Home Tv Talk Filippo Timi: “Una fiction sui trans su Rai 1? Mai. C’è il Vaticano”

Filippo Timi: “Una fiction sui trans su Rai 1? Mai. C’è il Vaticano”

Tra fiction sonnifero e temi tabù in Italia, non si può dire che il giudizio di Timi sulla produzione italiana sia proprio lusinghiero.

pubblicato 11 Ottobre 2014 aggiornato 2 Settembre 2020 23:26

Protagonista su Rai 3 della web-series Il Candidato – Zucca presidente, Filippo Timi viene ‘interrogato’ a Tv Talk sulla fiction generalista italiana, ripartendo dall’ormai storica definizione data un paio di anni fa al regista Paolo Virzì, che non esitò a classificare la produzione fictional generalista ‘Camomilla per anziani‘. Un modo per sottolineare la sostanziale ‘piattezza’ contenutistica e narrativa della narrazione tv italiana.

“Beh, più che camomilla la definirei un sonnifero. Ma è anche bello dormire davanti alla tv, eh. La mia mamma si addormenta davanti alla tv sulle repliche dei Jefferson, con sempre le stesse puntate, tutte le sere. Ma è anche bella questa funzione della televisione, eh”

dice Timi, ospite dell’ultimo segmento della puntata di Tv Talk insieme a Francesca Cavallin, tra i protagonisti di Un’Altra Vita, miniserie dei record capace di tenere davanti al piccolo schermo anche oltre 7 milioni di persone. Uno di quei titoli che in molti non esiterebbero a inserire nella categoria ‘Camomilla per anziani” (anche se i soli anziani dormienti davanti alla tv non bastano per raggiungere quelle cifre). Qualcun’altro, magari, classificherebbe tutto il genere sotto l’etichetta ‘oppio (e sottoprodotti) dei popoli’.

Non che Timi non sia al momento in onda sulla Rai con un prodotto fictional, ma diciamo che non rientra proprio nei genere canonico – per formato, linguaggio e contenuti – della fiction cosiddetta generalista. Ma gliel’hanno mai proposta?

“Mai e non l’avrei mai fatta adesso. Appena vinco, che so, un Oscar, un Golden Globe, allora voglio fare un anno di Centovetrine. Il mio sogno sono i primi piani vuoti della soap. Primo piano, fermo: Sono tua mamma”

E il pensiero corre subito alla sigla di Boris e a quei ‘primi piani intensi’ cantati da Elio e le Storie Tese.

Certo, se poi confrontiamo il nostro prodotto medio con alcuni titoli decisamente dirompenti anche per il mercato americano, come Transparent, titolo Amazon, il paragone è sempre più impietoso. La domanda, magari ingenua, degli analisti porta con sé una risposta affatto diplomatica:

“Mi chiedete se è possibile che Rai 1 faccia una fiction sui trans? No, non è possibile. Qui c’è il Vaticano. Punto”.

Eh sì, punto.

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