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Kilimangiaro, Licia Colò: “La Raznovich? Non mi riguarda quel che farà. Io a La7? Non credo”

Il direttore Vianello pensa che io non sia in grado di rinnovarmi, ma rinnovamento non è sinonimo di gioventù” ha detto l’ex conduttrice di Kilimangiaro.

pubblicato 14 Agosto 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 01:34

Le falde del Kilimangiaro non la vedranno più protagonista, ma Licia Colò non sembra aver intenzione di lasciare il campo di gioco senza aver ‘lottato’. La sostituzione “subìta” con Camila Raznovich tiene ancora banco e sebbene c’è chi ritiene che si tratti solo di una montatura giornalistica creata ad hoc per metter zizzania tra signore, i motivi per pensare che sia in corso quantomeno una qualche forma di ‘battaglia di posizione’ (guerra è troppo) in fondo si percepiscono.

Se da una parte la Raznovich punta a cambiare la formula del programma, facendolo più a sua immagine e somiglianza, “dandogli calore e cercando di suscitare interesse” come ha dichiarato a Il Tempo qualche giorno fa, dall’altra la Colò, in un’intervista pubblicata oggi da Libero, ribadisce la sua amarezza verso la direzione di Rai 3, che l’ha giudicata ‘incapace’ di rinnovarsi, e preferisce non parlare della sostituta. Camila si aspetta i suoi auguri, magari come ‘cenno di distensione’? La Colò è decisa:

“Non sono un’ipocrita: ho detto e ribadisco che non provo sentimenti negativi per la Raznovich, ma nemmeno positivi. Semplicemente, non mi riguarda quel che farà. Lo stesso vale per le sorti del programma, che non seguirò mai più. Io vado avanti per la mia strada e non voglio polemiche. Non credo sia necessario fare gli auguri”.

L’amarezza c’è tutta, ma la Colò aggiunge:

“Io non ho alcun problema con la Raznovich; ho avuto piuttosto una divergenza di opinione con Rai 3, ma si tratta ormai di un capitolo chiuso. Lasciamo perdere e andiamo oltre. Non mi importa di quello che fanno”.

 

Nonostante la voglia di guardare avanti (“Fortunatamente la mia vita e molto altro e non parlo solo di televisione“), la Colò ha ancora qualche sassolino nelle scarpe e torna a commentare le parole del direttore di Rai 3 Andrea Vianello che in una recente intervista al Corriere della Sera dichiarò che “il programma aveva problematiche di ascolto. Abbiamo cercato quest’anno di innovarlo e lei stessa non si trovava su questa nuova linea (…). Ci viene chiesta innovazione e l’innovazione comporta scelte inevitabili“.

“Il direttore Vianello, con cui non c’è stato più nessun contatto, sosteneva che io non fossi in grado di rinnovarmi. Bene, io potrei chiedergli cosa intenda per rinnovamento. (…) Per me la Rai ha bisogno di rinnovamento, ma non è quello che sta facendo Rai 3: si eliminano alcuni professionisti solo per l’età che hanno. Rinnovamento non è sinonimo di gioventù, ma di idee originali che portano risultati. Le innovazioni introdotte a Kilimangiaro nell’ultima edizione non hanno apportato nessun miglioramento. Ma di cosa stiamo parlando?”

ha aggiunto la Colò, su posizioni ovviamente opposte a quelle del direttore di Rai 3 che ha guardato altrove per concretizzare quel cambiamento di formula testato lo scorso anno. Certo è che la domenica pomeriggio è una piazza tradizionalista e già affollata: la sfida di Kilimangiaro resta complicata.

Comunque sia, la Colò non vuole saperne più nulla: sta scrivendo un libro per Rizzoli, cura un suo sito web, sta buttando giù idee per nuovi programmi tv. Che sia arrivato il momento di un suo trasferimento a La7?

“Solo perché tutti quelli che lasciano Rai 3 ci vanno? La7 si dedica quasi esclusivamente all’informazione politica. Non credo che farò parte di quella squadra”

dice la conduttrice che forse non ricorda gli anni di Atlantide o di altre produzioni documentaristiche piuttosto interessanti. Ma, come ha detto a Libero, non c’è mica solo la tv…