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Quando la parodia crea un mito: Gialappa’s docet

La parodia crea o distrugge? E’ questo l’interessante spunto di riflessione che Aldo Grasso propone nella sua video-rubrica online (e che affrontiamo alla luce del dibattito già avviato sulla satira). A tal proposito, il noto critico tv opera un confronto tra l’epoca dei salotti francesi, in cui il ridicolo uccideva, e l’era delle comunicazioni di

3 Aprile 2007 09:19

massimo giletti imitazione pantani La parodia crea o distrugge? E’ questo l’interessante spunto di riflessione che Aldo Grasso propone nella sua video-rubrica online (e che affrontiamo alla luce del dibattito già avviato sulla satira).
A tal proposito, il noto critico tv opera un confronto tra l’epoca dei salotti francesi, in cui il ridicolo uccideva, e l’era delle comunicazioni di massa in cui il problema si pone in modo diverso. C’è il rischio, infatti, che di questi tempi la parodia non allontani dalla scena pubblica il parodiato, ma ne crei un monumento.
Esempio calzante fornitoci da Grasso è quello dell’azzeccata imitazione di Massimo Giletti a cura di Ubaldo Pantani (non Osvaldo, caro Grasso, perdonaci la bacchettata), di recente coadiuvato da un altrettanto impeccabile Fabio De Luigi alle prese con Klaus Davi.
Ora, che di sfottò o caricatura si tratti, rimane che i due comici riescono a rappresentare così brillantemente i personaggi oggetto del loro scherno da farne icone nazionali, un po’ come i furbetti del quartierino o i protagonisti dello scandalo Vallettopoli resi popolari dalle loro malefatte.

“La parodia che fa Pantani di Giletti è perfetta, coglie tutte le sua caratteristiche più nascoste, i suoi vizi spacciati per virtù. Interessantissima come analisi critica. Stesso discorso quello di De Luigi per Davi. I due riescono a cogliere tutti i difetti per cui questi personaggi risultano imbarazzanti. Però succede che vengano santificati, glorificati dalla parodia. Per quanto una parodia sia feroce, oggi va a cozzare contro un muro di gomma. Ne parlano male, benissimo. Tutto questo contribuisce alla gloria e alla fortuna. Di per sè è una tristezza che per noi è solo un problema”.

In realtà qualcosa è cambiato nella stessa logica del trio di voci fuori campo che, dopo aver fustigato per anni i vizi del sistema mediatico, ne è stato letteralmente fagocitato raggiungendo il record di ascolti con Mai dire Grande Fratello.
Ne deriva dunque che la Gialappa’s, dopo aver fatto della grandissima satira sociale con Antonio Albanese e Giobbe Covatta e della grandissima satira politica con Daniele Luttazzi, riservandoci perle di comicità esilarante con Neri Marcorè, Paola Cortellesi, Luciana Littizzetto e via dicendo (non possiamo citarli tutti), non abbia più molto da distruggere se non se stessa… e si accontenti di sopravvivere al proprio mito.

L’imitazione di Giletti by Ubaldo Pantani (da Mai dire martedì)

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