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Autori, geni creativi o manovalanza intellettuale?

Alla luce di una simpatica provocazione ricevuta via commenti, non posso non segnalarvi un interessante articolo pubblicato su Panorama di questa settimana. Protagoniste le menti catodiche, che reggono le fila della macchina televisiva con il loro cruciale apporto “autorale”. Chi inventa i programmi della tv è nella borsa valori dell’Auditel, che vede il rialzo delle

24 Febbraio 2007 15:00

federico moccia Alla luce di una simpatica provocazione ricevuta via commenti, non posso non segnalarvi un interessante articolo pubblicato su Panorama di questa settimana. Protagoniste le menti catodiche, che reggono le fila della macchina televisiva con il loro cruciale apporto “autorale”.
Chi inventa i programmi della tv è nella borsa valori dell’Auditel, che vede il rialzo delle proprie azioni se i programmi di cui cura la produzione sono graditi al pubblico.
Peccato che non sempre il genio creativo venga valorizzato e spesso e volentieri si tramuti in manovalanza intellettuale…
Il minimo garantito (quasi una paga sindacale) parte da 1.000 euro a puntata per autori bravi ma senza ascendente televisivo. Sale a 4-6 mila euro se hanno un passato di prestigio. Nel caso di una grande prima serata su una rete ammiraglia e di una comprovata reputazione alle spalle, il compenso arriva fino a 10 o 15 mila euro a puntata, cifre lorde a cui vanno aggiunti i proventi della Siae.
In occasione di eventi speciali e del Festival di Sanremo le trattative sono riservate e i cachet più consistenti.
In programmi sovraffollati di firme i compensi si mantengono su livelli medio-bassi, come a Domenica in con i suoi 13 autori.
Ogni artista reclama il proprio e i produttori si contendono i migliori sulla piazza (dopotutto, è lo showbusiness, bellezza).
Due sono considerati, attualmente, i più appetibili sul mercato: Giampiero Solari, nuovo astro della scuderia Bibi Ballandi, autore di Panariello e Fiorello, e il deus ex machina della domenica televisiva Cesare Lanza, che scrive anche i testi per Il Senso della vita e rappresenta da anni proprietà semi-esclusiva di Paolo Bonolis (sono diversi i conduttori che creano una personale équipe pronta a seguirli nelle loro trasmigrazioni televisive, mentre altri come Pippo Baudo e Simona Ventura impongono per contratto di avere diretta voce in capitolo sui propri testi).
Il contenitore domenicale è un esempio di forte sodalizio tra conduttori e autori. Pippo Baudo si fida ciecamente dello storico Ugo Porcelli, la giovane Lorena Bianchetti di Marco Zavattini e Massimo Giletti di Fabio Buttarelli.
Ma non sono solo i presentatori ad aver bisogno di un supporto autorale.
Carlo Taranto della Gialappa’s band precisa:

“Tutti i nostri comici lavorano in coppia con autori di riferimento, compresi Caterina Guzzanti e il mago Forest. Noi tre della Gialappa’s, con Walter Fontana ed Enzo Santin siamo il gruppo storico e i supervisori di tutte le battute”.

Daria Bignardi scatena Le invasioni barbariche al comando di una redazione di 16 agguerrite giovani autrici a cui, solo da poco, si sono aggiunti due maschi. E a Zelig, oltre a Gino, Michele e Giancarlo Bozzo, ci sono circa 15 collaboratori trentenni. Tra gli ispiratori delle Iene spicca un veterano come Davide Parenti, che Enrico Mentana ha voluto a Matrix. Per i suoi programmi irriverenti Antonio Ricci ha avuto per primo l’intuito di affiancare agli storici pezzi da novanta (Lorenzo Beccati, Gennaro Ventimiglia, Max Greggio) sette giovani dalle battute fulminanti.

Oggi però, l’autore non scrive più solo testi.
Lo show si è arricchito di elementi spettacolari che lo trasformano in una sorta di capoprogetto. E’ il Massimo Romeo Piparo, 38 anni (tre al fianco di Milly Carlucci), che si occupa di tutto, dai casting alla sceno grafia e crede in una generazione di ricambio. Dice di essere legato a Ballandi da un rapporto di esclusiva morale perché è stato lui a sceglierlo.
L’esclusiva con Ballandi è invece contrattuale per Diego Cugia, responsabile dei tormentoni celentaniani, della recente cattiveria morandiana e, prossimamente salvo ulteriori ripensamenti, alter ego televisivo di Teo Teocoli. Per Cugia il braccio di ferro tra qualità e share è inevitabile, ma se si vuole innovare bisogna osare. E ai giovani dà un consiglio: scrivere tre volte al giorno, come se prendessero un antibiotico.

Oltre a Diego Cugia (ancora Ballandi), altrettanto quotata la premiata ditta Rondolino-Ercolani, reduci da La pupa e il secchione e alle prese con la nuova Fattoria, il dottore di Affari tuoi Pasquale Romano (Endemol), Daniel Toaff, padre di La vita in diretta e Fosco Gasperi, papà del Grande fratello e capo-progetto dei più diversi reality vip sino al recente flop di Wild West.
E’ nato autore navigato per diventare uno scrittore acclamato Federico Moccia (figlio del compianto Pipolo), che ha curato la realizzazione, tra le altre trasmissioni, de I Cervelloni, Ciao Darwin e Chi ha incastrato Peter Pan? e attualmente presenzia nelle giurie artistiche più prestigiose, dai Telegatti a Sanremo.
Figlia d’arte anche Silvia Zavattini, costretta ogni sette giorni a sfidare in share il proprio padre-pigmalione.
Papà Marco è autore storico di Domenica in, lei è tra le firme della concorrente Buona domenica. L’ultima tendenza è la corsa delle grandi case di produzione ad assicurarsi contratti in esclusiva con gli autori, che spesso preferiscono impegnarsi solo in determinati progetti. È il caso di Angelo Ferrari, che tra le multiproduzioni della Magnolia si occupa solo dei naufraghi dell’Isola dei famosi.

La Endemol, invece, ha voluto solo per sé professionisti stimati come Andrea Palazzo (Grande Fratello) e Pietro Galeotti (Che tempo che fa). E sta cercando di non farsi sfuggire Pasquale Romano, a cui va il merito del fenomeno dei pacchi: il suo contratto è in scadenza.

Per chi si domandasse che fine ha fatto Gregorio Paolini, padrino storico di Target, oggi lavora dietro le quinte dell’esperimento comico di Raitre Tintoria, insieme all’inseparabile compagna professionale e di vita Simonetta Martone. Certo, per un fuoriclasse come lui ci si aspetterebbe qualcosa in più ma a tal proposito apre un nuovo spiraglio di militanza nel settore:

“Anche le tv satellitari sono laboratori di formazione per i giovani autori”.

Peccato che Quinto Potere, il reality scout per talenti emergenti da lui “targato” qualche anno fa, non abbia sortito gli effetti sperati e sia stato chiuso diversi mesi in anticipo. E si trattava di Sky…