Home Notizie Enrico Ghezzi e le “messe” di Santoro, Saviano, Fazio e dei grandi eventi sportivi. Una tv pornografica senza godimento

Enrico Ghezzi e le “messe” di Santoro, Saviano, Fazio e dei grandi eventi sportivi. Una tv pornografica senza godimento

L’autore di Blob e Fuori orario esterna il suo pensiero a proposito della televisione contemporanea, che definisce amorfa e priva di quel “troppo” che dovrebbe contenere.

pubblicato 11 Agosto 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 02:45

Intendiamoci: Enrico Ghezzi va capito, rimuginato, rimestato, digerito e poi interpretato, quindi non fermatevi al titolo. Dopodiché, bisognerebbe chiamarlo e chiedergli se si è interpretato correttamente il suo pensiero, e a quel punto lui potrebbe rispondere con un silenzio o un fuori sync. Comunque, a Sette Tv, CorSera, Ghezzi rilascia qualche dichiarazione sulla tv di oggi. E ne parla senza alcun entusiasmo (come dargli torto?):

«[La tv di oggi, ndr] E’ informe e insapore e lo sa, per cui al di fuori di ogni slancio, invenzione, utopia editoriale, si bombarda lo spettatore con continue messe».

E quali sarebbero queste messe? Ghezzi le elenca così, in un calderone che potrebbe sembrare insensato ma che invece gode di un senso profondo:

«I vari (post)Santoro, Saviano, Fazio, i grossi eventi sportivi, i goal… Sono incontri obbligatori, quasi indifferenti alla diretta, che perdono però la loro stessa unica “chance”, quella di una visione quasi pornografica della tv. Quasi introvabile il godimento».


In tutto ciò, il telespettatore sta in attesa, bramando qualcosa (accade sempre anche a me, se ci penso bene. Quando c’è la grande attesa, a maggior ragione)

«Si assiste ai programmi sperando e volendo un “troppo” che non arriva. E andarsene è illusorio e inutile. Si arriva in stazione e si vede, dalla banchina, partire il proprio treno. Si apre un vuoto. E per un minuto, con insoddisfazione serena e terribile, prima che parta la prossima sigla o pubblicità, si vedono le cose come in un film muto»

Una visione quasi apocalittica, che fa molto Fuori orario, ma che coglie perfettamente l’essenza della tv italiana del 2012. Basterebbe quel (post)Santoro, che non ha nemmeno bisogno di commento, per dare l’idea della lucidità di Ghezzi.

Basterebbe quel descrivere, insieme, nel nazional-pop (non ce ne voglia Pippo Baudo) i goal, le Olimpiadi, Fazio e Saviano. E invece Ghezzi non si accontenta e va oltre. E ci racconta una televisione che perde persino il godimento della chance di abbandonarsi al vouyerismo pornografico.

Oh, certo, qualcuno non capirà e penserà che Ghezzi abbia detto altro. Va bene così, è il bello del fuori sync.

Foto | TM News