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True Blood, cinque motivi per cui la serie tv ha avuto successo

True Blood si conclude in America, con l’ultima puntata della settima stagione: TvBlog ha cercato i cinque motivi del successo di questa serie tv

pubblicato 24 Agosto 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 01:22

Questa notte, in America (da noi sarà possibile vedere l’ultimo episodio coi sottotoli domani sera su Fox, canale 112 di Sky), si conclude True Blood, che dopo sette stagioni saluta il pubblico di appassionati con un finale atteso da molti e che promette di chiudere le vicende della protagonista Sookie (Anna Paquin), del vampiro Bill (Stephen Moyer) e di tutti gli altri abitanti di Bon Temps.

Adattamento televisivo della saga letteraria di Charlaine Harris, la serie ha avuto come showrunner per le prime cinque stagioni Alan Ball, che è tornato così in televisione dopo il successo di Six Feet Under, portando sul piccolo schermo un’altra vicenda capace di emozionare, suscitare critiche e, soprattutto, essere vista da milioni di telespettatori.

True Blood ha aiutato a far espandere il fenomeno dei vampiri in televisione, sebbene lo show abbia sempre cercato di avere un proprio stile nel raccontare le storie dei demoni e del loro tentativo di trovare uno spazio nel mondo degli umani, sfruttando le possibilità che un network via cavo e da sempre libero di mandare in onda storie ai limiti dell’eccesso come la Hbo ha dato agli autori ed ai produttori.

Cosa resterà di True Blood, dei suoi personaggi e del suo essere così oltre alcuni limiti televisivi? TvBlog ha provato a raccogliere cinque motivi per cui la serie ha fatto la storia del piccolo schermo: ovviamente, ce ne sono altri, ma questi secondo noi sono le ragioni più importanti per cui True Blood è diventato un successo tra gli appassionati del genere.

I vampiri come non li avevamo mai visti

True Blood Contemporaneamente all’uscita cinematografica di “Twilight”, True Blood faceva capolino sui piccoli schermi americani. In entrambi i casi, i vampiri hanno necessità che vanno oltre la sete di sangue: devono lottare contro gli umani, imparare a farsi accettare e provano emozioni. Nel caso di True Blood, però, la figura del vampiro supera una certa letteratura in cui il succhiasangue deve essere per forza cattivo ed imbattibile, diventando un essere qualunque: da Steve Newlin (Michael McMillian), diventato vampiro nella quarta stagione, a Jessica (Deborah Ann Woll), passando per i numerosi personaggi minori, il vampiro in True Blood non è per forza cattivo e spietato, ma sa essere anche imbranato, timido, impaurito, come se il passaggio da essere umano ad essere demoniaco porti comunque con sè tutte quelle caratteristiche alla base delle persona prima della trasformazione. In questo modo, i vampiri di True Blood sono diversi l’uno dall’altro, ed hanno dato la possibilità agli autori di lavorare su diverse storie, costruendo archi narrativi in cui, a volte, i vampiri sono i cattivi ed in cui, altre, sono le vittime.

L’amore sotto ogni suo aspetto (e la cultura Lgbt)

True Blood Fin dalla prima stagione, True Blood ha voluto lanciare un messaggio forte e chiaro al suo pubblico: in questa serie tv si parla di amore sotto ogni suo aspetto, al di là delle preferenze sessuali e della natura dei protagonisti, siano essi etero come Sookie o gay come Lafayette (Nelsan Ellis). Un modo per rompere le catene di un certo tradizionalismo televisivo in cui l’arco narrativo in cui la storia sentimentale gay diventa centro di scandali e colpi di scena, in True Blood essere gay, etero o bisessuali porta la stessa dose di complicazioni. Piuttosto, la lotta dei vampiri nel cercare di affermare i propri diritti una volta “usciti allo scoperto” grazie all’invenzione del Tru Blood, e la loro fatica a farsi accettare dagli umani, è stata paragonata da molti alla lotta della comunità omosessuale -ancora in corso- nel cercare di ottenere pari diritti rispetto agli eterosessuali. Attraverso un racconto di fantasia, creature magiche ed effetti speciali, True Blood diventa così tanto esplicito nelle scene di sesso quanto nell’affermare che ogni forma d’amore è uguale all’altra. Non importa che tu sia umano, vampiro, lupo mannaro, fata o mutaforma: l’amore fa fare a tutti le stesse cose.

Sookie, Tara, Jessica e Pam: le donne con le palle

True Blood Sono sempre i personaggi femminili a dare le maggiori soddisfazioni nelle serie tv recenti: True Blood è stato uno dei primi telefilm a dare alle donne all’interno dello show un peso incredibile sia per storyline che per forza e coraggio. A partire dalla protagonista Sookie, a cui capita praticamente di tutto e che, con un po’ di “stupido coraggio”, riesce ad affrontare ogni situazione guardando in faccia anche al peggiore nemico, passando per Tara (Rutina Wesley), la sua migliore amica, segnata da un’infanzia difficile, con una madre ex alcolizzata, ed una volta cresciuta determinata a non farsi mettere i piedi in faccia a nessuno, a costo di diventare insolente. Non si pùò non citare, poi, la dolce Jessica, di cui seguiamo la trasformazione in vampiro nella prima stagione, per mano di Bill, costretto da altri vampiri, fino a vederla vivere una storia d’amore -tra le più dolci della serie- con Hoyt (Jim Parrack) ed a sentirla ammettere di non essere ancora pronta per una relazione seria, con tutte le conseguenze del caso (che troviamo anche nella settima stagione). Infine, Pam (Kristin Bauer van Straten): perfida e spietata, deve passare un po’ di tempo prima che possa mostrare un po’ di tenerezza, ed anche quando lo fa, non abbassa mai le sue difese contro gli altri, eccetto Eric (Alexander Skarsgård). Perchè, alla fine, anche le donne di True Blood devono fare i conti con gli uomini.

Bill, Eric, Jason ed Alcide: gli uomini di True Blood

True Blood True Blood ha regalato alle telespettatrici (ed anche a qualche telespettatore) alcune delle scene “a petto nudo” più hot degli ultimi anni: fin dall’inizio della serie, a contendersi lo scettro del personaggio più sexy ci sono stati Bill, Eric e Jason (Ryan Kwanten), mentre dalla seconda stagione è arrivato anche Alcide (Joe Manganiello), che in breve tempo è riuscito a conquistare il cuore dei fan dello show con le sue scene shirtless. Ma i maschi in True Blood non sono solo corpi scolpiti e muscoli da esibire: sono anche coloro che non riescono mai a prendere una decisione definitiva, che si ritrovano nei guai a causa delle loro donne e che, per loro, fanno di tutto, fino a complicare la situazione. E se anche un dongiovanni come Jason se ne rende conto, allora è vero che non sempre i muscoli risolvono un problema.

Il sesso in tv, i nuovi confini di True Blood

True Blood La Hbo ci aveva già abituato a scene hot senza troppe censure, ma con True Blood il network ha superato anche questo confine, sfruttando le scene di sesso all’interno dello show come poche altre serie tv. Il sesso in True Blood è una rappresentazione della bestialità sia degli esseri umani che dei vampiri, ma anche della passione che è dentro ognuno di noi. Il pudore che ci segue ci permette di celare il nostro lato più bestiale ma, sembra dire la serie, una volta finiti nella situazione giusta state certi che anche voi potreste sorprendervi di voi stessi. Se poi vivete in una cittadina della Louisiana, sempre al caldo e con sexy vampiri che vi circondano, diventa difficile fare i puritani.