Pechino Express 3, la settima puntata spiegata a Blogo da Costantino della Gherardesca … e le anticipazioni dell’ottava puntata

Questa mattina Blogo ha contattato il conduttore di Pechino Express Costantino della Gherardesca per parlare della settima puntata del reality game di Rai 2 e avere qualche anticipazione su ciò che vedremo lunedì prossimo nell’ottava puntata. Di seguito potete leggere la trascrizione della lunga chiacchierata…

Ieri sera, guardando gli abiti dei coinquilini, mi è tornata in mente una domanda che mi hanno posto alcune settimane fa i lettori: chi fornisce i vestiti ai concorrenti?

I vestiti se li portano dall’Italia. Nel caso dei vestiti dei coinquilini e delle immigrate di ieri sera, e solo in quel caso, glieli ho regalati io personalmente al confine. Prima della tappa. Avevano tutti i vestiti sporchi e non volevo che andassero seminudi per l’isola di Java durante Ramadan.

Durante la prima prova della settima puntata ti sei divertito a distruggere le lettere dei parenti delle coppie in gara. Puoi spiegare quel (fantastico!) gesto?

Trovavo divertente l’idea, avuta da Cristiano Rinaldi, di rompere le uova nel paniere di un’aspettativa banale del pubblico. Aspettativa peraltro maturata da decenni di autori televisivi incapaci e strapagati che non hanno fatto altro che prendere per il culo il pubblico.

I Perez, coppia entrata in gara settimana scorsa, hanno destato subito simpatia: Amaurys, che è un gigante buono, di fronte a sua moglie Angela, fa quasi tenerezza. Si vede che si amano, ma lei non gliele manda a dire: “A casa non lavi mai niente”, “Quando ti muovi sei un elefante”. Ci descrivi il loro rapporto?

Io trovo che Angela sia straordinaria, a me sta molto simpatica. E poi amo molto la Calabria. Angela rappresenta la ragazza alfa. E’ riuscita a domare e conquistare un toro che aveva centinaia di donne a presso, viva Angela!!

Parliamo dell’”easter egg” della lavagna: tu che hai avuto la possibilità di parlare con l’insegnante, puoi spiegare ai lettori, l’uguaglianza Roberto Saviano e la Marchesa, il legame tra Enrico Papi e 666, e il nesso tra Burzum e Cracco?

Mi faceva ridere l’idea che la professoressa di semiotica della televisione indonesiana, in una scuola serale trovata in mezzo alla periferia di Yogyakarta, fosse infinitamente più informata sulla nostra tv e la nostra cultura rispetto agli autori italiani. Era ovviamente una presa per il culo delle cose che detesto di più in televisione: la televisione quando non è informata ed autoconsapevole e la sottovalutazione del pubblico.
Un autore televisivo ormai non deve conoscere solo Mike Bongiorno e 30 Rock e True Detective, ma deve sapere benissimo anche chi siano Bruce Nauman, Burzum, ed Assassin’s Creed, ad esempio. Non perché “deve conoscere le cose giuste” bensì perché deve avere una visione ampia e distaccata dei meccanismi. Per quanto mi riguarda anche il musicista black metal dovrebbe conoscere “La Prova del Cuoco”, sia ben chiaro. D’altronde che sia black metal, arte contemporanea, o “La Prova del Cuoco” è sempre e solo comunicazione. Oramai Burzum ed Antonella Clerici giocano nello stesso campo, così come Roberto Saviano e La Marchesa. I miei colleghi che non si rendono conto di questa cosa, secondo me, finiscono per parlare dei teatri occupati in tv. E a quel punto farebbero meglio ad aprire una merceria.

Le lettere alla fine sono state recapitate ai concorrenti e le telecamere si sono soffermate sulle lacrime di alcuni di loro. Chi ha boicottato il tuo boicottaggio alla “tv dei sentimenti”?

Durante le riprese di Pechino Express siamo tutti talmente provati, davanti e dietro le telecamere, che ci commuoviamo anche per una scoreggia.
Tornando al tema della “tv dei sentimenti” per quanto mi riguarda è giustificabile una televisione emotiva se dietro c’è un’agenda politica molto fredda. Solo quando è fine a se stessa la boicotto.

La settima puntata è stata anche la puntata delle liti (hanno battibeccato le Cougar e le Immigrate e pure tra le Cattive, da quando finiscono al ballottaggio, non c’è più serenità). Il viaggio sta logorando il gruppo?

Si, come ho detto, il viaggio sta logorando il gruppo sia davanti che dietro le quinte. E’ naturale, è così per ogni edizione di Pechino Express.

Durante la prova “Lezioni di indonesiano” (la più divertente della puntata) hai legato molto con l’insegnante. Sei rimasto in contatto con lui, magari per continuare a imparare l’indonesiano? E’ vero che l’indonesiano somiglia al pugliese?

Non so quanto l’indonesiano somigli al pugliese, il professore era molto carino ed ero particolarmente cortese perché faceva caldo e non volevo che si sentisse a disagio mentre era costretto ad aspettare quelle bietole dei concorrenti che arrivavano con ritardi clamorosi. Peraltro mentre stavo dietro al professore mi hanno rubato i mini Nescafé freddi dal van, cosa che mi ha fatto molto arrabbiare.

Gli sposini si stanno trasformando da coppia simpatia a coppia vincitrice della terza edizione di Pechino Express: più passa il tempo, più all’affiatamento di coppia si è aggiunta la fiducia nei propri mezzi. C’è qualcuno in grado di fermarli?

Questo non te lo posso dire.

Le immigrate, che fino a settimana scorsa erano state ribattezzate “le miracolate”, sono state eliminate. Cosa è mancato a Romina e Mariana per essere realmente competitive?

Romina e Mariana comunque sono arrivate fino alla fine della settima puntata quindi sono state molto brave e competitive. Il pubblico le ha prese di mira, non so perché, ma questa cosa mi fa sorridere. Amo molto il pubblico italiano perché certe volte ha delle manifestazioni di intolleranza molto spiritose, in questo caso verso “la voce di Mariana”. L’altro giorno una signora africana mi ha fermato per strada a Milano, mi voleva dire che le piaceva tanto Pechino. Poi ha aggiunto seccatissima, GIURO CHE E’ VERO, “anch’io sono immigrata…ma QUELLE DUE DEVONO USCIRE!!!”

Lunedì prossimo andrà in onda l’ottava puntata: come la definiresti? Che posti visiteremo? Cosa dobbiamo aspettarci? Spoilera qualcosina!

Lunedì prossimo è la mia puntata preferita di tutta la serie. In assoluto. Non vedo l’ora. Ho già detto fin troppo.