Home Notizie Gubitosi resta in Rai: “Nel 2013 utili di 5 milioni. Ma dismetterò la sede di Viale Mazzini”

Gubitosi resta in Rai: “Nel 2013 utili di 5 milioni. Ma dismetterò la sede di Viale Mazzini”

Dal bilancio 2013 ai 100 milioni di euro per i Mondiali 2014: ecco come se la passa la Rai, di cui Luigi Gubitosi resterà Direttore generale

pubblicato 11 Aprile 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 05:45

UPDATE: Riceviamo e pubblichiamo una lettera di protesta contro il Direttore Generale della Rai, da parte del Movimento Lavoratrici e Lavoratori Rai IndigneRai.

Qualcosa si è inceppato?
Siamo un disco rotto?
Ci sembrava fosse cambiata la musica, ma poi siamo tornati alla solita gestione aziendale…
Un evergreen eseguito da diversi orchestrali, dal titolo: PAREGGIO DI BILANCIO.
 Dirige il nostro caro DG l’orchestra degli stregoni dell’economia e della SPENDING REVIEW.
Le note sono le stesse, fatte da tagli al personale, PDR non dati, appalti non ridotti, esternalizzazioni fatte con due pesi e due misure, 600 dipendenti in prepensionamento senza reintegri, 620 dirigenti, mantenuti e coccolati, alla faccia di una finta razionalizzazione delle aree aziendali, misteriose come la fede.
Troppe le stonature…Un job posting mandato alle ortiche, a dispetto dell’articolo 12 del contratto collettivo, privo di trasparenza, di regole.
La mappatura del personale nell’area editoriale, da chiudere a dicembre, con l’obiettivo di un risparmio sulle collaborazioni esterne, strapagate, è ancora latitante, senza dimenticare quanto perso tra le mancate erogazioni del PREMIO DI RISULTATO e, non ultimo, la detassazione degli straordinari per chi è al disotto di 40.000 lordi.
Per finire, un contratto scaduto gia a dicembre, senza interesse a sedersi ad un tavolo, mentre il tassametro dei nostri stipendi corre al contrario.
Ci chiediamo per quale strano motivo tra tanti accordi che vengono sottoscritti tra sindacati e azienda gli unici ad essere puntualmente rispettati da entrambi siano quelli, come nel caso del Pdr, che hanno ricadute negative nei confronti dei lavoratori. Per quale motivo la “ragionevolezza”dei sindacati quando si deve cedere non viene mai controbilanciare da “tenacia” quando si deve ottenere.
Ai sindacati ricordiamo che le norme li riconoscono i rappresentanti dei lavoratori e non certo degli iscritti. Ed i lavoratori a gran voce chiedono loro una svolta con un passato di subordinazione se non di complicità con l’azienda. I lavoratori iniziano ad essere a corto delle risorse economiche per finanziare gli sperperi aziendali. Trasparenza, strategia, iniziativa ed efficacia dovrebbero essere il vostro mantra
Abbiamo fatto scioperi di fronte al piano industriale Masi-Lei; il dg Gubitosi alza le braccia in segno di vittoria per aver raggiunto un bilancio in pareggio ma lascia vittime e il personale mortificato.
Durante la presentazione del semiapplicato piano industriale ha affermato che il precedente bilancio e’ stato certificato da qualcuno che aveva assunto sostanze stupefacenti…non ci sembra tanto diverso se in un anno dispari (senza diritti spotivi) si certifica un bilancio positivo con il sangue dei dipendenti che portano avanti l’azienda.
COMPLIMENTI ci viene da dire, ma forse possiamo solo dire :”CE LO ASPETTAVAMO…AVANTI IL PROSSIMO DIRETTORE DI ORCHESTRA.

Luigi Gubitosi non lascia la Rai. Intercettato in occasione della presentazione del bilancio annuale, il Direttore Generale della tv di stato si è vantato dell’utile netto di 5 milioni di euro, un significato miglioramento rispetto al 2012 dove c’era stato un rosso da 245 milioni. Tutto merito dei tagli ai telefoni, trasferte, trasporti, noleggio-auto, spese per il personale. Ecco perché Gubitosi e la presidente Annamaria Tarantola non molleranno le poltrone, con il beneplacito dello stesso Giorgio Napolitano.

Il margine operativo lordo dell’esercizio 2013, il cui bilancio è stato approvato ieri dal Cda all’unanimità, è quindi di 663 milioni, 169 in più rispetto al 2012, un risultato positivo per 66 milioni rispetto a quello negativo per 162 dell’esercizio precedente.

E’ cresciuto l’indebitamento finanziario, arrivato a quota 441 milioni rispetto ai 366 di un anno prima, anche “a causa dei 700 esodi incentivati effettuati”.

La riduzione dei costi ha compensato il calo dei ricavi, in particolare della pubblicità in flessione di 38 milioni, ma Gubitosi è tranquillo:

“La maggiore sofferenza è data dal mancato adeguamento e dalla morosità del canone con una perdita di 22 milioni di euro: il tasso di evasione è il più alto in Europa, pur avendo il canone più basso. Avrei voluto fare una scommessa con un signore che poi non si è fatto più sentire: Grillo diceva che avremmo perso 400 milioni, peccato non averla fatta”.

Se i ricavi pubblicitari sono calati nel 2013 dell’8,5% (e di quasi il 30% in due anni, dai 964 milioni del 2011 ai 682 del 2013), sono però, risaliti del 3,9% nel primo trimestre di quest’anno. Certo, ora si preannuncia un periodo di spese come in tutti gli anni pari:

“Il 2014 sarà un anno difficile per la Rai sul piano dei conti, perché ci saranno i Mondiali di calcio che significano 100 milioni di euro tra diritti e costi operativi: tagliare i grandi eventi sportivi è impossibile, se quest’estate non mandassimo i Mondiali – scherza – si abbrevierebbe il mio mandato. E poi ci sono le spese necessarie per gli investimenti tecnologici. Bisogna puntare sull’alfabetizzazione digitale degli italiani. Ci vuole un Maestro Manzi 2.0”.

In un’ottica di spending review Gubitosi annuncia la dismissione della sede di viale Mazzini, dicendo di essere vicino a “trovare una soluzione alternativa”. Quanto al suo stipendio, risponde “non posso che adeguarmi alle leggi in vigore”.

In merito al futuro della tv pubblica, “fuori la politica” è uno slogan che non gli piace:

“La politica deve esserci purché sia con la P maiuscola. Il nostro editore è il parlamento, il nostro obiettivo è il pluralismo”.

Prossimi obiettivi? Archivio digitale entro il 2019 e dodici cantieri aperti, dalla pubblicità agli acquisti, nell’ambito del Piano industriale 2013 – 2015.