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La televisione che cambia anche Wimbledon

Inutile dirlo: chi volesse seguire le prodezze del tennis più antico e di classe che ci sia, quello inglese, quello sull’erba che ancora resiste a altre superfici meno demodée, non può che rivolgersi al satellite. E va bene, pazienza: toccherà affidarsi a SKY per sapere se Nadal riuscirà almeno a insidiare Federer, o se il

27 Giugno 2007 09:32


wimbledon Inutile dirlo: chi volesse seguire le prodezze del tennis più antico e di classe che ci sia, quello inglese, quello sull’erba che ancora resiste a altre superfici meno demodée, non può che rivolgersi al satellite.
E va bene, pazienza: toccherà affidarsi a SKY per sapere se Nadal riuscirà almeno a insidiare Federer, o se il campionissimo svizzero saprà sfuggire alla minaccia della sua nemesi su quell’erba che lo vede favorito e imbattuto.

Ma non è di tennis – non solo – che vogliamo parlare, giusto?
Ebbene, sembra interessante valutare l’impatto che ha, anche su questo sport la televisione con le sue esigenze.

Una delle questioni più affascinanti di Wimbledon, una faccenda imprevedibile e imprescindibile, che metteva a dura prova i nervi dei contendenti e trasformava il semplice incontro tennistico in una sfida più psicologica del solito, era la pioggia.

Quella pioggia immancabilmente british che tempesta da sempre gli All England Club dove si svolge il torneo. Quella pioggia generatrice di sospensioni capaci, più di una volta, di contribuire a ribaltamenti inattesi. Quella pioggia che è ormai parte integrante della tradizione, insieme alle tenute bianche e alla richiesta di un anacronistico quanto gradito voto di silenzio.

Be’, avrete già capito: può forse la televisione, con i suoi sponsor, soprattutto quella satellitare, concedersi il lusso di palinsesti imprevedibili causa pioggia?
La risposta – che potrebbe tranquillamente essere: ma sì, in fondo siamo andati avanti così per anni, in fondo il ritmo ha bisogno anche delle pause, in fondo andare a 110 chilometri orari di media, anziché 130, non causa ritardi così significativi – è NO.


Moviola Hawk Eye

E così, per mere ragioni di palinsesto, il centrale di Wimbledon, su cui già campeggiano maxischermi con tanto di replay (la sbandieratissima moviola Hawk Eye) che rende impossibili contestazioni di sorta, verrà coperto con un tetto removibile a partire dal prossimo anno.
Grandi estimatori di questo sport, grandi scriba che ne parlano – su tutti, Gianni Clerici avranno già inviato ai numi tutelari dello stesso le loro lamentele. Senza successo, ché il denaro degli sponsor è importante.

E qualcuno, già, propone – come avviene altrove, e in altri sport – di prevedere sessioni notturne. Per non farsi mancare nulla.

Con buona pace di chi, come il sottoscritto, vuole solo godersi – a meno di interventi malefici e sorprendenti da parte delle condizioni atmosferiche – l’annunciata finale Federer-Nadal. Senza tetti, senza lampioni.