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Gerardo Greco vuole rivoluzionare l’informazione Rai con i tablet: ci riuscirà?

Gerardo Greco prende spunto dai telegiornali americani per proporre cambiamenti che potrebbero migliorare l’informazione televisiva in Italia

pubblicato 3 Settembre 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 02:17

Apprezzato conduttore di Unomattina Estate, Gerardo Greco è un giornalista dalle idee chiare. Così, quando – intervistato da Tv Radiocorriere – gli viene chiesto cosa farebbe se gli proponessero di dirigere un telegiornale, risponde che accetterebbe senza dubbi, ma soprattutto che gli

piacerebbe fare un telegiornale tutto in diretta senza servizi chiusi. Ma tutto dipende anche dalla tecnologia disponibile, anche se spesso è una questione di budget.

Greco spiega che, se è vero che le dirette sono costose,

non è escluso che si potranno fare collegamenti con un semplice iPad come già fanno i giornalisti americani. Lì gli inviati grazie al sistema 4G possono, con una tavoletta in mano all’altezza del viso, fare delle dirette ovunque: con un semplice click si collegano con lo studio e vanno in onda.

Ma una rivoluzione culturale di questo tipo sarebbe possibile in casa Rai?

E’ la tecnologia che cambia la mentalità. Un anno fa ho portato per la prima volta in studio a Unomattina un iPad, ho cominciato a parlare di Twitter. Dopo un anno vedo che molti lavorano con la tavoletta. La tecnologia piega la cultura, anche quella di strutture complesse come quella della Rai.

Pensieri senza dubbio condivisibili, buoni propositi da promuovere.

Poi però vengono in mente le parole del direttore del Tg2 Marcello Masi a Tv Talk lo scorso 2 giugno, quando Massimo Bernardini gli chiese se la Rai fosse attrezzata per le urgenze e le emergenze (si discuteva della copertura televisiva del terremoto in Emilia):

La Rai ha dei mezzi obsoleti che vanno rinnovati, mezzi enormi. Significa muovere ogni volta un mezzo con satellite, ripetitore, regia mobile, magari per percorrere 5-600 chilometri a 90 chilometri orari: avete presente quanto tempo ci vuole?. Ci sono le sedi regionali, certo, ma magari la sede più vicina si trova comunque a 200 chilometri. I collegamenti telefonici? Che senso hanno nel 2012? Questo è il problema della Rai, mentre gli altri si muovono con mezzi più agili. A Sky si muovono con una piccola Apecar, ne sono rimasto affascinato.

Insomma, quando Greco lascia intendere che con un tablet si può rivoluzionare il modo di fare giornalismo televisivo non sbaglia: la tv italiana arriverà a questi cambiamenti in tempi brevi?

Foto | © TM News