Home Notizie Stalker, Kevin Williamson assicura che la serie tv sarà diversa da The Following: “Quello è un thriller, questo un crime”

Stalker, Kevin Williamson assicura che la serie tv sarà diversa da The Following: “Quello è un thriller, questo un crime”

Al Television Critics Association press tour Kevin Williamson ha parlato di Stalker, nuova serie tv, spiegando che sarà diversa dai suoi altri show e che conterrà meno violenza e più indagini nelle puntate

pubblicato 24 Luglio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 02:09

Kevin Williamson ha abituato il pubblico a serie tv dove la violenza è presente. In Stalker, la nuova serie tv in onda sulla Cbs a partire dal primo ottobre, il creatore di The Vampire Diaries e The Following assicura suspence ma meno violenza. Al Television Critics Association press tour, l’autore ha rassicurato tutti che il nuovo show non punterà sulle scene violenti, come accade in The Following. Williamson ha definito le due serie tv diverse l’una dall’altra:

“Una è un thriller violento. Deve essere un piccolo film horror settimanale… Ha un suo livello di violenza. Questa nuova serie è un crime drama. E’ un procedural. Segue le vite di questi detective che indagano sul crimine dello stalking su basi settimanali”.

La serie ha come protagonista il detective Jack Larsen (Dylan McDermott), da poco a Los Angeles, al lavoro nella Threat Assessment Unit, che si occupa appunto delle minacce legate allo stalking. Ad aiutarlo, il tenente Beth Davis (Maggie Q), che in passato è stata al centro di un caso di stalking, ma anche il detective Ben Caldwell (Victor Rasuk) e la detective Janice Lawrence (Mariana Klaveno).

Il pilot di Stalker mostra alcune scene molto violente, ma Williamson rivela che sono state girate per favorire il pilot, mentre il resto degli episodi sarà meno cruento. “Scrivo del momento che c’è dopo lo spavento”, ha detto. “Ci potrebbero essere alcuni aspetti della violenza… Ma sto provando ad essere diverso ed ad esprimermi in modo diverso.”

L’autore ha ammesso che l’idea della serie risale a qualche anno fa, quando un fan esagitato aveva iniziato a seguirlo dopo “Scream 2”. La serie promette ogni settimana un caso, che dovrebbe permettere al pubblico di avere una maggiore consapevolezza del reato di stalking e di come difendersi. “Tutti possono essere uno stalker, tutti possono essere una vittima”, ha spiegato, ammettendo di voler bilanciare la quantità di casi con al centro le donne o gli uomini. Sebbene nella realtà le donne siano più colpite, Williamson vuole che ci siano anche vittime maschili:

“Non voglio che diventi uno show solo sulla violenza contro le donne. Stiamo facendo uno show d’intrattenimento, ma allo stesso tempo spero di aumentare un po’ la consapevolezza di questo crimine”.

Stalker dovrà cercare di essere realistico ed anche capace di intrattenere i telespettatori, usando un tema diventato purtroppo sempre più attuale. Una sfida a cui Williamson vuole guardare senza essere eccessivamente violento, ma fermandosi sugli aspetti investigativi della storia.