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Tim “Tutto Compreso”: pubblicità ingannevole?

Una premessa è d’obbligo: gli spot delle compagnie telefoniche, e non solo, non brillano mai per “completezza delle informazioni“, il mio non vuole essere un confronto che punta il dito da una parte per esaltare i concorrenti, mi limito a constatare un fatto che risalta in maniera palese.Voglio parlarvi dell’ultimo spot Tim, quello sul nuovo

28 Marzo 2007 18:29

Una premessa è d’obbligo: gli spot delle compagnie telefoniche, e non solo, non brillano mai per “completezza delle informazioni“, il mio non vuole essere un confronto che punta il dito da una parte per esaltare i concorrenti, mi limito a constatare un fatto che risalta in maniera palese.

Voglio parlarvi dell’ultimo spot Tim, quello sul nuovo piano tariffario “Tutto Compreso“. Anche avendo guardato solo un paio d’ore di Tv nell’ultima settimana è difficile pensare che siate riusciti a schivarlo.
La trama prende spunto dalla “trasformazione” dell’ex vigile Persichetti nel personaggio del Conte Max (il film del ’57 con Alberto Sordi e Vittorio De Sica). Christian De Sica, si lamenta che al mondo non c’è nulla di “Tutto compreso” e accetta la scommessa di Rodolfo Laganà e Paolo Conticini che sostengono qualcosa ci sia. Se perde si butta “cheee elastico“.

Questo qualcosa “tutto compreso” è l’omonima tariffa Tim che prevede il pagamento di un canone mensile di diversi tagli (30, 60 o 90 euro). La pretesa del messaggio pubblicatario è che questa cifra comprenda “tutto“: gli Sms, lo scatto alla risposta, le chiamate, gli mms e pure il telefono. Posto di fronte alla realtà De Sica è costretto ad ammettere la sconfitta.

Ora, come ovvio, mentre la graziosa signorina del Centro Tim descrive i benefici della suddetta tariffa scorrono in basso le classiche scritte in sovraimpressione in formato particolarmente “mini”. In questi messaggi, difficilissimi da cogliere, è “evidenziato” che l’adesione a Tutto Compreso prevede la sottoscrizione di un contratto di 24 mesi dal quale è possibile recedere solo pagando una penale (che va riducendosi con il passare del tempo e parte da 210 euro).

Tutto questo è già di per sè piuttosto al limite, ma non è diverso da quello che fanno anche altri operatori telefonici. Quello che, a mio parere, configura lo spot come “ingannevole” è il fatto che anche nelle fatidiche “scrittine” non sono indicati i limiti posti a questa formula “Tutto Compreso”. Come è facile ricavere navigando sul sito della Tim nemmeno la formula da 90 euro mensili può considerarsi effettivamente comprensiva di tutto, infatti i minuti di conversazione effettivamente inclusi sono 900 al mese, gli sms sempre 900. Non parliamo poi dei “Tutto Compreso” con canoni più bassi. Già pagando 60 euro i minuti di bonus scendono a 600, mentre gli sms gratuiti spariscono, scendendo ancora fino alla formula da 30 euro i minuti diventano solo 250.

Certo, questo spot non è dissimile rispetto ad altri, ma ciò che risalta all’occhio è la mancanza, anche nella sovraimpressione, di un chiarimento sul reale funzionamento della tariffa pubblicizzata, senza contare il fatto che si usa lo stesso messaggio, unico e martellante, parlando di quelli che sono a tutti gli effetti tre profili tariffari completamente diversi fra loro, come costi e come benefici.

Il problema della regolamentazione sugli spot nel nostro paese è l’inefficacia e la lentezza dell’Authority preposta al controllo. Non è assolutamente infrequente che gli operatori telefonici subiscano multe e blocchi dei loro spot televisivi, ma gli interventi avvengono con notevole ritardo tenendo in considerazione i tempi ridotti che queste campagne ad alto impatto hanno, per non parlare delle cifre solitamente irrisorie che vengono richieste come sanzione.

Non sarebbe più logico un controllo preventivo degli spot, una sorta di visto di censura, per evitare che il consumatore più ingenuo venga martellato con la formula “Tutto Compreso” quando di compreso ha solo 250 minuti mensili?

Qui la tariffa in oggetto illustrata dai colleghi di Mobileblog.