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#WIDG – Il terzo digest

Terzo giorno, terza produzione straordinaria dei blog di WIDG.

pubblicato 29 Febbraio 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 22:57

WIDG – La tv che vorrei anche nella sua terza giornata di vita ha prodotto una serie di contenuti decisamente interessanti. Su TvBlog abbiamo aperto le danze con un bell’intervento di Carlo Freccero sull’Auditel (e molto altro), ripreso, fra l’altro, da Digital-Sat. Ma i contributi sono stati tanti. Vediamoli nel dettaglio, in un ampio digest della giornata.

TvGlobo ha intervistato Duccio Forzano, regista dei Sanremo 2010 e 2011, di Che tempo che fa e Vieni via con me, ma anche di Scherzi a parte. Forzano ha detto, fra l’altro:

Penso che la nostra televisione, in generale sia buona. C’è un sottobosco di bravi registi, autori, direttori della fotografia e produttori che se avranno la forza di resistere porteranno nuova linfa al nostro piccolo schermo. Bisognerebbe che chi oggi risiede ai piani alti e ha il potere di decidere cosa metter in onda abbia più fiducia nei creativi che fin troppo spesso devono piegarsi al volere di meccanismi inviolabili. [continua]

Su Mondoreality, Davide Minnella, che ha lavorato per L’isola dei famosi (quinta edizione), La talpa (la terza stagione) e Un, due, tre stalla, in una lunga intervista ha parlato di reality e qualità. Interessante il suo punto di vista sulla diretta:

E’ inevitabile che sia anacronistica. Perché è affascinante guardare un reality show? Semplicemente perché assisto ad un montaggio alternato di un’ azione che vede protagonisti due o più concorrenti (la parte live) e poi mi godo il commento a quell’azione attraverso il confessionale. E’ una formula che funziona: vedo l’azione tra due persone e la interrompo con il commento a quell’azione. E ciò ti dà ritmo. [continua]

TvZoom propone un’intervista ad Andrea Pinketts:

«Quando rientro a casa però, mi capita di guardare la programmazione televisiva notturna. Mi imbatto nelle repliche di un sacco di trasmissioni di cucina, ormai hanno invaso tutti i canali. Ecco, un mistero interessante sarebbe capire come possa risultare invitante la ricetta delle melanzane alla parmigiana alle cinque di mattina [continua]».

Antonio Genna ha intervistato Giorgio Buscaglia, responsabile della programmazione Cinema e Fiction di Rai 2. Fra gli spunti offerti, si torna a parlare di Auditel:

Penso che il campione vada ampliato, rivoluzionato e ringiovanito.
Ho avuto modo di scoprire casualmente che una famiglia (vicini di casa) era una famiglia Auditel, e pensandoci bene non mi sembrava una famiglia così rappresentativa. Se vogliamo parlare dell’ invecchiamento del pubblico della generalista questo è un processo irreversibile, dunque oggi si guarda più al target che al pubblico in generale cercando d’intercettare quel pubblico “giovane” che è ancora disposto a seguire la tv nel modo tradizionale. [continua]

CineTivu ha proposto qualche dato sulla composizione del panel della nostra analisi qualitativa, che abbiamo commentato qui. C’è un buon commento anche di Inside Tv.

Ancora a TvGlobo, Massimo Giletti ha detto, senza mezzi termini:

Purtroppo, qualità e ascolti non sono sempre direttamente proporzionali. Se un programma fa grandi numeri non significa che sia un programma di qualità. Prendiamo a esempio l’Isola dei famosi e il Grande Fratello: hanno portato a casa numeri importanti ma questo non vuol dire che siano prodotti di qualità. [continua]


Pubblico Delirio propone alcuni suggerimenti: talent scout, ritorno al varietà, una nuova tv dei ragazzi e nuove sitcom.

Chimachimera ci ricorda che Walter Chiari (lui in persona, non quello della fiction) era “grande” anche senza l’Auditel.

Gossiplandia fa un’analisi semplice ma efficace: «La tv che vorrei tratta meglio i telefilm e fidelizza il pubblico».

Realit & Show ha pubblicato un pezzo che ricorda perché l’Auditel è stata multata dall’Antitrust per abuso di posizione dominante e danneggiamento di SKY (sulla multa pende un ricorso dell’Auditel).

Interessante, la provocazione di LaNostraTv: cosa sarebbe, Maria De Filippi, senza gli ascolti di Maria De Filippi. E poi, sempre LaNostraTv, scrive un editoriale dal titolo (un po’ apocalittico) “La televisione è la morte dell’anima. Tutti omologati e lobotomizzati”. E propone anche un’ironica promozione di alcuni programmi tv.

TelefilmCult (ripreso dall’Accademia del Telefilm) si chiede se sia possibile una “rivoluzione soft”:

Se l’Auditel è il metro per varare nuovi programmi e organizzare i palinsesti, non può stupire la tanto criticata elementarità che si affibia alla nostra tv. Il tutto per arrivare a una (si spera) costruttiva proposta.
Non l’abolizione dell’Auditel: semmai la maggior trasparenza e il cospicuo aumento del panel. Per quanto riguarda noi internettiani, invece, una scelta molto più fondamentale, un’iniziativa che davvero potrebbe risultare eclatante sul lungo periodo. E che dovrebbe partire proprio da Internet, la locomotiva più rapida e moderna dell’informazione, per poi prendere piede a catena inevitabilmente sugli altri media.

Mag Series parla della tv che si trasferisce sul web:

Pensiamo a successi nati quasi in sordina com Freaks!, Mind – The series e molte altre, la serialità italiana cambia faccia, è fatta da giovani che hanno voglia di sperimentare, di uscire dalla noia della tv, di emergere ma anche di esprimersi e perchè no trovare il loro sbocco attraverso la rete con maggiore libertà, minori costi e un bacino di utenza pressochè vasto: internet, le web tv e le webserie soppianteranno la classica televisione? Sicuramente no ma potranno contribuire a svecchiarla: ascolti e politica permettendo!

Ancora TvZoom, in un editoriale di Andrea Amato, propone:

Ecco, nel grande progetto Internet di questi giorni, WIDG, in cui la domanda che il mondo della Rete si sta ponendo è: «la tv che vorrei», la mia richiesta è di avere un nuovo Piero Chiambretti. Il panorama televisivo italiano ha bisogno di nuovi personaggi che diano linfa vitale a una scena diventata ormai asfittica, figure come il Chiambretti di vent’anni fa. Questo vorrei. [continua]

TvGlobo, infine, propone un’analisi degli errori dell’Auditel.

WIDG, la tv che vorrei è su Facebook, su Twitter con l’hashtag #WIDG, su Storify.

Partecipano anche: Chic o Choc, Chissenefrega, Isa&Chia, LaBuonaTivu, Matteoblog, Televisionando, TuttoFaMedia, TvBlog, TvBlog.Girlpower, UnDueTre, VicoDelleNews, Webl0g.