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Il Grande Reality della Salaria

Quanto segue non è strettamente televisivo, lo riconosco. Ma riguarda l’applicazione alla vita di tutti i giorni di una tecnologia che invece ha molto a che vedere con la televisione. Per questo motivo, mi pare sia una notizia degna di alcune considerazioni che intendo sottoporvi, e sulle quali amerei leggere le vostre opinioni. Da ieri

30 Novembre 2006 15:00

Quanto segue non è strettamente televisivo, lo riconosco. Ma riguarda l’applicazione alla vita di tutti i giorni di una tecnologia che invece ha molto a che vedere con la televisione. Per questo motivo, mi pare sia una notizia degna di alcune considerazioni che intendo sottoporvi, e sulle quali amerei leggere le vostre opinioni.
Da ieri la Salaria – lunga consolare romana sulla quale, contestualmente, sorgono anche un centro RAI e il tecnologico palazzone di SKY – è monitorata da una serie di telecamere remotate (mobili, dunque), in grado di effettuare anche riprese notturne. Per intenderci, si tratta di lontane parenti delle telecamere utilizzate, fra l’altro, per il Grande Fratello – vedete, come tutto torna? -.
L’operazione, che nel giro della prossima settimana toccherà anche piazza dei Navigatori e via Togliatti, fa parte di una serie di iniziative dell’amministrazione Veltroni per arginare in qualche modo il fenomeno della prostituzione.
Chi abbia avuto occasione di percorrere almeno una volta le zone succitate avrà notato che, addirittura di giorno – in particolare nei pressi dei succitati centri televisivi, guarda un po’ -, vi è un fiorire e rifiorire di giovani e meno giovani passeggiatrici, foderate di tubini, in giarrettiera, con gonne giro-topa et similia, che offrono per pochi denari un po’ di calore umano. Prestazioni sessuali a pagamento, insomma.
Le telecamere sono state installate sui lampioni al centro della carreggiata e offrono un monitoraggio senza sosta, volto a sanzionare infrazioni del codice della strada – non è raro che un cliente un po’ frettoloso, sia nel raggiungimento della meta agognata sia, probabilmente, nella prestazione, faccia violente frenate o inversioni a “U” per poi mercanteggiare – ma soprattutto a scoraggiare la prostituzione.
La faccenda è seria, considerato il fatto che sulla Salaria si trovano minorenni dell’Est e che il tutto fa parte di un tragico, orrendo mercato, una vera e propria tratta delle bianche come quella raccontata nel C’era una volta… di ieri sera; e personalmente trovo giusto che la si combatta nei modi più opportuni.
Ma la domanda che sorge spontanea, che è stata posta da più parti, che trova spazio nelle correnti di pensiero più diverse (dalla Caritas a Vladimir Luxuria, per citar gli estremi) è:

Le telecamere sono un modo opportuno?

Se siete arrivati fin qui, probabilmente immaginerete la mia risposta, ovviamente ascrivibile alla categoria delle opinioni e, come tale, opinabile.
No. No, perché quegli occhi che osservano 24 ore su 24 le strade, che trasmettono chissà dove un flusso di immagini visto da chissà chi, registrato su chissà quale supporto, è tremendamente somigliante a un Grande Fratello ante televisionem (se mi concedete il neologismo-latinismo). No, perché il controllo delle immagini, degli spostamenti, lede in maniera indelebile il diritto alla privacy di chi ha scelto di non rinchiudersi nella casa di alcun reality show e si trova immerso invece in una ripresa continua, senza soste, suo malgrado. In un mondo di ispirazione orwelliana.
Si combatta il fenomeno della prostituzione, si blocchi la tratta delle bianche, lo si faccia alla radice. Ma il reality show lasciamolo, per ora, al prime time di RaiDue e Canale5.