Home Cielo Pantani – Più alta è la vetta, su Cielo il docufilm a 10 anni dalla morte

Pantani – Più alta è la vetta, su Cielo il docufilm a 10 anni dalla morte

Dopo la presentazione avvenuta nel corso della prima tappa del Giro d’Italia 2014, il docufilm dedicato al Pirata approda sul canale DTT di Sky.

pubblicato 26 Maggio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 04:09

Pantani – Più alta è la vetta, più dura la caduta è il titolo scelto per la versione italiana del docufilm col quale il regista James Erskine ha deciso di ricostruire l’ascesa e il declino di Marco Pantani, di cui lo scorso 14 febbraio è ricorso il decimo anniversario della scomparsa. Lo propone Cielo (DTT, 26) alle 21.00 in prima tv.

Pantani: The Accidental Death of a Cyclist (questo il titolo originale) torna sulla storia del Pirata, una di quelle storie destinate a restare nella memoria collettiva, tra leggenda e mistero, rimpianto e soddisfazione: dai successi sulla strada al buio del doping, dalla gloria delle vittorie alla solitudine della depressione.

Dopo le commemorazioni di febbraio, anche il Giro d’Italia 2014 ha voluto, ovviamente, ricordare una delle figure più amate – e anche controverse – della scena ciclistica italiana e internazionale. Proprio questi giorni il Giro sta vivendo la sua fase calda, dedicandosi proprio agli scalatori: giusto ieri, nella tappa di domenica 25 maggio – da Valdengo a Plan di Montecampione – il sardo Fabio Aru (Astana) ha staccato gli altri nella salita che nel 1998 vide la sfida Pantani-Tonkov.

Ma diversi momenti del percorso di questa 97ma edizione del Giro sono stati pensati per ricordare il Pirata, omaggiato il 17 maggio scorso nella salita del Carpegna, dove il Pirata si allenava, e ‘celebrato’ sabato 24 con l’arrivo a Oropa (nel video in alto), dove Marco vinse in maglia rosa nel 1999, pochi giorni prima del blitz a Madonna di Campiglio che segnò definitivamente la sua carriera. Furono riscontrati livelli di ematocrito troppo alti, la squadra si ritirò dalla corsa e il Pirata scivolò sempre più nel baratro. Tutto un tranello, tutto frutto di una cospirazione ripetono quelli che gli sono stati più vicini e che tornano a dare le proprie testimonianze: comunque sia, una storia che finisce in un alberghetto con un’overdose.

Tutto questo lo ricorda James Erskine nel suo docufilm: non nuovo a pellicole dedicate allo sport (sue Man of Wire su Senna, A night in Turin sui Mondiali 1990 della Nazionale inglese e Shooting for Socrates sul Brasile ai Mondiali del 1986) Erskine offre il suo sguardo su una delle figure più epiche e tristi del ciclismo contemporaneo. Appuntamento alle 21.00 su Cielo.

Cielo