Home Notizie Così amavano così ameremo: la campagna acquisti delle tv è peggio di quella calcistica (3)

Così amavano così ameremo: la campagna acquisti delle tv è peggio di quella calcistica (3)

Con tutto il rispetto, si leggono cose sulla campagna acquisti delle tv che sono al di sotto persino di quella, spesso “scandalosa”, del calcio. Non voglio fare nomi, nè di autori nè di programmi. Basta leggere Tv Blog e fare una capatina su Dagospia (non solo per divertirsi) e la dimostrazione diventa inutile: i giornali

11 Agosto 2013 08:47

Con tutto il rispetto, si leggono cose sulla campagna acquisti delle tv che sono al di sotto persino di quella, spesso “scandalosa”, del calcio.
Non voglio fare nomi, nè di autori nè di programmi. Basta leggere Tv Blog e fare una capatina su Dagospia (non solo per divertirsi) e la dimostrazione diventa inutile: i giornali fanno da cassa di risonanza e il gioco è fatto.
Può sembrare generico, e moralistico, questo percorso senza arroganza, alla ricerca almeno di buon senso, attraverso l’amore e il disamore delle tv, ma lo rivendico come essenziale. Esiste e si va sempre più affermando un’idea complessiva di abbandono della consapevolezza per gettarsi tra le braccia delle novità che peraltro presto si rovinano.
Consapevoli, ma più spesso inconsapevoli, automatiche,sono le tendenze che puntano a un “nuovo” prodotto (reality e dintorni) che subito si arruginisce ed è sostenuto, pensato (?), realizzato da produttori televisivi dominati dalla necessità di produrre il già noto.
Costoro ignorano ipotesi diverse, sfruttano facili successi(labili), assecondando superdirigenti tv che sono sempre più smarriti in un mercato di attese e di desideri complesso, difficile, esigente; un mercato di fronte al quale essi stessi, i superdirigenti, sono disorienti, e si affidano a produttori, produttori-scarto, produttori-di pronto impiego (yesmen senza futuro).
Le tv oggi, e domani (?), sono una fabbrica di cloni, copie, imitazioni, fax creativi. Un vento di idiozie viene da Hollywood, e da studios in Europa, con Inghilterra e Spagna, dall’America Latina, con soap, serial, talent, talk, eccetera. Accolto a braccia aperte, un vento che è puro smog, dai veleni occulti e profumati di ascolti (sempre meno).
Le trasformazioni avvenute in Italia, sono esemplari, quasi simboliche: percorsi, itinerari, convergenze. Come ha scritto lo psicanalista Massimo Recalcati in “Ritratti del desiderio” (2012), il desiderio oggi invece di essere trattato ” come un’apertura alla differenza, rischia di restringersi e di ridursi sterilmente secondo gli schemi-specchi che ci imprigionano, creando abitudini e passività”.
Ad esempio, il mondo delle fiction è un piccolo mondo, un mondo “suggerito” con fiction che ci vogliono belli, magri, a volte zampiri, a volte zombie, a volte depressi, a volte esaltati.
Tutto ciò riguarda sia la Rai che Mediaset. La Rai con “Sposami” (2012), “Questo nostro amore” (2012), “Violetta (2012), “Una grande famiglia” (2012), “Tutta la musica del cuore” (2013). Mediaset con “L’onore e il rispetto” (2006), “Il peccato e la vergogna” (2010-2013). Drammi e commedie sugli amori e sulle passioni con effetti comici o lacrimosi del tutto involontari. L’esagerazione suscita reazioni confuse. Neanche l’indice di ascolto è un dato certo. Le fiction danno i numeri. Numeri che si vanno assottigliando, nel ridicolo. (3-segue)