Home Notizie Brindisi, Cdr del Tg1 contro la Rai: “Chiediamo che ci consideri la testata ammiraglia”

Brindisi, Cdr del Tg1 contro la Rai: “Chiediamo che ci consideri la testata ammiraglia”

La redazione del telegiornale di RaiUno avrebbe voluto più spazio e protesta.

pubblicato 19 Maggio 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 04:40


Il trattamento dell’attentato a Brindisi sulla prima rete di stato non ha scontentato solo i telespettatori. In seguito alle polemiche sulla regolare messa in onda de La prova del cuoco e de Le amiche del sabato, è lo stesso Cdr del Tg1 a intervenire con una nota ufficiale.

La redazione lamenta di non aver avuto sufficiente spazio dalla rete per occuparsi della vicenda, nonostante la sua disponibilità a dare tutti gli aggiornamenti in diretta:

“Mentre a Brindisi si consumava la cronaca di un orrore che respingiamo con sdegno, nelle ore centrali della mattinata su Raiuno andava in onda una replica della Prova del cuoco. Un colpo d’occhio sconcertante il paragone con altre reti. Un vero peccato, perchè la redazione del Tg1 fin dalla mattina aveva coperto l’avvenimento drammatico con professionalità e completezza. E avrebbe potuto continuare a farlo. Purtroppo però nell’arco della giornata ci sono state concesse solo due brevi edizioni straordinarie, mentre nel pomeriggio proseguiva la normale programmazione di Raiuno con un talk show”.

La tragedia di Brindisi su RaiUno
La tragedia di Brindisi su RaiUno
La tragedia di Brindisi su RaiUno
La tragedia di Brindisi su RaiUno
La tragedia di Brindisi su RaiUno

Poi la nota prosegue:

“Il Cdr del Tg1 chiede alla Rai e alla direzione se ci considera ancora la testata ammiraglia. Riteniamo di poter fornire un valore aggiunto all’informazione della Rai e ricordiamo che soprattutto nei momenti drammatici i giornalisti sono pronti a mobilitarsi per offrire ai cittadini l’informazione dovuta. Da mesi chiediamo all’azienda un piano di rilancio che possa restituire credibilità e ascolti alla nostra testata. Invece riceviamo proposte di tagli e mortificazioni mentre vertici scaduti condannano la testata alla paralisi. È ora di dire basta”.