitale di RAI Way S.p.A., entrambi asset strategici per le politiche del Paese che vantano nel 2013 bilanci molto positivi.

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