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TORNA LA TV PEDAGOGICA?

Quando si parla di “tv pedagogica” s’intende la Rai degli inizi, dal 1954 fino al 1975 (data della riforma dell’ente):la Rai dei predecessori di Ettore Bernabei e dello stesso Bernabei, il direttore generale a più lunga durata, dal 1961 al 1974. Quella tv, anzi quella Rai, teneva a trasformare il[…]

pubblicato 19 Settembre 2005 aggiornato 11 Febbraio 2021 07:37

Quando si parla di “tv pedagogica” s’intende la Rai degli inizi, dal 1954 fino al 1975 (data della riforma dell’ente):la Rai dei predecessori di Ettore Bernabei e dello stesso Bernabei, il direttore generale a più lunga durata, dal 1961 al 1974. Quella tv, anzi quella Rai, teneva a trasformare il pubblico in un disciplinato alunno da educare e far crescere. In realtà, questa tendenza non è finita con la riforma ed è continuata, continua e presumibimente continuerà ancora. Uno dei miei intenti, scrivendo questo righe, sarà quello di dimostrare che siamo ancora sotto tutela, anche se in modo diverso. Faccio un esempio per indicare quanto si è allargato l’abbraccio della “tv pedagogica”, o meglio delle “tv” che vogliono fare da maestro Manzi in situazioni e personaggi mutati. Si può cominciare da Eva Henger, l’attuale reginetta di “Paperissima Sprint”, come viene chiamata dai giornali, che pochi giorni fa ha dichiarato di non aver mai garantito- da ex pornostar, allevata a questo lavoro dal marito Riccardo Schicci, padre dei suoi due figli,- la partecipazione al Mi-Sex di Milano, salone dell’eros pesante .

Anche Tvblog.it se n’è occupato. Il fatto su cui attirare l’attenzione è la protesta, o megliol’ira (dicono sempre i giornali) di Eva che non vuole essere più considerata un pornostar: “Voglio essere giudicata per quello che sto facendo ora. Dopo sette anni di televisione e cinema, ritengo di poter affermare che il termine pornostar non mi appartiene e forse non mi è mai appartenuto”. La Henger, ricordo, ha lavorato in tv con “Libero”, “Convenscion”, “La fattoria” e ora “Paperissima Sprint”. Ottimo. Neanche Moana Pozzi riuscì a tanto dopo essere stata sdoganata in prima serata su Raiuno condotta da Pippo Baudo che la mise a confronto con un bel gruppo di casalinghe non si sa se disperate o eccitate. L’effetto, più rilevante nel caso di Eva, è che la tv non solo sdogana ma (per fortuna) assolve e sublima, magari a dispetto di mariti ingrati o inappagati come Schicchi. Insomma, la tv dei giorni nostri c’ insegna che siamo sempre alunni e che dal video escono rigenerati tutti, più o meno tutti, quelli che riescono a fare spettacolo e a meritarsi i nostri consensi, compresi i bambini che pare adorino Eva. Ci sono voluti cinquant’anni o poco più per passare dai mutandoni dell’era Bernabei all’era delle assoluzioni e anzi delle promozioni. La tv è scuola di comprensione e di perdono. Successe nel periodo del terrorismo quando alcuni terroristi si inginocchiarono di fronte a un sacerdote in una trasmissione che andava in onda poco prima del Tg1; succede dopo il Tg5 che una bella, gentile e spiritosa attrice riesca finalmente a mondare le sue teoriche colpe e a farsi recuperare come pecorella smarrita ma cazzuta nelle idee e nelle repliche al marito-impresario ormai messo in soffitta. Ecco, questo, è solo il primo capitolo di un romanzo a puntate sulla cara, vecchia “tv pedagogica” che non vuole saperne di andare in pensione.
ITALO MOSCATI