Home Maurizio Crozza Federico Taddia: “Crozza non sa cos’è Twitter”. Leggerezza autorale?

Federico Taddia: “Crozza non sa cos’è Twitter”. Leggerezza autorale?

Uno degli autori di Ballarò interviene per difendere il comico genovese dalle polemiche del web.

pubblicato 9 Febbraio 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 23:35


Il caso Crozza continua e a scagionarlo è nientemeno che uno dei collaboratori delle sue copertine. Nel forum del quotidiano La Stampa interviene direttamente Federico Taddia, già autore di Fiorello, per confermare una tesi inquietante: “il comico neanche sa cosa sia Twitter”. Ipotesi, la seguente, che se fosse vera non farebbe comunque onore a un personaggio di tendenza e sulla stretta attualità come Crozza.

Già in questi giorni in diversi hanno fatto notare che, probabilmente, il caso #copiaeincrozza è frutto di una leggerezza autorale. Né conferma né smentisce Taddia, che semmai si trincera dietro “le battute facili prese dal mare magnum del web, non tutto setacciabile da un essere umano, o addirittura le chiacchiere da bar”.

Dopo il salto vi proponiamo la difensiva integrale di Taddia, che su Twitter invece c’è eccome. A voi convince? Al sottoscritto non del tutto, specialmente quando ribadisce che Crozza non usa i social network tout court. Roba che in confronto Rita Dalla Chiesa e Ornella Vanoni sono due pischelle.

| Foto da Facebook

“Mi permetto di scrivere di getto due pensieri, perché mi sento di giocare in casa in quanto collaboratore de La Stampa e collaboratore di Crozza. Ho letto di tutto su questo fastidioso, e gonfiato, caso esploso in rete, e condivido quello che tu scrivi, anche se è proprio la parola “copiare” la parola fuorviante. la cosa surreale è che paradossalmente l’errore di crozza (se di errore si può parlare) è proprio quello di non usare i social network. tante volte, rileggendo un copione o un monologo, siamo noi stessi autori che togliamo o modifichiamo battute simili ad altre intercettate in rete o già dette da altri comici: anche questo fa parte del mestiere; proprio per non copiarsi, per non ripetersi per tentare di non essere banali. anche se ovviamente non si può setacciare l’intera rete: sarebbe come chiedere ad ogni persona incontrata per strada se per caso ha mai detto, pensato o sussurrato quella stessa battuta a qualcuno. ieri forse questo filtro un po’ è mancato, tutto qui, proprio nell’occasione in cui la rete si è scatenata a colpi di battute sul tema #nevearoma. lui non copia una riga da twitter, e nemmeno i suoi autori (che ben conosco e con i quali lavoro da anni). siamo tutti professionisti: e conosciamo il valore di una battuta o di un’idea. poi in quanto autori non si è assolutamente geni a prescindere, anzi: ci sta quindi ed è normale che un manciata di battute uscite da tre, quattro teste che fanno questo di mestiere siano simili a quelle scritte da altre decine di migliaia di teste in rete. forse erano battute facili (ma anche queste servono in un monologo dove ci sono anche altri ragionamenti e pensieri). probabilmente non particolarmente originali, per le quali non serviva comunque rubare su twitter: bastava tenere le orecchie aperte al bar, sul tram, in strada, con gli amici… bastava aprire gli occhi, guardare quello che stava accadendo, captare sensazioni e situazioni, e giocare poi con le parole e i contesti, per trasformare tutto questo in battute. le battute sono caricature della realtà. la stessa realtà può dare battute simili. credo sia ovvio e naturale. la cosa che più dispiace e rammarica è che si dia per scontato che crozza abbia copiato. quando invece davvero neppure sa cosa sia twitter. e artisti di questo livello non hanno bisogno di copiare, te lo assicuro: sarebbero i primi a non divertirsi. vabbe’, è andata così. anche questo è il bello della rete, che tanto ci dà ma anche tanto ci chiede”.

Maurizio Crozza