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Ti amo troppo per dirtelo, la Taodue non riesce a fare le commedie per la tv

Ti amo troppo per dirtelo, il film-tv di Canale 5, non stupisce, con una trama semplice che mostra poche idee originali per un genere molto sfruttato e già noto in televisione

pubblicato 22 Giugno 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 03:07

La Taodue, quando si tratta di portare in tv i polizieschi, se la cava. Anche quando deve far ridere al cinema ci riesce (i film di Checco Zalone, dei Soliti Idioti e di Pio ed Amedeo sono della casa di produzione di Pietro Valsecchi). Quando vuole realizzare commedie per la televisione, però, c’è qualcosa che non va. E Ti amo troppo per dirtelo, il film-tv di Canale 5, lo dimostra.

Messa da parte una buona fotografia, il resto non stupisce e non riesce a far sorridere, così come avrebbe dovuto. Da una commedia romantica per la tv non ci si aspettava niente di particolarmente travolgente, ma neanche una serie di luoghi comuni e battute poco originali.

Il film-tv di Marco Ponti non ha la pretesa di diventare una pellicola cult, ma non per questo non avrebbe dovuto rinunciare al tentativo di portare sul piccolo schermo una storia divertente e leggera. Qui, piuttosto, c’è sì la leggerezza di una trama da film-tv adatto anche ad un pomeriggio estivo, ma manca l’elemento che può far parlare di idee davvero diverse rispetto alle altre produzioni.

Neanche l’idea di usare il voice over per la prima parte del film paga, risultando seccante e didascalico, come a dire che anche nei film semplici si deve spiegare tutto ai telespettatori. E dire che i dialoghi, freschi e capaci di dare un giusto ritmo alle scene, non stonano con l’idea di raccontare una storia che cerca un pubblico giovane e smaliziato.

In questo senso si capisce la scelta di un cast di attori, come Francesco Scianna e Jasmine Trinca, che si avvicinano di più al mondo delle nuove generazioni, ma che non sembrano azzeccati per il ruolo che interpretano. Non se la cavano neanche i comprimari, come Fabio Troiano e Valeria Bilello, ed i loro personaggi, che dovrebbero servire a spingere i protagonisti al finale e che diventano prevedibili, mentre ad Enrico Bertolino tocca il solito ruolo dell’uomo d’affari senza scrupoli.

Insomma, Ti amo troppo per dirtelo si svolge senza stupire e senza neanche annoiare: una mediocrità che può essere accettata da chi cercava un film-tv senza particolari messaggi, ma che da una casa di produzione che al cinema riesce a far ridere gran parte degli italiani ci si aspettava uno sforzo maggiore.


Ti amo troppo per dirtelo