Home Notizie Doc & Factual Agora, 16 settembre 2014: YouTube, il branded content e la presentazione dei canali “factual”

Doc & Factual Agora, 16 settembre 2014: YouTube, il branded content e la presentazione dei canali “factual”

La cronaca della prima giornata del Doc & Factual Agora.

pubblicato 16 Settembre 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 00:28

La prima giornata della prima edizione del Doc & Factual Agora si è aperta con tre brevi discorsi introduttivi di Carlo Freccero, direttore artistico del Roma Fiction Fest 2014, Marco Follini, presidente dell’APT, e Gioia Avvantaggiato, direttore di questa conferenza internazionale dedicata alla serie di genere factual che ha annunciato gli argomenti di questo primo giorno (“Oggi è una giornata dedicata a casa nostra, parleremo di Internet, Youtube e Branded Content”).

Youtube killed the video star

Dobbiamo avere paura di Internet? Internet ha cannibalizzato la stampa e l’industria musicale e il fatturato di Youtube ha una crescita impetuosa con costi di produzione molto bassi. Sopravviveranno queste industrie?

Perché un video di FaviJ ha avuto più spettatori dell’ultima edizione di Servizio Pubblico? E perché un video dei TheFrenchMole ha avuto gli stessi spettatori di una puntata di Pechino Express?

Queste sono state le domande con cui si è aperto il primo panel dedicato agli youtubers.

Queste sono state le dichiarazioni dei diretti interessati. Cominciamo da FaviJ, specializzato in gameplay:

Ho aperto il canale nel 2011 con i miei amici, ora come ora faccio video da solo da un anno e mezzo. Non immaginavo di arrivare a questo livello. E’ una cosa che piace, mi diverto e si divertono anche gli altri. Le views sono alte perché faccio contenuti quotidiani. I miei genitori sono contenti. Tra 10 anni, mi vedo nell’ambito del montaggio video per il cinema.

Passiamo ai TheFrenchMole, collettivo di giovani attori comici. Parla il leader:

Io mi considero una specie di scout perché ho trovato ragazzi con tanto talento. Abbiamo iniziato a postare video con regolarità nel 2012. Siamo nati in provincia di Bari. Prima volevamo fare una coppia di comici, poi ho deciso di allargare il gruppo che oggi comprende una decina di membri fissi. L’esplosione è avvenuta l’anno scorso. Un nostro video costa praticamente zero.

Luca Casadei, fondatore di Webstars Channel, ha raccontato il momento in cui ha deciso di puntare sulle star nate sul web:

Da vent’anni mi occupo di management. 5 anni fa ho scoperto Frank Matano su Youtube e abbiamo deciso di fare un percorso con lui, portandolo nei media tradizionali. Dopo 3 anni, ho aperto una società dedicata, Webstar Channel, che seleziona personalità sul web. Non sono importanti i numeri ma il carisma. Sono le star del presente e del futuro, gli unici che parlano ai giovani.

Giovanna Avino, invece, ha parlato del multichannel Divimove e del suo rapporto con Youtube:

Un multichannel neetwork è una rete di più canali. Divimove è il multichannel più grande in Europa. Il multichanel è un pezzo fondamentale dell’ecosistema di Youtube. Oggi sono un milione di persone che riescono a guadagnare grazie a Youtube. Youtube, però, non è in grado di gestire tutti questi creatori. La Divimove ha messo negli ultimi due anni una serie di competenze tecniche che aiutano il creatore a rendere la vita su Youtube molto più facile.

Laura Corbetta di Yam112003 ha parlato del rapporto tra Youtube e star già affermate:

Quando abbiamo iniziato ad approcciare Youtube, rappresentava una grande piattaforma di comunicazione. Noi ci siamo chiesti cosa guarda la gente. La gente guarda i “creators” che però sono molto giovani e fanno altre cose. Youtube è un luogo dove i talenti si manifestano: talenti bravi, talenti medi e meteore. Il misuderstanding della tv è quello di prendere i talenti di Youtube e portarli in tv ma il fare televisione è molto più ampio. Quando i creators vanno in tv, inoltre, perdono anche la loro reputazione. Abbiamo iniziato a fare due cose: esperimenti, come Il mondo di Patty messo su Youtube che ha fatto 150 milioni di views, rivendicando il contenuto o monetizzando il contenuto. Per quanto riguarda i grandi brand della comicità come Aldo, Giovanni e Giacomo, invece, abbiamo costruito una fanbase. AGG su Youtube hanno fatto 30 milioni di views e la loro pagina Facebook è cresciuta fino a 1.800.000 iscritti. Questa cosa l’abbiamo fatta per Zelig, Geronimo Stilton… Abbiamo preso Youtube da un lato diverso.

