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Fuori gli Autori – Ugo Porcelli a TvBlog: L’invasione dei Format in Tv e la voglia di un Rinascimento Televisivo

Fuori gli Autori a TvBlog. Oggi con noi Ugo Porcelli

di Hit
pubblicato 28 Luglio 2014 aggiornato 21 Gennaio 2021 17:12

Parte oggi, qui su TvBlog, una nuova rubrica che vi terrà compagnia per tutta l’estate. L’abbiamo chiamata “Fuori gli Autori” e vuole essere un modo per dare la parola ad alcuni fra i maggiori autori televisivi nostrani. Lasceremo dunque totalmente e liberamente a loro questo spazio, per farci raccontare del loro mestiere, di ciò che gli ruota attorno e di tutto quanto vorranno dire inerente alla televisione e “dintorni”, in una serie di “Temi liberi sulla Tv, scritti da chi la Tv la fa”.

La prima puntata di questa serie, vede protagonista uno degli autori storici della televisione italiana. Con lui Renzo Arbore ha ideato alcuni fra i titoli più celebri e di successo del piccolo schermo, ci riferiamo a Ugo Porcelli. La parola dunque all’autore di Quelli della notte ed Indietro tutta, nel primo dei nostri appuntamenti esclusivi di “Fuori gli Autori”.

L’invasione dei Format in Tv

Mi interesso di radio e di televisione dalla fine degli ’60 , praticamente un dinosauro, e mi imbarazzo sempre molto quando vengo accomunato ai protagonisti della creatività televisiva italiana. Mi considero un solerte uomo di macchina sempre preoccupato che il testimone del programma , fosse Arbore o la Carra’, Enzo Tortora o Maurizio Costanzo, Pippo Baudo o Paolo Bonolis, potesse realizzare al meglio il proprio spettacolo. Per questo forse mi riconosco di più nel ruolo di creative producer. E’ la definizione che più mi piace. Un produttore-autore con qualche idea giusta ogni tanto. E cosi’, col passare degli anni, anch’io mi sono fatto delle idee sulla tivvù.

Per piu’ di 40 anni la RAI ha sempre commissionato l’ideazione dei programmi ad autori nazionali, che a volte bene a volte di meno, hanno sempre riempito i palinsesti senza chiedere aiuto a nessuno. Con lo sbarco in Italia delle Multinazionali Globali (Grundy, Pearson, Endemol ,Fremantle ,Granada ecc.), forse per un nostro atteggiamento provinciale, forse per una nostra vocazione alla autocolonizzazione, forse perchè pensiamo che tutto quello che viene da fuori è migliore di quello che facciamo noi, abbiamo quasi completamente ceduto il passo ai format stranieri. Fino al 2000 abbiamo progettato, ideato e siamo andati avanti più che decorosamente. All’improvviso sembra che non siamo più capaci di fare nulla di tutto questo .

Eppure la nostra storia televisiva racconta ben altro. Racconta soprattutto dell’attenzione e la sensibilità che gli autori di casa nostra hanno sempre avuto per le trasformazioni e i cambiamenti della società italiana. Io mi chiedo: programmi come L’Isola dei Famosi, Il Grande Fratello e altri reality show o certi talent di oggi, quali valori trasmettono? Siamo sicuri che non si riesca a trovare qualcosa di ugualmente divertente in alternativa a quei programmi che vanno avanti oramai da più di 10 anni ?

Capisco che è difficile e rischioso togliere dagli scaffali i prodotti che rispondono ancora bene alla richiesta del mercato, ma non per questo si deve rinunciare a cercare. E’ anche una questione di rispetto per quegli spettatori che non ne possono della stessa minestra da anni e anni … Una grande azienda culturale come la RAI deve affrontare la grande sfida della ricerca di nuove idee e di nuovi talenti tutti italiani. I dirigenti ed i funzionari, non devono abbandonare il loro ruolo di monitoraggio su tutto il territorio solo perchè il palinsesto e’ occupato militarmente dai format delle multinazionali televisive. Abbiamo capito che c’è anche un’altra maniera di fare lo spettacolo che non sia la nostra vecchia rivista, o i quiz alla maniera di Mike. Abbiamo abbondantemente capito che ci vuole uno stile diverso.

