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Tommaso Mecarozzi a Tvblog. “Il primo dovere del telecronista? Rispettare il telespettatore”

Tommaso Mecarozzi sarà la voce del nuoto alle Olimpiadi di Londra 2012 per Raisport: Tvblog lo ha intervistato

pubblicato 19 Luglio 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 03:16

Tommaso Mecarozzi, nato a Sinalunga, in provincia di Siena, il 2 novembre del 1975, laureato in Scienze di Comunicazione all’Università di Siena, in Rai dal 2003, dopo aver vinto il concorso per entrare nella Scuola di Giornalismo nel 2000. Alle Olimpiadi di Londra 2012, commenterà le gare di nuoto insieme con Luca Sacchi.

Tommaso, come sei arrivato al nuoto?

“Nel 2009 ‘sono stato nominato’, per così dire. L’allora telecronista del nuoto Sandro Fioravanti è diventato vice-direttore, e d’accordo con il direttore Eugenio De Paoli ha pensato me, che fino a quel momento mi ero occupato di calcio. Se abbiano scelto bene o male non sta a me dirlo, il responso lo dà il microfono”.

È stata una nomina inaspettata?

“Più che altro è stato inaspettato il fatto che Fioravanti lasciasse le telecronache”.

Com’è cambiato il tuo approccio rispetto agli inizi?

“E’ chiaro che negli anni ho preso più confidenza. Con questo non voglio dire che sono bravo (anche perché – detto per inciso – anche i più bravi possono non piacere, così come a volte diventa un fenomeno chi se lo merita meno). Intendo semplicemente che ho raggiunto una maggiore confidenza con l’ambiente, parlo di più con gli atleti, come è normale che sia. All’inizio ero un corpo estraneo, mi sono introdotto gradualmente”.

Immagino che in questo senso ti abbia aiutato Luca Sacchi.

“Guarda, tra noi due si è instaurato un rapporto di amicizia molto profondo, come difficilmente capita nei rapporti di lavoro. All’inizio mi ha aiutato molto, spesso è stato paziente. Quando mi ha detto ‘Tommi, non mi lasciare, con te mi trovo benissimo sia personalmente che professionalmente’ è stata una bella soddisfazione”.


So che partirai oggi per Londra.

“Sì, esatto, inizierò a fare un sopralluogo degli impianti, vedrò la vasca olimpica, poi con il passare dei giorni e con l’arrivo degli atleti si entrerà più nel vivo”.

Sei alla terza Olimpiade, giusto?

“Sì, dopo Pechino e Vancouver. A Pechino tra l’altro ho avuto il piacere di commentare la medaglia d’oro conquistata da Andrea Minguzzi nella lotta greco-romana; a Vancouver, invece, curavo diversi collegamenti ed ero uno dei conduttori del tg olimpico”.

E a Londra cosa farai?

“Le gare di nuoto durano solo una settimana; in ogni caso rimarrò anche la settimana successiva, sia per commentare le competizioni di lotta greco-romana (benché la rappresentativa azzurra sia molto ridotta), sia per condurre i tg olimpici ed occuparmi di altre competizioni, nel caso ce ne fosse bisogno”.

Com’è la giornata olimpica per un telecronista?

“Beh, si sta nell’impianto dalla mattina alla sera, e poi dopo cena si va a parlare con gli atleti. Insomma, vai a letto stremato. È una giornata bella intensa, anche perché dobbiamo essere reperibili ventiquattro ore su ventiquattro. Al di là del divertimento, ci facciamo un mazzo così”.

Oltre alle Olimpiadi, tu commenterai anche le Paralimpiadi.

“Sì, mi è arrivata questa proposta e l’ho accettata volentieri, credo sia un modo per dare uguale dignità a entrambe le rassegne. Ho già commentato il nuoto paralimpico in alcuni meeting minori, ma non ai Giochi, quindi sarà una prima volta”.

La squadra di Raisport è reduce dalle critiche subite agli Europei. Qual è la tua opinione?

“Credo che il diritto di critica sia sacrosanto, soprattutto per gli spettatori. Il problema è che spesso si confonde il gusto personale con la professionalità e la capacità. Insomma, c’è stata qualche critica gratuita. Detto ciò, si può sempre migliorare, e io per primo mi metto tra quelli che sbagliano. Penso, inoltre, che spesso i giudizi siano stati influenzati dallo stile delle telecronache, che può piacere o non piacere. Ma occorre tenere conto del fatto che la Rai dà sempre un’impronta su come impostare i racconti”.

E qual è l’impronta Rai? Tu hai ricevuto suggerimenti quando ti hanno scelto come telecronista del nuoto?

“Diciamo che i consigli li ho chiesti io prima ancora che me ne dessero: pur avendo iniziato molto presto a fare il giornalista, ero un novellino del nuoto. L’impronta che credo si debba mantenere in una telecronaca è quella di rispettare il telespettatore. Ogni tanto io e Luca ci lasciamo andare a qualche battuta, ma cercando di rimanere il più composti possibile. Non bisogno mai lasciarsi troppo andare al ‘cazzeggio’, mi si passi il termine”.

Su Sky il tuo omologo sarà Fabio Caressa: che ne pensi?

“Ho avuto modo di conoscerlo all’ultima edizione del Settecolli a Roma, è venuto a presentarsi: è stato un saluto piacevole e cortese. Tra noi non c’è rivalità, ma una concorrenza, anche bella. Vedremo come andrà, spero vada bene a noi”.