Home Notizie The Opinion Reader/0 – Da Striscia a Brignano passando per Panariello

The Opinion Reader/0 – Da Striscia a Brignano passando per Panariello

I pareri della settimana di Luciana Frattesi, Ennio Fantastichini, Donatella Aragozzini, Riccardo Bocca e Nina Zilli.

pubblicato 10 Marzo 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 06:23


    Dopo l’interessante esperienza di scambio del #WIDG, nell’interattivo formato “brainstorming” del Digest, proponiamo quest’oggi il numero zero di una rubrica che, nel caso, potrebbe diventare un appuntamento fisso di TvBlog: The Opinion Reader. Ovvero quello che noi non siamo riusciti a dirvi, e che abbiamo letto da (ben) altri. Non il solito bignami delle dichiarazioni dei vip, ormai inflazionate sui social network, ma un ritorno al valore degli editoriali, delle opinioni critiche e della riflessione metatelevisiva, di addetti ai lavori come di personaggi dello spettacolo.

Ennio Fantastichini critica il linguaggio di Enrico Brignano

Intervistato da D – La Repubblica (n. 781 del 3 marzo 2012, anno 17) per l’uscita al cinema de L’arrivo di Wang, diretto dai Manetti Bros, l’attore dichiara:

“Generi che non sopporto? Il brignanismo, quel campanilismo da festa de’ noantri, la superficialità fascista dei comici”.

Riccardo Bocca spiega il successo senza tempo di Striscia

In un post della sua blog-rubrica ‘Gli antennati’, online su bocca.blogautore.espresso.repubblica.it, il giornalista spiega perché il programma di Antonio Ricci, pregiudizi a parte, si ritaglia propositi giornalistici.

“Grazie alla malìa del Ricci bifronte -da un lato rabdomante del consenso catodico, e dall’altro adulto di sensibilità assoluta- il programma è diventato il videotinello degli italiani; il luogo virtuale -ma con sapori terragni- dove la famiglia accoglie le novità di giornata.
Un luogo, insomma, dove si proietta la teatralità di questa nazione dolens, tra reparti ospedalieri che non decollano per brufoli burocratici, agenzie turistiche che promettono sconti fasulli, lavoratori che si asserragliano a trenta metri d’altezza per difendere il loro lavoro, e politici di ogni colore che giacciono schiavi del malaffare.
Il tutto, scientificamente incartato e messo in onda con il contributo di inviati fantoccio, maschere in apparenza innocue -da capitan Ventosa al sempreverde Abete, dal biciclettato Brumotti al tapirista Staffelli- che proprio grazie al folklore arrivano dove la concorrenza fallisce”.

Nina Zilli svela cos’ha studiato allo Iulm

Dopo le polemiche dell’intervista su Vanity Fair, che ha fatto arrabbiare il rettore della sua università Iulm (aveva detto di essersi laureata in aria fritta e stronziologia), ora la cantante dimostra di aver studiato “la triade reithiana”. Lo fa in un’intervista a Gioia pubblicata anche sul sito:

“Non mi piace la tv quando è usata male e non quando si attiene alle migliori intenzioni di “istruire, informare e intrattenere”. In questo caso, con Panariello, intratteniamo. Gentilmente, può scrivere che queste e molte altre cose che so sulla comunicazione le ho imparate allo Iulm?”.

Donatella Aragozzini e Panariello fuori tempo massimo

La giornalista degli spettacoli di Libero si ritaglia altro spazio critico sul suo blog personale, Pensieri tra le righe. Di recente ha recensito la prima di Panariello non esiste.

“Panariello che fa satira politica??! questa sì che è una novità! – con battute su Berlusconi (ancora?!?), su Sarkozy e la Merkel, sulle lacrime della Fornero… roba che era d’attualità quando ci ha scherzato su Fiorello, a novembre, ma che ora risulta almeno superata”.

Luciana Frattesi e il giornalismo in vetrina a Matador

La storica giornalista Rcs, in cui ha ricoperto anche ruoli di direttrice, condivide sul suo blog Latele(indi)pendente una riflessione molto interessante. Tema: come la sua categoria viene rappresentata in tv:

“Mi chiedo e inoltro a chi legge: quando (noi giornalisti) la smetteremo di celebrarci fra di noi? Di essere la notizia invece che di raccontarla? Quando la smetteremo di camuffare da inchiesta altre attività pseudo-giornalistiche che non è fine citare? Post scriptum, non ho visto la prima puntata di Matador. Penso si sia capito che non ne faccio un discorso di qualità del programma”.