E allora riproviamo a fare televisione anche noi , come ABBIAMO FATTO FINO ALLA FINE DEGLI ANNI 90. Per seguire il trend della globalizzazione, stiamo perdendo la nostra identità nazionale. Siamo noi che dobbiamo fare tendenza !!! La Rai deve accettare questa sfida, deve ribellarsi alla dittatura degli ascolti per essere libera di provare formule nuove, i dirigenti televisivi devono fare il loro lavoro, non possono galleggiare fino alla pensione in un’area di sicurezza e di conforto, per evitare le turbolenze che ogni innovazione comporta .

La Rai deve essere la protagonista del made in Italy televisivo. Come obbligo istituzionale dovrebbe essere quasi proibito importare dall’estero, semmai si dovrebbe esportare. Ma è mai possibile che in 60 milioni di Italiani, non si riesca a trovare qualcuno con delle idee nuove? Forse è legittimo il sospetto che nessuno ci stia provando. Quante volte le multinazionali ci hanno spacciato per successi programmi che poi, in Italia si sono rivelati dei flop!! E allora, flop per flop, tanto vale provare con idee tutte italiane. Sono sciovinista ? No, lo dico solo perchè possiamo pensare ad un Rinascimento Televisivo, soltanto se ci sono dirigenti che incoraggiano a provare, a osare e rischiare insieme a favore della creatività italiana .

Privilegiate e proteggete i creativi italiani, fateli esprimere, fateli crescere, perchè altrimenti faremo la fine del cinema italiano negli anni 80. Abbiamo visto invece per esempio, proprio in questa stagione al cinema, che appena si apre uno spiraglio , un’opportunità, germogliano ,fioriscono e si fanno largo film italianissimi come lo spassoso e surreale “Smetto quando voglio” di Sidney Sibilia, o il poverissimo ma ugualmente divertente “Spaghetti Story” di Ciro De Caro e poi il film rivelazione “La mafia uccide solo d’estate” di PIf. Se li trovate ancora nelle sale, andateli a vedere.Forse sta crescendo la nuova commedia all’italiana? Magari ….

Non deve passare l’idea che i nostri autori sono solo degli adattatori di format e dei restylist punto e basta. A volte giovani autori hanno delle loro idee originali, che non presentano, perché sono ormai frustrati e sfiduciati dall’atteggiamento distratto o di finto interesse dei dirigenti preposti alla valutazione di progetti nuovi. Cerchiamo di non pensare solo agli ascolti dell’indomani mattina. Ci vuole rispetto per le idee nuove, fiducia sui risultati futuri e passione. Accettiamo il rischio tutti insieme e portiamo avanti la creatività italiana, che si e’ affermata brillantemente in altri campi .
Non bisogna perdere la voglia di ricominciare :

NOI DOBBIAMO STARE SUL MERCATO DA PROTAGONISTI !

La Rai deve accettare questa sfida e capire che non si possono non tentare strade nuove, solo perche’ c’è la paura di sbagliare. Ci vuole intraprendenza, piglio imprenditoriale, VOGLIA DI VOLARE! Ed infine: Non dico che la RAI debba avere MORE STARS THAN IN HEAVEN, come recitava lo slogan della MGM, ma sarebbe il caso di provare 4-5 presentatori in più per le prime serate. Non può essere affidato tutto nelle mani di 2, massimo 3 maestri di cerimonia .

Con un paniere più ricco la RAI avrebbe anche più potere contrattuale e non sarebbe aggredita alla giugulare ad ogni rinnovo di contratto. Ma soprattutto non si troverebbe delle voragini spaventose quando una delle sue Star ,vedi buon ultimo Giovanni Floris, decide di fare esperienze nuove e più accattivanti. Anzi invito Tv Blog a fare un referendum per trovare il nuovo Giovanni Floris. Chissà, con legioni di giornalisti, qualcuno altrettanto valido può darsi che si trovi ..

Coraggio e fiducia !! Ce la dobbiamo fare .

Ugo Porcelli