Branded

Il secondo panel ha avuto come argomento cardine il branded entertainment e il branded content. Il modo di fruire contenuti da parte degli spettatori è cambiato e il brand si è trasformato da cacciatore a preda, diventando partner produttivo di contenuti.

Francesca Sorge di Discovery Media ha spiegato come i brand vogliono entrare nell’entertainment in un modo diverso dal solito:

Noi siamo editori, siamo l’anello finale di questa catena. Sono cambiate le regole di fruizione del consumatore. Discovery è diventato il terzo editore grazie a contenuti factual. Anche il concessionario Discovery Media è cresciuto. I marchi vogliono entrare nell’entertainment senza fare la marchetta pura ma in un modo diverso. Abbiamo cambiato l’approccio verso le marche. Il branded entertainment rappresenta per Discovery il 20% delle entrate. Noi stiamo avvicinando l’advertising tradizionale al nostro linguaggio. Il Branded Content è l’espessione massima di tutto ciò che non è advertising tradizionale. Il Branded entertainment è stata una scommessa, trasferire l’esigenza della marca in un mondo di intrattenimento. Abbiamo prodotto più di 50 ore di contenuti di Branded Content su Real Time e DMAX.

L’autore Valdo Gamberutti ha parlato degli equilibri da tenere in un Branded Content:

Il processo creativo non è cambiato. Sono cambiate le fonte e i linguaggi ma dal punto di vista creativo, l’approccio è lo stesso. Farsi venire un’idea e raccontare una storia. Il racconto resta il punto centrale del mio lavoro. Nel Branded Entertainment, la novità è imparare a gestire il rapporto tra la casa di produzione, il canale e il cliente. Non è facile stare in mezzo a questo processo. Il compito da creativo è fare un opera di mediazione ma riportare gli interlocutori alla forza delle idea, al di là della necessità specifica del cliente.

Elisabetta Baccaglio di Liquid Thread/Starcom ha parlato del Branded Content in Italia:

In Italia, siamo ancora un passo indietro nel Branded Content. Prima le concessionarie erano i nostri unici interlocutori, oggi la concessionaria è un attore come gli altri. Noi, come centro media, parliamo con gli editori, le case di produzione… E’ un cambiamento epocale che ha portato sovrapposizione di ruoli e competenze, una rivoluzione di tempistiche e fasi e i clienti che sono bombardati da informazioni che non riescono ad elaborare. Quindi c’è panico. I clienti si rendono conto del cambiamento e che non sono più loro a scegliere cosa viene comunicato. Il brand finisce per vivere da solo. Noi cerchiamo di coordinare e dare un senso ai vari stimoli che il cliente può avere.

Andrea Rasoli, infine, ha parlato del rapporto tra il Branded Content e la Vice:

Io sono un editore italiano di Vice, una media company che conta 4000 risorse tra dipendenti e contributor, presente in 35 paesi, che producono e distribuiscono contenuti premium. Abbiamo iniziato a fare Branded Content settte anni fa. Vice non parla mai del brand per cui lavora, il nostro è uno sponsored contenti, parliamo solo dei valori che condividiamo con il brand.

 

Italian Broadcasters pitch/30′ with

Direttamente dal profilo Twitter dell’evento, riportiamo le dichiarazioni più interessanti rilasciate da Sergio Del Prete, di DMAX e Real Time, Riccardo Chiattelli, di LaEffe, Giuseppe Giannotti, di Rai Storia, e Paola Malaga, di Rai 5.

“I gusti si sono evoluti e la Rai ha iniziato a seguire i nostri modelli. Non basta cambiare, si deve essere innovativi e creativi… bisogna guardare avanti” (Del Prete su Real Time)

“Lavoriamo sulla freschezza di contenuto, con un passaggio all’intrattenimento senza perdere l’anima factual. Allargare il target primario senza perdere la caratteristica unica del canale, la sua forza e il suo linguaggio” (Del Prete su DMAX)

“Il pubblico di Rai5 è chiuso in teatro, al cinema… Cerchiamo di uscire fuori, di fare cose nuove” (Paola Malaga su Rai 5)

“Prendere la storia per portare le forme del racconto a nuove frontiere comunicative e generi” (Riccardo Chiattelli su La Effe)

“La Storia materia viva e magmatica che fa parte di noi e ci definisce” (Giuseppe Giannotti su Rai Storia)

 

L’appuntamento con la cronaca della seconda giornata del Doc & Factual Agora è per domani.