Home Notizie È morto il Cardinal Tonini, comunicatore in tv contro l’editto bulgaro e a Domenica In “con garanzie”

È morto il Cardinal Tonini, comunicatore in tv contro l’editto bulgaro e a Domenica In “con garanzie”

Il Cardinal Tonini prese posizione contro Costanzo e Berlusconi

pubblicato 28 Luglio 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 16:07

In coincidenza con la fine della Giornata Mondiale della Gioventù 2013, che raccoglie anche il suo messaggio sociale, è morto il cardinale Ersilio Tonini.

Il suo decesso è avvenuto stanotte verso le 2 all’Opera Santa Teresa di Ravenna, dove alloggiava da molti anni, per complicazioni delle sue condizioni di salute. Aveva compiuto 99 anni il 20 luglio.

Tonini merita di essere ricordato su TvBlog per la sua capacità di comunicare la fede religiosa in tv, in maniera vigorosa e e aperta (come Don Gallo, venuto a mancare proprio di recente).

Subito a suo agio con il mezzo televisivo, è stato, infatti, ospite apprezzato e commentatore assai ascoltato, divenendo una delle voci della chiesa più note al grande pubblico.

Nel 1991 con Enzo Biagi, che difese da Santoro

Nel 1991 è stato tra i protagonisti della trasmissione I dieci comandamenti all’italiana, di Enzo Biagi. E proprio in difesa dell’amico giornalista tuonò contro “l’editto bulgaro” pronunciato da Berlusconi, che segnò l’allontanamento dalla Rai di Luttazzi, Santoro e dello stesso Biagi. Intervenendo nella trasmissione Annozero, Tonini disse:

“Lo hanno ucciso. È stato un ostracismo. Enzo Biagi dava fastidio, non era utile ed è stato cacciato. La Rai si è derubata c’era un tranello, una motivazione che non era degna. Ero suo amico e sono anche un uomo che conosce un po’ la realtà. Biagi non è stato solo un uomo della tv, ma anche una persona che ha combattuto per la giustizia e la libertà, un uomo di una schiettezza piena. Non si possono trattare gli uomini come pezzi da giocare”.

Contro Maurizio Costanzo, di cui fu anche ospite

Nel 1996 si scagliò pubblicamente contro Maurizio Costanzo per aver ospitato Aldo Busi nel suo Show e avergli fatto parlare in maniera anarchica della pedofilia. Allora propose, in un’intervista all’Adnkronos, un nuovo codice di autoregolamentazione tv:

“Sono convinto che Maurizio Costanzo abbia ospitato Aldo Busi non per alzare l’audience ma per seguire la sua mentalità che vuole dar spazio a tutto e tutti, chiunque essi siano, e rispecchiare la realtà totale così come essa è. Ma questa è un’altra cosa e forse avrebbe fatto meglio ad operare alcuni tagli, essendo il programma registrato. Aver permesso l’apologia della pedofilia ed aver consentito di parlare così della chiesa rimane un fatto grave ed assurdo. Sono stati passati i limiti e proprio su questo tema ho appena finito di leggere un libro scritto dalla BBC per una nuova autoregolamentazione televisiva. Le televisioni inglesi -ha spiegato l’alto prelato- hanno deciso di porsi dei limiti ben precisi proprio per tutelare il pubblico in genere e l’infanzia e gli adolescenti in particolare. Sarebbe ora che anche da noi si prendesse in seria considerazione la possibilità di scrivere un’autoregolamentazione televisiva valida e concreta e non le solite Carte che rimangono lettera morta”.

Storico, poi, fu il suo faccia al Costanzo Show, nel 1998, con il sindaco di Roma e commissario per Giubileo Francesco Rutelli, sul tema del cambio di millennio e della preparazione dell’ anno Santo.

Nel 2002 a Domenica In “con garanzie”

Nel 2002 fu annunciata la sua presenza fissa come opinionista a Domenica In, in qualità di erede di Don Mazzi. L’allora Direttore Fabrizio Del Noce commento così la sua partecipazione al programma:

“Per noi e per me in particolare è un grande onore avere il cardinal Tonini a Domenica in: vogliamo fare un programma garbato, non volgare, di intrattenimento per famiglie”.

Tonini chiese, però, delle garanzie, dalla sua presenza per un rubrica in collegamento alla volontà di non essere strumentalizzato:

“Non mi si chieda di stare in un clima che non mi si addice. Non voglio diventare un giocattolo, né un personaggio tv. Non voglio andare a Domenica in per farmi pubblicità. Con Raiuno c’è un accordo di massima ma il discorso è aperto. Non abbiamo ancora concordato nulla perché io aspetto di conoscere la formula del programma ed il contesto in cui mi chiederanno di intervenire con qualche mio parere. Il mio termine di confronto non può essere don Mazzi, troppo dentro le battaglie. Non ritengo Domenica in un ambiente scandaloso. Soltanto che non mi sentirei a mio agio tra un balletto e l’altro. Mi piacerebbe essere in un programma vedendo il quale mio padre e mia madre, se fossero ancora vivi, potessero dire: ‘Ecco,nostro figlio è al suo posto?’. Non vorrei che risultassi, invece, fuori posto come è accaduto ad altri uomini di chiesa in tv”.

Alla fine a metterci la faccia, per un contenuto così pregevole, fu lo stesso Direttore di rete:

“Farò un colloquio con Del Noce sugli eventi della settimana: non mi limiterò, naturalmente, ai soli temi religiosi ma cercherò di cogliere e sviluppare gli spunti di riflessione offerti dalla cronaca, in maniera giornalistica. Penso che il giornalismo oggi sia il potere più forte. In radio sarebbe una cosa più diretta, in televisione il contesto non è solo quello dell’ ascolto, la visione comporta molti, troppi elementi che possono sovrapporsi, predominare o svisare il senso del discorso. Ma io sarò chiaro”.

A Chiambretti Night contro Milingo

Negli ultimi anni è stato anche opinionista a Chiambretti Night, in cui ha lasciato il segno per la dura reprimenda contro Milingo:

“Milingo? E’ una delle povere miserie umane. E’ un caso da compiangere. E’ un fratello che poteva fare grandi cose. Quando il Papa Wojtila lo ha abbracciato pensavo si ravvedesse: si è commosso teneramente in ginocchio. Invece ha distrutto se stesso. Un uomo di grande apertura che si è chiuso in se stesso. E’ un rimpianto grande. Ha deluso la fiducia di tante persone. La gente però ha buon gusto. Quando ha ordinato 4 vescovi ha rotto ogni contatto… Ha perso la sua libertà. Non lo condanno ma ho l’amarezza di aver perso un fratello. Se penso a cosa poteva fare per l’Africa… Ha giocato di prepotenza”.