Home Tv Talk Massimo Giletti a Tv Talk risponde a TvBlog: “Il mio orgoglio è aver creato una squadra di lavoro utile all’azienda”

Massimo Giletti a Tv Talk risponde a TvBlog: “Il mio orgoglio è aver creato una squadra di lavoro utile all’azienda”

La risposta del conduttore di Domenica In – L’Arena.

pubblicato 15 Marzo 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 06:51

Massimo Giletti, conduttore di Domenica In – L’Arena, è stato uno degli ospiti della puntata odierna di Tv Talk, il programma di Rai 3 condotto da Massimo Bernardini, e ha risposto ad una domanda di un commentatore di TvBlog.

La domanda scelta, scritta da Fenomenus, è stata la seguente:

Se mai un giorno dovesse stufarsi, si immagina l’Arena con un conduttore diverso da lei? Se sì, chi?

Massimo Giletti non si è sbottonato molto circa il suo futuro personale ma ha manifestato orgoglio per aver portato al successo una trasmissione che potrebbe risultare utile alla Rai, magari, anche con un altro conduttore:

Non lo so cosa succederà in futuro. Il mio orgoglio è quello di aver creato una squadra di lavoro che può essere utile all’azienda.

Questa dichiarazione, però, è stata anticipazione da un’altra manifestazione d’orgoglio che, però, rasenta leggermente il qualunquismo:

Io sono orgoglioso di una cosa, di fare un programma di quel tipo senza aver nessun partito politico alle spalle perché la storia insegna che ogni conduttore televisivo che fa informazione ha un riferimento e noi non l’abbiamo e credo che la credibilità, e i 4 milioni e oltre di spettatori di domenica che ci guardano, abbiano scelto la credibilità.

Tra le altre dichiarazioni che Giletti ha rilasciato oggi, una delle più interessanti riguarda la cronaca nera e il rischio di spettacolarizzare il dolore. Questo è stato il pensiero del conduttore:

Noi abbiamo fatto una scelta da almeno un paio di anni di non occuparci più di questi casi. E’ una scelta molto ponderata e voluta. Ognuno di noi nella propria storia ha attraversato momenti in cui si è occupato di determinate cose e di casi molto eclatanti come il caso di Sarah Scazzi. Era inevitabile non occuparsene anche perché gli avvenimenti spesso avvenivano tra il venerdì e il sabato e tu eri lì e non potevi far finta di nulla. Bisogna essere capaci di fare un passo indietro. C’è sempre una spettacolarizzazione del dolore, anche se ci sono buon intenti, su cui bisogna fare attenzione.

E’ doveroso sottolineare, però, che il rischio di spettacolarizzare il dolore non è intrinseco solo alla cronaca nera. Anche quando ci si occupa di persone strozzate dalla crisi economica, andando a fondo nei casi specifici, si corre il medesimo rischio e L’Arena, spesso e volentieri, come accade anche in altre trasmissioni televisive, non si è sottratta da questa pratica.

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